Venticinque anni fa la beatificazione di Rosa Gattorno
La congregazione delle Figlie di Sant’Anna celebrano il 25° anniversario della beatificazione della loro fondatrice, la beata Anna Rosa Gattorno. Alcune iniziative sono in programma a Piacenza nella casa madre in Stradone Farnese 49. Nelle serate di sabato 5, domenica 6 e lunedì 7 aprile alle 20.30 si svolgono alcuni incontri aperti a tutti per presentarne la storia e il carisma. Il 6 interviene sur Anan Roberta Frati sul tema “Madre Rosa, donna di speranza”; il 6 suor Anna Maria Pinton (“Madre Rosa, donna di grande speranza, di operosa carità e il 7 padre Valdo Feitosa (“Madre Rosa, modello di speranza per un mondo sofferente”). Mercoledì 9 aprile nella chiesa di Santa Rita guidata dai Figli di Sant’Anna, congregazione nata anch’essa dal carisma della Gattorno, è in programma la messa alle ore 19.
Chi è Rosa Gattorno
Madre Rosa Gattorno nacque a Genova il 14 ottobre 1831 da una famiglia di agiate condizioni economiche. Di carattere sereno, amabile, aperto alla carità, e tuttavia fermo, seppe reagire altresì alla conflittualità del clima politico e anticlericale dell’epoca che non risparmiò nemmeno alcuni componenti della sua famiglia.
Il matrimonio
A 21 anni sposò il cugino Gerolamo Custo e si trasferì a Marsiglia. Un imprevisto dissesto finanziario turbò ben presto la felicità della novella famiglia, costretta a far ritorno a Genova nel segno della povertà. La primogenita Carlotta, colpita da un improvviso malore, rimase sordomuta per sempre; il tentativo di Gerolamo di far fortuna all’estero si concluse con un ritorno, aggravato da ferale malattia; la gioia degli altri due figli fu profondamente turbata dalla morte del marito, che la lasciò vedova a meno di sei anni dalle nozze e, dopo qualche mese, dalla perdita dell’ultimo figlioletto.
Dalle tristi vicende alla “conversione”
L’incalzare di tante tristi vicende segnò, nella sua vita, un cambiamento radicale che lei chiamerà la sua “conversione” all’offerta totale di sé a Dio, al suo amore e all’amore del prossimo.
Sotto la guida del confessore don Giuseppe Firpo, emise i voti privati perpetui di castità e di obbedienza nella festa dell’Immacolata del 1858; in seguito anche di povertà (1861), nello spirito del Poverello di Assisi, quale terziaria francescana.
Nelle foto, madre Rosa Gattorno distribuisce i viveri ai poveri nella Piacenza del suo tempo; nel 2000 dopo la beatificazione il vescovo mons. Luciano Monari accoglie in Cattedrale a Piacenza una reliquia
della nuova beata (foto Cravedi).
Il fiorire di un carisma per i poveri
Le associazioni cattoliche in Genova se la contesero, così che pur amando il silenzio e il nascondimento, fu notato da tutti il carattere genuinamente evangelico del suo tenore di vita.
A Piacenza diede inizio alla nuova famiglia religiosa, che denominò definitivamente “Figlie di Sant’Anna, madre di Maria Immacolata” (8 dicembre 1866). Vestì l’abito religioso il 26 luglio 1867, e l’8 aprile 1870 emise la professione religiosa insieme a 12 consorelle.
Affidata totalmente alla Provvidenza divina, a stretto contatto con il vescovo Scalabrini, nacquero varie opere di servizio ai poveri e agli infermi di qualsiasi malattia, alle persone sole, anziane, abbandonate, ai piccoli e agli indifesi, alle adolescenti e alle giovani “a rischio”, cui provvedeva a far impartire un’istruzione adeguata, e al successivo inserimento nel mondo del lavoro.
A queste forme si aggiunse ben presto l’apertura di scuole popolari per l’istruzione ai figli dei poveri, e altre opere di promozione umano-evangelica, secondo i bisogni più urgenti del tempo, con una fattiva presenza nella realtà ecclesiale e civile.
Le religiose in missione
Nel 1878, inviava già le prime Figlie di S. Anna in Bolivia, poi in Brasile, Cile, Perù, Eritrea, Francia, Spagna. A Roma, dove aveva iniziato l’opera sua dal 1873, organizzò scuole maschili e femminili per i poveri, asili nido, assistenza ai neonati figli delle operaie della Manifattura dei tabacchi, case per ex prostitute, donne di servizio, infermiere a domicilio ecc.
È sepolta a Roma
In tutto, alla sua morte, aveva avviato 368 Case nelle quali svolgevano la loro missione 3500 Suore. Il 6 maggio, alle ore 9, muore nella Casa generalizia di via Merulana a Roma, dove è sepolta. Espressione di un singolare disegno di Dio, nella sua triplice esperienza di sposa e madre, vedova, e poi religiosa-Fondatrice, Rosa Gattorno ha ben onorato la dignità e il “genio della donna” nella sua missione al servizio della umanità e della diffusione del Regno. Al suo carisma è legato anche un’esperienza di laici, il Movimento della speranza.
Pubblicato il 4 aprile 2025
Ascolta l'audio