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«I cantieri di Betania»: il Vescovo firma la direzione dei lavori

cantiere

“Ripensare la Chiesa in chiave di sinodalità”: è la frase ripetuta più volte da Pier Paolo Triani, membro del Gruppo di coordinamento nazionale del cammino sinodale e professore ordinario di pedagogia alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, all’apertura del Convegno diocesano, venerdì 14 ottobre alle ore 18, in Cattedrale a Piacenza.
Il Convegno, coordinato dalla giornalista Barbara Tondini e da don Paolo Cignatta, vicario episcopale per il coordinamento degli Uffici pastorali, è iniziato con la firma, come direttore dei lavori, di mons. Adriano Cevolotto, sul cartellone dell’intervento di ristrutturazione pastorale, “I cantieri di Betania”, posto al centro della navata della Cattedrale. In questo modo si è aperto ufficialmente il nuovo Anno pastorale della diocesi che vede proseguire il Cammino sinodale, avviato in tutto il mondo nei mesi scorsi su indicazione di papa Francesco in vista del Giubileo del 2025.

Il senso del cammino

La relazione di Triani, come primo punto, ha ripreso il senso del cammino già iniziato nella diocesi.
“Perché il percorso della chiesa italiana va in questa direzione?” È la domanda, sollecitata dal professore, che invita le chiese italiane a tradurre la fase della narrazione e dell’ascolto in una metodologia chiamata della “conversazione spirituale” che “punta - ha spiegato Triani - ad attivare quei processi di condivisione, e di passaggio dall’”io” al “noi” che devono caratterizzare la fase narrativa del Cammino sinodale. In secondo luogo, l’attenzione al metodo vuole esprimere come il camminare insieme deve avere, imprescindibilmente, la disponibilità all’ascolto dell’altro, ma anche il saper intercettare la voce dello Spirito Santo che parla nella vita delle persone. Questo è il dinamismo che sempre dovrebbe animare la vita della Chiesa”.

Valorizzare quello che c’è

L’invito di papa Francesco, rivolto alle Chiese, - secondo il docente della Cattolica - vuole mettere al centro il tema della sinodalità, facendo nascere come risposta, un esercizio di corresponsabilità per vivere il camminare insieme come tratto costitutivo della vita della chiesa.
“Il cammino sinodale è una grande palestra, uno stile da assumere - ha evidenziato Triani - in cui la comunità cristiana vive la sua ordinarietà, un cammino che sollecita progettualità e creatività”. Spesso il professore, nel suo lavoro di coordinamento nelle diocesi italiane, è stato sollecitato da domande del tipo: “Cosa dobbiamo fare? Cosa dobbiamo togliere?” Per il docente l’approccio non è questo: “Bisogna valorizzare quello che già c’è e rinnovarlo, evitando ogni ansia di programmazione. È necessario percorrere un cammino che intende valorizzare le risorse, fondato sulle fasi: narrativa, sapienziale e profetica”.

Tempi lunghi

Il percorso di quest’anno continua sull’aspetto narrativo, evitando - per il docente - alcuni rischi: quello di eseguire delle indicazioni per mostrare solo di avere fatto qualcosa, quello di restare indifferenti, e quello dell’ansia di prestazione. “Ci vogliono tempi lunghi - ha sottolineato Triani - un cammino duraturo per entrare in profondità, un percorso difficile, impegnativo, non predefinito, che ci chiede di lavorare insieme, evitando i nostri individualismi. Solo coinvolgendo le persone, ascoltando le loro narrazioni, si possono generare risorse nuove”.

Tante domande

Una decina i nuclei tematici che sono già emersi dall’ascolto tra cui, le relazioni, il dialogo, la comunicazione e la condivisione. L’interrogativo fondamentale - per il professore - è quello di come permettere alle persone, impegnate nella pastorale, di non farsi schiacciare dalle cose che fanno?
Una domanda che ne suscita altre:
Come liberare i sacerdoti da carichi non pastorali?
Come rivedere la formazione in tutti gli ambiti?
Come valorizzare al meglio gli organismi di partecipazione?

La risposta da Betania

La risposta che viene dai “cantieri di Betania”, del Vangelo di Luca, - per il docente - propone alla chiesa uno sguardo progettuale, una immagine dinamica che si mette all’ascolto del Signore. L’idea di cantiere che emerge non è un insieme di eventi, ma un percorso, fondato sui tre verbi: delimitare, approfondire e costruire. Gli strumenti per realizzare tutto questo - secondo Triani - sono le sintesi diocesane, le equipe diocesane che devono continuare a coltivare il metodo basato sulla “conversazione spirituale”.

Camminare insieme

Al termine mons. Adriano Cevolotto ha evidenziato come bisogna abituarsi a questo modo di procedere, recuperando la bellezza dell’ascolto, esprimendo maggiore fiducia nei confronti di tutti. “Il cammino sinodale, proposto da papa Francesco - ha affermato il presule - è una prospettiva stimolante e provocante. In questo modo si può cambiare senza ancorarsi troppo sul già vissuto… I risultati ci saranno un po' alla volta. È necessario non una semplice passeggiata, ma provare il sudore della fatica che si vive nel camminare insieme”.

Riccardo Tonna

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Nelle foto, in alto, il vescovo Cevolotto con don Cignatta e il prof. Triani all'apertura del Convegno diocesano in Cattedrale; sopra, la firma di mons. Cevolotto come direttore dei lavori.

Pubblicato il 15 ottobre 2022

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