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Cammino San Colombano, il Vescovo a Mezzano Scotti

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La sosta a Mezzano Scotti del vescovo Adriano Cevolotto in pellegrinaggio sul tratto del Cammino di San Colombano dal Guado di Sigerico a Bobbio è stata particolarmente significativa. E’ stato il primo contatto, certamente sentito e scandito nei passi, tra il Pastore e l’antico borgo.
Solo tre “resilienti” del ben più folto gruppo alla partenza hanno raggiunto la meta: il vescovo, Mauro Steffenini, presidente dell’associazione Columban Way, responsabile della segnaletica del Cammino che attraversa il borgo, e Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi, molto interessato al borgo che fu sede dell’antico monastero di San Paolo fiorente nel medioevo accanto a quello matrice di Bobbio.

Le dimensioni dello zaino sulle spalle dei tre pellegrini all’arrivo a Mezzano hanno smascherato un curioso particolare: solo il Vescovo ha compiuto l’intero percorso senza usufruire di supporti o scorciatoie, anche in preparazione del prossimo pellegrinaggio coi giovani della diocesi sul cammino di Santiago.
L’impresa rimarrà nel cuore. Dei paesani, che insieme al parroco don Francesco Gandolfi hanno festosamente accolto i tre pellegrini e dei pellegrini stessi che a Mezzano hanno potuto rifocillarsi in vista dell’ultimo sforzo prima di raggiungere Bobbio con altre due ore e mezzo di cammino, toccando i paesi di Centomerli e Degara.

La visita alla chiesa parrocchiale è stata movimentata dall’incursione di un diavoletto (l’undicenne Raul) tentatore del vescovo, davanti al quale ha però dovuto infine inginocchiarsi.
I tre pellegrini sono giunti in paese con un po’ di ritardo, per la deviazione effettuata alla Pietra Perducca, sito in effetti imperdibile, un tempo sotto la giurisdizione del monastero di Mezzano.

Le più recenti ricerche storiche abbinano la fondazione di detto monastero alla diaspora dei monaci bobbiesi al tempo di Attala, l’Abate successore di Colombano a Bobbio, insieme ai coevi monasteri di Fiorenzuola, Tolla e Gravago.
A Mezzano (lo ricordava il prof. Nuvolone) si raccolsero i monaci irlandesi. A loro memoria probabile l’aggiunta del suffisso Scotti: erano, infatti, noti come “scoti” coloro che provenivano dalla Scotia Maior, antico nome dell’Irlanda.

Nel tempo si è persa questa relazione tra il borgo e l’isola di smeraldo. Ma recentemente il legame è stato rinnovato grazie al progetto “Peregrinus” che ha riportato e fatto affezionare al paese molti irlandesi: musicisti, cantanti, cavalieri di San Colombano, missionari di San Colombano, ecologisti, architetti, insegnanti coinvolti in progetti didattici, esponenti istituzionali della Repubblica d’Irlanda e del Nord Irlanda, tra cui la presidente della Contea di Bangor.

Grazie a “Peregrinus” Mezzano è stato inserito per 5 anni nelle Giornate Europee del Patrimonio, così comparendo nel 2018 nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e portando il borgo all’attenzione del Ministero del Turismo
A Mezzano è nata l’idea dei gemellaggi tra rugby-club irlandesi e italiani, tra cui è in cantiere quello tra Piacenza e Navan. E sempre in paese è avvenuto il primo incontro per il gemellaggio tra i cori di Bobbio e Bangor.
Questo solido ponte di amicizie ora è affidato anche al vescovo Adriano Cevolotto.

Luisa Follini

Pubblicato il 2 giugno 2022


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