I Vescovi della Regione in visita a Bruxelles
Hanno incontrato il segretario della Comece, il presidente dell’Europarlamento Tajani e il Commissario Mogherini
Ha fatto visita a Bruxelles il 19 e 20 ottobre la delegazione dei Vescovi dell’Emilia-Romagna incontrando sia la Comece, la Commissione degli episcopati europei presso l’Unione europea, che alcune realtà istituzionali dell’Ue.
A guidare la delegazione, l’arcivescovo di Bologna mons. Matteo Zuppi. Con lui hanno viaggiato mons. Gianni Ambrosio, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio mons. Giancarlo Perego, il vescovo di Forlì-Bertinoro mons. Livio Corazza, il vescovo di Imola mons. Tommaso Ghirelli, il vescovo di Parma mons. Enrico Solmi, e l’arcivescovo di Ravenna-Cervia mons. Lorenzo Ghizzoni.
I presuli si sono incontrati con il segretario generale della COMECE, padre Olivier Poquillon, e con il dott. Alessandro Calcagno della Segreteria generale COMECE. Hanno fatto visita alla sede del Parlamento Europeo incontrando il presidente Antonio Tajani e l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione Federica Mogherini.
I Vescovi hanno poi incontrato il Segretario generale di Caritas Europa, dott. Jorge Nuño Mayer e i componenti italiani dello staff.
I cristiani e l’Europa
Con mons. Ambrosio, a lungo delegato della Cei alla Commissione degli Episcopati della Comunità europea (Comece) e vicepresidente della stessa, prima della sua partenza, abbiamo parlato del significato di questo viaggio. “Nell’incontro tenutosi lo scorso anno in Vaticano tra politici e vescovi di tutta l’Unione europea per «ripensare l’Europa» in un momento di crisi, tra ondate xenofobe e spinte indipendentiste, Papa Francesco ha dichiarato che «il primo, e forse più grande, contributo che i cristiani possono portare all’Europa di oggi è ricordarle che essa non è una raccolta di numeri o di istituzioni, ma è fatta di persone». La persona e la comunità sono «le fondamenta dell’Europa che, come cristiani, vogliamo e possiamo contribuire a costruire. I mattoni di tale edificio si chiamano: dialogo, inclusione, solidarietà, sviluppo e pace»”.
“Per questo - ha proseguito - è necessario incontrarci e conoscerci, dialogare e collaborare per lo sviluppo e la pace. Incontrando alcuni responsabili delle istituzioni europee, insieme a gruppi e associazioni che lavorano per il bene comune europeo, desideriamo esprimere concretamente il ruolo positivo e costruttivo che la fede cristiana possiede nell’edificazione della società. Papa Francesco ha spesso richiamato i cristiani alla responsabilità sul presente e sul futuro dell’Europa: non possiamo sottrarci a questa grande responsabilità. Gli incontri che avremo a Bruxelles sono un segno di questa responsabilità”.
“Il dialogo vince le contrapposizioni”
Oggi l’opinione pubblica è spesso divisa tra "Europa sì", o "Europa no": qual è la visione dell’Europa che Lei ha maturato negli anni alla Comece?
“È una contrapposizione fuorviante - sottolinea mons. Ambrosio -. Non si tratta di dire «sì» o «no» all’Europa, ma di costruire un’Europa con un’anima, con un respiro trascendente che guarda oltre l'effimero e il provvisorio e non si limita a qualche interesse economico”.
“Dopo la grande visione di padri fondatori dell’Unione europea, l’Europa ha perso il suo slancio, la sua passione, la sua identità. Così si è affermato un individualismo che cerca solo vantaggi egoistici, dimenticando il bene comune; si è perso il senso dell'appartenenza ad una «comunitàı, come volevano i fondatori, mentre ci ora si crede che una semplice «unioneı sia sufficiente. Occorre impegnarci per riscoprire la ricchezza di tutti i popoli europei: il bene comune è l’obiettivo da perseguire da parte di tutti per evitare le contrapposizioni laceranti e le formazioni estremiste e populiste. È preoccupante fare della protesta il cuore del messaggio politico, senza tuttavia offrire l’alternativa di un costruttivo progetto politico”.
“Con il dialogo - precisa ancora il Vescovo - si evita la contrapposizione sterile, che può anche mettere in pericolo la convivenza civile. Con il dialogo si evita anche l’egemonia del potere politico-burocratico che ingabbia tutto e tutti e impedisce una vera vita democratica. I cristiani europei sono chiamati a favorire il dialogo culturale e politico sia all’interno della propria nazione sia tra le diverse nazioni. Oggi il dialogo è minacciato e prevale lo scontro: è necessario ridare dignità alla politica, intesa come massimo servizio al bene comune e non come un’occupazione di potere”.
“Questo è un momento difficile per l’Europa - conclude mons. Ambrosio -, ma le difficoltà sono un’opportunità per il destino dell’Europa, chiamata a svegliarsi dal letargo spirituale per riscoprire la sua identità e ripensare la sua missione nel mondo di oggi. Accogliendo l’invito di papa Francesco, non vogliamo perdere una delle sfide importanti della storia dell’Europa, ma dare il nostro contributo per il destino di un’Europa che deve ricuperare la sua memoria, ricordando di essere stata plasmata nel corso dei secoli dalla fede cristiana, e deve guardare al futuro con speranza e con coraggio”.
D. M.
Pubblicato il 20 novembre 2018
Ascolta l'audio