L'AC a Veano. Vivere il Vangelo come il motore della propria coscienza
Si è svolta sabato 6 e domenica 7 settembre a villa Alberoni di Veano la due giorni di Spiritualità per adulti proposta dall’Azione Cattolica diocesana. Una quarantina i partecipanti alcuni anche dall’AC diocesana di Fidenza. Ha condotto le meditazioni don Cristiano Mauri della diocesi di Milano. Il filo conduttore è stato l’approfondimento del tema dell’anno associativo con l’icona biblica della Trasfigurazione: “Signore è bello per noi essere qui” Mt 17,1-9.
La “due giorni”, come nella tradizione di questi momenti di formazione, sono stati caratterizzati dal silenzio personale che seguiva l’ascolto delle meditazioni molto intense e dettate dalla lettura approfondita del testo evangelico, dalla sua contestualizzazione e dai suoi rimandi nell’insieme del racconto di Matteo.
Nell’esperienza di fede degli adulti oggi, nel tumulto di problemi personali e sociali e nella fatica di cogliere attorno semi di speranza, la sfida è quella di accogliere l’amore di Dio nella propria vita e vivere il Vangelo non come un manuale di istruzione ma come il motore della coscienza individuale, per sfide inedite e pagine mai ancora scritte.
Le meditazioni guidate da don Cristiano Mauri
Don Cristiano ha proposto nella prima meditazione «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?» portando l’ascolto e la comprensione di ciò che era successo prima (6 giorni prima) della Trasfigurazione. Per cogliere in quale esperienza i discepoli si trovano, il relatore ha illustrato i preparativi alla salita al monte della Trasfigurazione portando a far riflettere su come l’esperienza di fede ha bisogno di aprirsi alla sorpresa, a volte di smarrirsi.
Il secondo passaggio «Una nube luminosa li coprì con la sua ombra» ha centrato l’ascolto sull’irruzione dell'imprevedibile. La fede non come banale attesa dell'impossibile ma come coraggiosa apertura all'«oltre». L’originale lettura di don Mauri ha sottolineato l’aspetto veramente fondante di quella visione che è l’essere un’esperienza mistica. Non nel senso miracolistico o magico ma nel senso di un affacciarsi al mistero.
La terza meditazione ha avuto per titolo «Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo». Il nodo qui è stato mettere a fuoco la mistica del quotidiano. Il «qui e ora» di ciascuno come sorgente della vita comune e come luogo dell'incontro con il Figlio. Infatti quando la nube luminosa svanì, Pietro Giacomo e Giovanni ritrovarono solo la persona di Gesù perché il ritorno alla quotidianità è uno sporgersi sull’oltre.
La veglia per la giornata del Creato
Nella serata di sabato, aperta anche ad altri partecipanti liberamente unitisi al gruppo, si è vissuta la veglia per la giornata del creato. “Sotto lo stesso cielo. Semi di pace e di speranza” è stata la traccia di una preghiera itinerante lungo il viale che parte da Villa Alberoni. La splendida serata aveva come scenografia sopra il cielo stellato, una splendida luna e davanti la distesa delle luci della pianura nel buio della notte.
Il confronto serio e serrato con la Parola attraverso il silenzio, l’ascolto di una traccia illuminata e profondamente pensata, il dialogo a tu per tu con i sacerdoti - presente anche don Riccardo Lisoni assistente diocesano e i responsabili diocesani Chiara Conti e Franco Maggi - gli elementi che hanno costituito molto positivamente l’inizio del percorso associativo dell’anno.