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Piacenza prega per la pace in Ucraina

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“Questa preghiera è un segno di speranza mentre la violenza semina morte”: così il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha aperto l’11 marzo la serata di preghiera per la pace nella basilica del patrono Sant’Antonino a Piacenza. Vi hanno preso parte, insieme alla cittadinanza e alle autorità, i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane e della comunità islamica: unanime il grido a Dio perché ritorni la pace di fronte al devastante conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina.

“Lasciamo parlare il silenzio”: è stato l’invito del Vescovo per dare spazio alla voce del cuore, un silenzio che stride con i rumori e le grida della guerra che sono stati riprodotti e ascoltati in piazza Cavalli.

La lettura dal libro biblico del profeta Sofonia lascia senza parole per la sua incredibile attualità: “guai alla città ribelle i cui capi sono come leoni ruggenti, i suoi profeti sono irresponsabili e bugiardi, i malvagi continuano ad agire male”. Eppure, davanti ai fallimenti dell’uomo di ogni tempo, ritorna l’invito a tornare al Signore che è un Dio di pace.

“Il 31 dicembre 2021 - sono le parole di mons. Cevolotto - nel mondo c’erano 359 conflitti, di cui 21 di alta intensità”. Il Vescovo ha citato le parole di papa Francesco nell’Angelus di domenica scorsa: “In Ucraina scorre un fiume di sangue e di lacrime”.

Questo enorme dolore - ha detto il Vescovo - che segna questa guerra, un dolore che appare senza senso, ci ha come risvegliato dal nostro torpore. Questo sangue si mescola al sangue versato sulla Croce e le lacrime si mescolano alle lacrime di Gesù che ben conosce il nostro soffrire. È lui che ha fatto dei due un popolo solo, una cosa sola - come dice la Lettera agli Efesini nella Sacra Scrittura -, egli è la nostra pace.

In Gesù il nostro Dio - ha proseguito il Vescovo - è in ogni luogo in cui si combattono guerre; come Gesù, anche Maria è vicina alle sofferenze di ogni persona, come è stata vicina al suo figlio Gesù nel cammino verso la Croce.

Non ci sono vincitori nella guerra - ha sottolineato il Vescovo -. Con Cristo siamo uomini e donne delle Beatitudini per diffondere la pace. La pace è affidata a ciascuno, alla nostra responsabilità, dovremmo vergognarci ogni volta che la divisione esce dal nostro cuore e alimentiamo conflitti, tra gruppi sociali, tra culture e provenienze geografiche differenti, tra generazioni. Convertiamoci - ha concluso - alla cultura della pace.

All’appello del Vescovo si sono uniti il pastore evangelico Nicola Tedoldi e gli ortodossi Grigore Catan e Kliment Misanj, alla guida delle comunità russa legata al Patriarcato di Mosca e macedone. Sono stati ricordati nei loro interventi i profughi che arrivano nel nostro Paese vittime della pazzia della guerra e il battesimo della Russia nel 980 con il principe Vladimir, inizio di una storia segnata dalla fede e oggi così colpita in modo drammatico. La preghiera del Padre Nostro in ucraino ha commosso i presenti e ha rilanciato la speranza di pace. In piazza Cavalli il sindaco Patrizia Barbieri ha acceso una luce di fronte alla lapide dei Caduti in guerra, luce che attraverso centinaia di candele si è propagata in tutta la piazza. 

Il video della serata di preghiera è visibile sul canale YouTube della diocesi, piacenzadiocesitv.

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Pubblicato l'11 marzo 2022

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