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Al Collegio Alberoni il Vescovo dei cristiani perseguitati

relatore

“Era simpatico e spiritoso”: sono le parole di mons. Felix Shabi, vescovo di Zakho dei Caldei nel Kurdistan iracheno, con cui ha ricordato, suo cugino, don Ragheed Ganni, sacerdote di Mosul, martire sotto le mani dello Stato Islamico nel 2007. L'incontro, svoltosi il 10 maggio al Collegio Alberoni, dinanzi a tutti seminaristi, organizzato dalla Fondazione Pontificia "Aiuto alla Chiesa che Soffre", ha illuminato non solo la vita e il sacrificio di Don Ganni, ma anche la resilienza della comunità cristiana di fronte alla persecuzione.

Un uomo gioioso

Padre Nicola Albanesi, rettore del Collegio, ha introdotto l'evento, seguito dalla toccante testimonianza di Mons. Felix Shabi che ha offerto un quadro storico del drammatico cambiamento in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein nel 2003, che ha visto un aumento delle violenze a seguito del vuoto di potere istituzionale. Mons. Shabi ha anche condiviso ricordi personali di don Ragheed, descrivendolo come un uomo di grande spirito, con talento nel canto e nel calcio, che ha scelto la via del sacerdozio contro il desiderio di suo padre di vederlo sposato e capofamiglia. Studiando a Roma con una borsa di studio di "Aiuto alla Chiesa che Soffre", don Ganni si è laureato in Teologia Ecumenica all'Angelicum, per poi ritornare in Iraq nel 2003, nonostante la pericolosa situazione del paese.

La Casa di Dio non si può chiudere

L'impegno di don Ragheed per la sua comunità è stato evidente fino all'ultimo giorno della sua vita. Dopo aver celebrato la Messa, il 3 giugno del 2007, fu brutalmente ucciso insieme a tre giovani diaconi da un comando di uomini del Daesh, il sedicente Stato Islamico, che tentarono anche di impedire l'accesso ai loro corpi con auto cariche d'esplosivo. La sua risposta ai terroristi che gli chiedevano di chiudere la chiesa, "La Casa di Dio non si può chiudere", rimane un simbolo del suo indomito spirito. Il 22 aprile 2017, nella celebrazione in memoria dei nuovi martiri nella Basilica di San Bartolomeo a Roma, Papa Francesco ha indossato la stola rossa di don Ganni. Il primo marzo 2018 la Congregazione per le Cause dei Santi ha approvato l’avvio della causa di beatificazione per lui e i suoi diaconi, chiesta dal vescovo caldeo di Detroit monsignor Francis Kalaba.

Vicini ai cristiani perseguitati

Il Dott. Maurizio Giammusso, referente di "Aiuto alla Chiesa che Soffre - sezione di Milano", ha sottolineato l'opera della fondazione, che attraverso preghiera, informazione e azione, supporta i cristiani perseguitati e in difficoltà in tutto il mondo. Ha anche illustrato gli interventi umanitari, pastorali e di costruzione, inclusa l'Università Cattolica di Erbil, a sostegno della comunità cristiana in Iraq, con oltre 1.300.000 euro investiti in 32 progetti nel solo 2023. L'incontro si è concluso con il Vicario generale della Diocesi di Piacenza-Bobbio, don Giuseppe Basini, che ha portato i saluti del Vescovo Mons. Adriano Cevolotto, sottolineando l'importanza dell'evento che ha messo in evidenza la tragica storia di don Ragheed e la fede incrollabile della comunità dei cristiani in Iraq e nel mondo. L'evento al Collegio Alberoni è stato un momento di riflessione profonda sul prezzo della libertà religiosa, ispirando tutti i presenti a farsi vicini, impegnandosi per la giustizia e la pace, a tutte le aree del mondo dove i cristiani sono ancora perseguitati e oppressi.

Riccardo Tonna

Pubblicato l'11 maggio 2024

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