Tutela dei minori: sorvegliare, proteggere e agire con cura
“Nelle avventure con i minori ci sono due coordinate: l’alleanza e la custodia” - ha detto Chiara Griffini, presidente del Servizio Nazionale CEI per la tutela dei minori, nell’incontro formativo, svoltosi l’8 aprile, presso il Seminario di via Scalabrini a Piacenza, dedicato alle esperienze estive, come Grest, campi e vacanze. L'incontro, promosso dal Servizio diocesano per la Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili in collaborazione con la Pastorale giovanile diocesana, ha riunito educatori, animatori e volontari con l'obiettivo di affrontare temi fondamentali legati alla sicurezza e al benessere dei più giovani.
Il servizio prima di tutto
Nell'introduzione alla serata, don Fabio Galeazzi, responsabile Ufficio Pastorale Giovanile, ha fatto emergere, ispirandosi al Vangelo, l'importanza del servizio verso i ragazzi. Don Fabio ha sottolineato che, quando ci vengono affidati dei giovani, questa responsabilità è legata alle fragilità e alla storia personale di ciascun educatore. “È fondamentale - ha evidenziato don Fabio - riconoscere che siamo tutti umani, con esperienze sia positive che difficili e spesso, di fronte alle proprie fragilità, si cerca di dominare gli altri e le situazioni, invece di adottare un approccio di servizio. Infatti, il desiderio di essere i primi può portare a una cattiva gestione delle proprie responsabilità educative”. Don Fabio ha quindi invitato a ripensare il ruolo di educatore, proponendo una visione che privilegia il servizio e la disponibilità, seguendo l'esempio di Gesù”.
Vegliare sui minori
L’alleanza e la custodia, sono le due coordinate che Chiara Griffini, ha messo in evidenza. “L’alleanza educativa a più mani - ha detto Griffini - mette al centro il minore rispetto al quale tutti gli altri soggetti del contesto comunitario prendono posizione e si muovono, partendo dai genitori, passando per la scelta degli educatori e dei volontari e la loro formazione, fino ad arrivare alla cura degli spazi e dei tempi.
La custodia - ha sottolineato la presidente nazionale - , dal latino custos - odis, significa sorvegliare, proteggere, sentire ed agire con cura. È custodire una consegna, quella della fiducia delle famiglie che consegnano il loro bene più prezioso: i figli. È vegliare perché la comunità educante sia veramente tale a partire dalle relazioni che, nelle esperienze residenziali, prendono forma e si vivono”.
Confronto e crescita
Durante l'evento, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di confrontarsi sulle buone prassi da adottare nella progettazione, conduzione e verifica delle attività estive.
Particolare attenzione è stata dedicata alla pianificazione delle attività, evidenziando l'importanza di una preparazione accurata che tenga conto delle esigenze e delle vulnerabilità dei ragazzi. Inoltre, sono state condivise testimonianze e casi studio relativi a esperienze passate, evidenziando situazioni critiche e le soluzioni adottate per affrontarle. Questo scambio di idee ha permesso ai presenti di apprendere l'uno dall'altro, promuovendo una cultura della prevenzione. L'incontro ha anche messo in luce il coinvolgimento delle famiglie nel processo educativo, sottolineando l'importanza della collaborazione tra genitori, educatori e istituzioni. L’incontro è stato dunque un importante momento per favorire esperienze estive sicure e positive nelle parrocchie della diocesi.
Riccardo Tonna
Pubblicato il 9 aprile 2025
Nella foto, l'incontro guidato da Chiara Griffini.
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