La statua di San Michele a Piacenza: un segno di speranza e di fede
Il decennale della presenza dei Figli di Sant’Anna nel santuario di Santa Rita a Piacenza, si è arricchito di un momento di grande intensità spirituale: l’accoglienza della statua di San Michele Arcangelo (nella foto), proveniente dal celebre santuario di Monte Sant’Angelo al Gargano. Accompagnata da padre Marco Arciszewski dei Micheliti (Congregazione di San Michele Arcangelo), la sacra effigie rimarrà a Piacenza fino al 19 ottobre, portando con sé un forte messaggio di fede e protezione.
La celebrazione di accoglienza, svoltasi nella serata del 17 ottobre, è stata presieduta da monsignor Gianni Ambrosio, vescovo emerito di Piacenza-Bobbio, e introdotta da padre Jarbson Batista, Superiore dei Figli di Sant’Anna e rettore del santuario.
La protezione di San Michele
Nel suo discorso iniziale, padre Jarbson ha espresso un sentito ringraziamento a mons. Ambrosio, la cui presenza – ha sottolineato – “ simboleggia la conferma dell’autorità della Chiesa”.
Il sacerdote ha ricordato come San Michele Arcangelo, nelle sue apparizioni, abbia sempre scelto rappresentanti della Chiesa – papi e vescovi – per riaffermare la sua missione di difensore della fede e garante dell’autorità divina.
Padre Jarbson ha poi rivolto parole di gratitudine ai fedeli, ai confratelli e alla comunità, sottolineando il significato profondo della presenza dell’Arcangelo che, insieme a Santa Rita, rappresenta la perfezione dell’amore di Dio. Nel suo intervento, il rettore ha affidato le famiglie, i malati alla protezione di San Michele, invocandolo come guida e difensore contro il male. Citando San Francesco d’Assisi, ha invitato i fedeli ad onorare l’Arcangelo “che sempre soccorre e guida verso l’amore”.
Michele sconfigge il male
Nella sua omelia, monsignor Ambrosio ha offerto una riflessione sul significato spirituale della visita di San Michele e sul valore della speranza cristiana.
“La speranza non è semplice ottimismo – ha detto – ma una professione di fede in Cristo, unica salvezza. È la virtù che ci permette di affrontare le prove con fiducia, certi che il Signore non ci abbandona mai”.
Il vescovo ha invitato i presenti a rinnovare la fiducia nella presenza costante di Dio, che parla al cuore attraverso la preghiera e l’incontro con i fratelli, in particolare con chi è più bisognoso. Ha ricordato che San Michele è il segno di questa presenza divina: il combattente celeste che sconfigge il male e difende il popolo di Dio. L’omelia ha poi toccato temi di grande attualità spirituale: la vita come progetto divino, la responsabilità etica e spirituale di ogni uomo e la necessità di un impegno concreto nella costruzione della pace e della giustizia.
“La storia umana – ha affermato Ambrosio – non è nelle sole mani dei potenti della terra. È Dio che guida la storia, e ci invita a cooperare al suo disegno di amore e salvezza”.
Un segno che unisce
La celebrazione si è conclusa con la solenne benedizione davanti alla statua di San Michele Arcangelo.
L’arrivo della statua di San Michele a Piacenza, dopo il gemellaggio con Cascia, rappresenta dunque un nuovo capitolo nel cammino di fede dei Figli di Sant’Anna e della comunità di Santa Rita. Un segno che unisce luoghi, storie e persone sotto lo sguardo benevolo dell’Arcangelo, ricordando a tutti che la speranza cristiana continua a illuminare il cammino degli uomini, anche nei tempi più difficili.
Riccardo Tonna
Pubblicato il 18 ottobre 2025