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Dialogo tra cattolici ed ebrei: la Bibbia unisce

ebrei

“Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?” (Ez. 37, 1-14): è il tema biblico di quest’anno per la Giornata di approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra ebrei e cristiani, che è stato oggetto di riflessione, il 28 gennaio, nell’Auditorium Sant’Ilario di Piacenza. L’evento, coordinato da Claudio Ferrari, membro dell’Ufficio per l’Ecumenismo e per il dialogo interreligioso e rapporti con l’Ebraismo della diocesi, ha visto la partecipazione di Edoardo Fuchs, docente di Ebraismo, geografo e naturalista e del biblista don Paolo Mascilongo.

Risurrezione: fondamento della fede ebraica

“Il testo in esame - ha spiegato Fuchs - si inserisce in un periodo lontano che risale a 2500 anni fa a Babilonia, durante l’esilio del popolo ebraico, il testo parla nella prima parte di castigo, mentre nella seconda di consolazione e ritorno verso la patria”. Il docente di Ebraismo si è poi soffermato sul tema della resurrezione, dei corpi che risorgono, un argomento che viene ripreso nella liturgia ebraica della Pasqua, evidenziando come la risurrezione è fondamento anche della fede ebraica. Una riflessione che si contrappone alla cultura idolatrica di allora, alla falsa idea che non ci sia un futuro. Invece Ezechiele parla di una evoluzione che porterà, alla fine della storia, ad un ritorno al giardino dell’Eden.
Per Fuchs sono tre i principi fondamentali di questo testo: la parola di Dio, il popolo di Israele e la terra di Israele. Infine il docente di Ebraismo ha messo in guardia dal pericolo dell’antisemitismo che in questi giorni di difficoltà, con la guerra in medio oriente, si fa risentire ed ha invitato a vigilare per non cadere nei pregiudizi nei confronti del popolo ebraico.

bibbia

Un testo di speranza

“Questa è l’occasione per parlarsi e incontrarsi - ha affermato - don Paolo Mascilongo - e mettere al centro la sacra Scrittura, comune fra ebrei e cristiani, che unisce e crea convergenze. Il brano di Ezechiele - ha aggiunto Mascilongo - è noto anche per noi cattolici e lo leggiamo più volte nella liturgia. Il profeta pronuncia le parole di Dio per dare vita alle ossa secche e aride, inoltre lo Spirito, idea biblica molto presente nell’Antico testamento, infonde grande speranza e fa ricordare la creazione. Nel periodo dell’esilio - ha sottolineato don Paolo - il popolo aveva perso tutto, si trovava in una terra ostile ed il profeta Ezechiele parla di rinascita, di un Dio di misericordia che offre una nuova occasione di vita”. Quindi per Mascilongo il brano in questione può accompagnare anche questo tempo difficile, è un messaggio di rinascita, e non di distruzione.

Ritrovare le radici comuni

Queste riflessioni sono state intervallate dal coro Col Hakolot della comunità ebraica di Milano, diretto dal maestro Massimiliano Tarli che ha proposto canti significativi della tradizione ebraica. Il dialogo religioso ebraico-cristiano, che è stato introdotto dalla Conferenza Episcopale Italiana nel settembre 1989, è stato vissuto a Piacenza come un momento per esprimere le nostre comuni radici e sensibilizzare i cristiani verso il rispetto, il dialogo e la conoscenza della tradizione ebraica.

Riccardo Tonna

canto23

Pubblicato il 29 gennaio 2024

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