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Cattolici ed ebrei in dialogo

dialogo
Momenti di confronto e dialogo tra il mondo cattolico e quello ebraico nella Sala delle Colonne della Curia vescovile di Piacenza. Il 13 gennaio, infatti, si è svolta la trentesima edizione della “Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei”, organizzata dalla Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Numerosi i presenti che hanno potuto apprezzare le esibizioni musicali del Coro “Col Hakolot” (in ebraico significa “tutte le voci”) di Milano, diretto da Erica Nicchio.

Tra i tanti momenti dedicati all’esecuzione di brani di musica popolare ebraica, c’è stata anche l’occasione per due rappresentanti di spicco del mondo ebraico e cattolico di parlare di uno fra i meno conosciuti testi dell’antico testamento: il libro di Ester.
Il rabbino Elia Richetti e il biblista piacentino don Paolo Mascilongo, parroco di San Sisto, si sono infatti confrontati su questo brano della Bibbia che si suppone sia stato scritto verso la fine del II secolo a.C. in Mesopotamia. Composto da dieci capitoli, esistono significative differenze tra la versione greca ed ebraica (la principale è che in quella ebraica, al contrario di quella greca, non si cita mai direttamente il nome di Dio) il testo narra la storia dell'ebrea Ester, ragazza orfana, cugina di Mardocheo, che diventa moglie del re persiano Assuero (V secolo a.C.) e salva il popolo ebraico dai complotti del malvagio Aman.
“Uno degli aspetti più interessanti del libro di Ester – ha commentato Mascilongo – è il fatto che chiama in gioco le responsabilità personali di ciascuno dei protagonisti. Vi è il richiamo al fatto che anche se Dio c’è, questo non vuol dire che l’uomo non fa nulla: al contrario, questi deve fare la sua parte, altrimenti rischia di far prevalere la morte e la distruzione”.
Un libro estremamente moderno, quello di Ester, secondo Elia Richetti, che mostra come la salvezza passa dall’affermazione della propria identità: “il testo parla di cose che avvengono in ogni generazione – ha spiegato -. Quanti ribaltamenti avvengono, infatti, nella vita delle persone e dei popoli. Dobbiamo sentirci - ha concluso - parte viva di questo rovesciamento che nasce nel momento in cui Ester rivela se stessa, la sua ebraicità, la sua identità. Afferma l’identità di un popolo che deve necessariamente avere il diritto di esistere, in quanto ogni identità deve esistere”.

Federico Tanzi

Pubblicato il 14 gennaio 2018

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