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La vita di don Giuseppe Borea: fedeltà, coraggio e determinazione

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A 80 anni dalla tragica uccisione di don Giuseppe Borea, l’8 febbraio, la comunità locale si è riunita, nel cimitero urbano di Piacenza, per ricordare il suo sacrificio e il suo impegno per la giustizia.
La celebrazione è stata presieduta da don Giuseppe Basini, vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, che ha guidato una intensa e significativa liturgia nella cappella del Cimitero. Numerosi rappresentanti delle associazioni di partigiani, reduci della guerra, sindaci e autorità locali, hanno partecipato all'evento, testimoniando la gratitudine e il rispetto per il coraggio e la dedizione di don Borea.

Pietre di inciampo

“Desideriamo ricordare don Giuseppe Borea - ha esordito don Basini - nell’anniversario della sua uccisione avvenuta il 9 febbraio del 1945 e con lui tutti i martiri della libertà che durante il periodo della Resistenza sono stati fucilati contro le mura del cimitero urbano… Sono trascorsi 80 anni, vogliamo benedire il Signore per il dono della loro vita. Molti sono i sacerdoti, religiosi, religiose e laici perseguitati e uccisi perché ritenuti un inciampo per i regimi totalitari di varie matrici ideologiche. La loro testimonianza deve essere per tutti noi stimolo a fare della nostra via un’opera di bene”.

Dare la vita

Le parole di don Basini poi si sono focalizzate sui tre lineamenti che hanno caratterizzato l'esistenza di don Giuseppe Borea: fedeltà, coraggio e determinazione. Sottolineando l'importanza della fedeltà a Dio, al Vangelo e all'uomo, don Basini ha spiegato che questa si misura nel dare la vita per qualcuno anziché per un'idea astratta, sottolineando così che l'amore richiede disponibilità a pagare anche il prezzo più alto, compreso quello della propria esistenza.

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Ascoltare, sognare e agire

“Ascoltare, sognare e agire”: sono stati i tre verbi proposti dal vicario generale per guidare il cammino di ogni cristiano. “Il primo passo - sintetizziamo le parole di don Basini - è l'ascolto del passato, dell'esperienza dei testimoni che ci hanno preceduto, e dell'appello di chi soffre oggi. Non possiamo restare indifferenti, dobbiamo esporre la nostra vita e non solo imporla agli altri. Inoltre, è importante ascoltare anche la voce interiore che a volte soffochiamo con paura e calcoli. Il secondo verbo è sognare, riprendere il coraggio di immaginare un mondo diverso, non rassegnandosi al presente, ma credendo che sia possibile un cambiamento. Infine, il terzo verbo è agire, mettere in pratica i nostri sogni e le nostre convinzioni, generando cultura e lavorando per un mondo più giusto e umano”.

Sulla tomba di don Borea

Al termine della celebrazione eucaristica, un momento di grande commozione si è vissuto quando i partecipanti si sono recati alla tomba di don Borea, portando con sé una corona di alloro come segno di onore e devozione per il defunto.

La presenza unita e partecipe delle varie associazioni e delle autorità locali ha reso ancora più significativa questa giornata di commemorazione, sottolineando l'importanza di mantenere viva la memoria dei protagonisti che hanno dato la propria vita per difendere i valori di libertà e giustizia.

Riccardo Tonna

Pubblicato  il 9 febbraio 2025

Nelle foto, la commemorazione di don Giuseppe Borea alla presenza del vicario generale don Giuseppe Basini.

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