Missionari Martiri: riflessione e preghiera nel ricordo di Annalena Tonelli
“Annalena non cercava di convertire le persone, ma di condividere l’amore”: sono alcune delle parole usate da Sauro Bandi, direttore del Centro Missionario di Forlì, nel descrivere Annalena Tonelli, missionaria forlivese, durante la Veglia per i Missionari Martiri, svoltasi il 24 marzo, nella chiesa di Santa Franca a Piacenza. Presieduta da mons. Adriano Cevolotto, la Veglia ha offerto un'opportunità preziosa per riflettere sulla vita e l'impegno di coloro che, con coraggio e dedizione, hanno scelto di servire gli altri fino all'estremo sacrificio.
Amore concreto
Nella sua testimonianza, Sauro Bandi si è soffermato sulla figura di Annalena, sottolineando il suo impegno radicale verso la povertà, ispirato da Charles de Foucauld, che si è espresso attraverso azioni concrete piuttosto che parole. Dopo sei anni di servizio a Forlì, - ha affermato Bandi - Annalena si trasferisce in Kenya poi in Somalia per quasi 35 anni, dove non cerca di convertire le persone, ma di condividere l’amore, ponendo il bene degli altri al primo posto. La sua vita è testimonianza del messaggio cristiano di amare come Cristo, affrontando sfide come la povertà estrema e i problemi nutrizionali locali, cercando sempre di sentirsi parte di coloro che soffrono.
Sostenere i piccoli e gli invisibili
Fondatrice del Walaal Farahsan Rehabilitation Centre for the Disabled in Wajir, nel Nord-Est del Kenya, dove accoglie bambini con disabilità, offre loro un ambiente familiare che promuove amore e dignità. Bandi ha evidenziato, riprendendo le parole di Annalena, che il vero problema dell'Africa è l'assenza d'amore, ed ha invitato a sostenere i "piccoli" e gli invisibili. Annalena - sintetizziamo le parole di Bandi - costruisce anche un eremo per rinnovare il suo spirito e si dedica allo studio della medicina per curare malattie trascurate, guadagnandosi l’affetto della comunità.
La sua dedizione la porta a rimanere accanto alla sua gente anche di fronte ad ogni calamità. Il 5 ottobre 2003, viene uccisa da due sicari. Le sue ceneri sono state sparse, come aveva espressamente chiesto, nell’eremo di Wajir “sulla sabbia del deserto più amato del mondo”. Poche lapidarie parole su un foglietto scritto a mano: “Non parlate di me che non avrebbe senso, ma date gloria al Signore per gli infiniti indicibilmente grandi doni di cui ha intessuto la mia vita”.
Essere una porta aperta sulla speranza
Successivamente, mons. Cevolotto ha condiviso una meditazione che ha approfondito ulteriormente il significato della missione nel contesto attuale, parlando dell'importanza dell'amore e della presenza autentica nella vita degli altri. Nell'immagine dell'abbraccio, il presule ha descritto come l'amore possa generare legami forti e significativi, ed ha sottolineato che il problema del Terzo Mondo potrà essere affrontato solo quando i giovani saranno disposti a dedicare la loro vita agli altri. La vera missione - sintetizziamo le parole del vescovo - parte dalla conversione personale e dalla disposizione a vivere una vita di bontà, senza necessariamente compiere gesti straordinari.
Il messaggio centrale è quello di prendere sul serio la propria vita per poter apprezzare e valorizzare anche la vita degli altri. Significa essere come una "porta aperta sulla speranza", invitando tutti a diventare un fermento di gioia nel mondo.
Nella foto, il gruppo dei giovani di Cadeo con il Vescovo.
La consegna del crocifisso ad un gruppo di giovani di Cadeo
Un momento particolarmente toccante della veglia è stato dedicato alla preghiera per i missionari martiri morti nello scorso anno. Due suore hanno portato un fiore, simbolo di amore e rispetto, davanti alla croce, uno per ogni continente, in onore di coloro che hanno dato la propria vita al servizio degli altri. La serata si è conclusa con un gesto di speranza e di continuità: la consegna di un crocifisso a un gruppo di giovani di Cadeo, che questa estate partiranno per un'esperienza missionaria in Brasile. Questo simbolo è stato consegnato da mons. Cevolotto con l'auspicio che i giovani possano vivere appieno la loro missione fondata sull’amore dei martiri.
Riccardo Tonna
Nella foto in alto, la Veglia dei Missionari Martiri in Santa Franca
Pubblicato il 25 marzo 2025
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