Il vaticanista Fabio Marchese Ragona il 26 a Piacenza
Mercoledì 26 giugno alle 18 al Seminario Vescovile (via Scalabrini, 67 Piacenza), a cura delle redazioni di Libertà e Il Nuovo Giornale, si tiene la presentazione del libro “Life. La mia storia dentro la Storia. La prima autobiografia di papa Francesco”, nata dal dialogo tra il Pontefice e il vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona.
Com'è nato il libro
“Un giorno - racconta Fabio Marchese Ragona nell'intervista rilasciata al Nuovo Giornale - ho proposto al Papa l’idea del libro e lui ha voluto capire che tipo di progetto avevo in mente. Gli ho sottoposto un indice, lo ha visionato, e abbiamo iniziato a lavorare un anno fa. Da un lato mi ha mosso una curiosità giornalistica: dov’era il Papa quando è caduto il Muro, o quando l’Argentina ha vinto i mondiali, o durante l’attacco alle Torri gemelle. Dall’altro, visto che Francesco dice sempre che bisogna creare un’alleanza tra giovani e anziani, mi sembrava bello sentire i suoi racconti. Lui mi ha risposto: «Posso offrire una testimonianza»”.
Così ci siamo incontrati diverse volte a Santa Marta per lunghe sessioni e poi ci sono state tante telefonate ed e-mail”.
“Il titolo - aggiunge - l’ho pensato io e a lui è piaciuto, il sottotitolo è nato da entrambi. È in inglese soprattutto perché il libro è nato come progetto internazionale: è stato tradotto in otto lingue e presentato in ventuno paesi. Il Papa si rivolge a tutti, lancia dei temi forti e l’editore HarperCollins ci garantiva una diffusione globale. Quando abbiamo portato a Bergoglio le prime copie stampate nelle varie lingue ha esclamato: “Caspita, non pensavo che questo progetto fosse così grande. All’inizio non ci credevo tanto, ora invece vedo che è davvero importante perché è diffuso in quasi tutto il mondo”.
A quattro mani con Francesco
Scrivere un libro con il Papa non è certo un servizio abituale per un giornalista. È stato un lavoro molto particolare - ha spiegato il vaticanista di Mediaset: hai di fronte una delle persone più importanti al mondo, che ha una cultura sconfinata, rappresenta 1,2 miliardi di cattolici, è un leader spirituale e morale e allo stesso tempo ha una semplicità tale che non ti fa sentire a disagio. Mi sembrava di stare con il parroco del mio paese che mi chiede se ho mangiato, che mi chiama per chiedermi come sto, e però è il Papa.
Per quanto riguarda la preparazione a realizzare questo progetto, ho pensato - prosegue il giornalista - ai messaggi che il Papa poteva lanciare su vari temi: il dialogo interreligioso, la tutela della vita, la pace, il dialogo fraterno, la lotta gli abusi; ho rispolverato i libri di storia, ho viaggiato e ho ripreso i temi che aveva trattato in passato. Ho cercato di metterlo a suo agio nelle nostre conversazioni che partivano sempre dal racconto della sua storia e si allargavano al contesto in cui si trovava. Per esempio, il capitolo sull’11 settembre 2001 è stato un modo per riflettere sul dialogo interreligioso. Dopo i nostri colloqui mi telefonava per aggiungere dei particolari o degli aneddoti che gli erano venuti in mente. Io gli mandavo un capitolo trascritto e lui mi telefonava per offrirmi eventuali integrazioni. Correggeva pure i refusi!
Nella foto, il giornalista vaticanista Fabio Marchese Ragona con papa Francesco.
Pubblicato il 25 giugno 2024
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