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Nell'autunno 2023 la Visita pastorale del Vescovo alla diocesi

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Partirà nell’autunno 2023 la prima Visita pastorale del vescovo mons. Adriano Cevolotto, alla guida della diocesi dall’ottobre 2020. Saranno nuovi i criteri su cui verrà realizzata; si svolgerà, infatti, nelle Comunità pastorali, 38 in tutta la diocesi. L’annuncio è stato dato dal Vescovo all’incontro con sacerdoti e diaconi in occasione della Festa del Sacro Cuore il 9 giugno al Seminario vescovile. L’obiettivo - ha spiegato mons. Cevolotto - non è di dar vita a momenti puramente celebrativi, ma di incoraggiare le Comunità pastorali nelle loro nuove scelte pastorali condivise dalle diverse componenti, sacerdoti, diaconi, religiosi e laici.


Ripensando al cammino sinodale
L’intervento di mons. Cevolotto ha preso le mosse dalla recente sintesi del lavoro compiuto nei gruppi di ascolto sinodale all’interno delle parrocchie e delle Comunità pastorali nei mesi scorsi. Da questa sintesi dovrebbero emergere alcune indicazioni chiave da sottoporre al Vescovo perché proponga alla diocesi le direzioni del percorso dei prossimi anni.
Il Vescovo ha invitato i sacerdoti a leggere anche le osservazioni critiche che trovano spazio nella sintesi non come una “critica”, ma come una spinta ad una nuova mentalità pastorale. Le osservazioni emerse - sintetizziamo il suo pensiero - possono o portarci a un atteggiamento depressivo, in cui ci sentiamo svalutati, oppure aggressivo, in base al quale ci sentiamo criticati in modo ingiustificato.


Sì ad atteggiamenti di fiducia e costruttivi
Sulla scia del tema della Lettera pastorale dell’ottobre scorso - “Dal lamento all’appello” -, solo un atteggiamento costruttivo che nasce dalla fiducia può aprire nuove prospettive di cammino pastorale e ridare senso e gusto al nostro lavoro. È, infatti, la consolazione dello Spirito, e non una semplice pacca sulle spalle che ci può motivare a guardare avanti; in caso contrario, scatta in noi un atteggiamento rinunciatario.
Anche agli inizi della Chiesa è stato così: non sono mai mancati i problemi. Lo testimoniano, ad esempio, le lettere alle sette Chiese dell’Apocalisse, nell’Asia minore, fiorenti nei primi secoli cristiane, anch’esse allora alle prese con numerose problematiche interne. Il libro dell’Apocalisse non nasconde la verità, ma proprio per questo sa leggere nei fatti la possibilità di diversi aprire strade nuove.


È cresciuta la nostra capacità di ascoltare?
Una riflessione che ci deve accompagnare riguarda la nostra capacità di ascoltare: avendo vissuto il Cammino sinodale, siamo riusciti ad ascoltare più in profondità le persone che si sono coinvolte negli gruppi sinodali? Sia noi che i nostri parrocchiani abbiamo assaporato la novità del percorso sinodale? Come ci siamo messi insieme in ascolto del Signore? Ciascuno di noi si è sentito ascoltato dai parrocchiani, dal Vescovo, dagli altri sacerdoti?


Dall’assolo alla partecipazione comunitaria
Non siamo solo noi sacerdoti a doversi mettere in discussione, ma è tutta la realtà ecclesiale chiamata a ripensarsi. Molte attività sono ancora centrate sulla figura del sacerdote che è tentato dall’assolo. Oggi invece siamo chiamati a far prevalere la logica del coro, che armonizza le varie voci. Dall’assolo, da una gestione pastorale che a volte può diventare personalistica, possiamo passare a sviluppare, a poco a poco, la partecipazione comunitaria, in cui i laici non siano semplici esecutori ma portatori di carismi e doni. Al sacerdote, chiamato a sviluppare il carisma della sintesi, spetterà il compito di armonizzare le diverse realtà. Anche nel presbiterio possiamo sperimentare che le nostre diversità sono una risorsa che ci arricchisce e che ci motiva ad una formazione sempre maggiore.


Costruire relazioni con tutti
Ogni cambiamento richiede tempo, ciò che conta è che tutto sia fatto da noi per far crescere la comunità. Pensiamo ad esempio alle tante possibilità di incontro con i cosiddetti lontani: dai genitori dei bambini e dei ragazzi del catechismo a chi chiede il battesimo per i propri figli o ai giovani adulti che si sposano religiosamente; molti di loro non frequentano la Chiesa da tempo. Occorre andare loro incontro - noi e un’équipe di laici - sapendo creare una relazione, con un’accoglienza capace di generare il desiderio di proseguire il rapporto con la comunità cristiana.


Il carisma della sintesi
Il documento di sintesi del Cammino sinodale sottolinea l’importanza che il sacerdote sia guida carismatica della comunità. Guida carismatica non significa essere dotati del carisma di leader travolgente, ma del carisma del pastore capace di promuovere carismi e qualità a servizio di un cammino di comunione valorizzando gli altri, accettando di passare anche in secondo piano. In tutto ciò si rivela importante il coinvolgimento degli organismi partecipativi, a partire dal Consiglio di Comunità pastorale nell’ambito del quale compiere scelte condivise e avviare anche a piccoli passi processi generativi. Il primo compito di chi presiede è ascoltare, per non correre il rischio di mettere se stesso davanti a tutto. Il discernimento comunitario è tale se conduce davvero a scelte concrete condivise e non solo a ragionamenti teorici.


Un tempo per la preghiera
Oggi, lo conferma una ricerca dell’Università Cattolica, la parrocchia è ancora per molte persone un riferimento importante. Tutto ciò ci offre ancora occasioni di incontro con le persone; a questo proposito occorre da parte di sacerdoti e diaconi la cura spirituale della propria vita di fede, con un tempo personale per la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio. Solo così - ha puntualizzato il Vescovo - il nostro ufficio di presidenza si qualificherà in modo appropriato.
Se è vero che l’eucaristia alimenta la vita delle persone, occorre muoverci in questa direzione, riservando una cura particolare alle celebrazioni, non correndo da una messa all’altra. L’essenziale va privilegiato perché ci aiuta a crescere. Ci possa aiutare – ha concluso il Vescovo - in questo cammino di discernimento Maria Madre del Buon Consiglio.

D. M.

Nella foto, il vescovo mons. Cevolotto durante il suo intervento alla Festa del Sacro Cuore al Seminario vescovile.

Pubblicato il 9 giugno 2022

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