Veglia dei giovani. Il Vescovo: il sogno non è un progetto che puoi controllare
“Il posto dei sogni è il luogo di tutti quelli che si avvicinano al cielo senza toccarlo ma credendoci tantissimo, come se gliel’avesse suggerito un angelo. Un sogno è sempre sognare insieme”: con queste parole, lo scrittore Matteo Corradini ha accolto i tanti giovani che nella serata di venerdì 16 dicembre si sono ritrovati sul sagrato della chiesa di San Nicolò per la consueta Veglia di Avvento. Dopo essere stati accolti uno per uno dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, i giovani hanno preso posto tra le navate, riempiendo la chiesa e lasciandosi guidare nei vari momenti della celebrazione.
Messori: con lo sport si può abbattere ogni pregiudizio.
Tre tempi: la crisi, la cura, la guarigione, a scandire i passaggi della vita del padre di Gesù, accompagnati da una testimonianza preziosa. Francesco Messori, classe 1998, fondatore e capitano della Nazionale Italiana Calcio Amputati, è un giovane che, nella sua vita, ha sperimentato qualcosa di simile a ciò che deve aver provato Giuseppe in quei giorni. Francesco, nato senza la gamba destra, ha preso la parola davanti ai giovani: “Ho iniziato a giocare a calcio tra ragazzi con due gambe in oratorio. Usavo la protesi ma poi ho capito che non faceva per me: era un peso inutile, avrei potuto fare meglio senza. La mia natura è sempre stata quella di vivere con una sola gamba, non mi serviva niente di più: a dieci anni ho deciso di abbandonarla ed è iniziata la vita con le stampelle che però erano considerate pericolose, non potevo giocare partite ufficiali ma solo allenarmi con la mia squadra. Per abbattere questo muro, il CSI dal 2011 ha deciso di cambiare il regolamento, tesserandomi e consentendomi di giocare partite ufficiali. Il mio sogno non si era però ancora pienamente realizzato: volevo confrontarmi alla pari, cercavo altri amputati che avessero la mia stessa passione per il calcio. Non esisteva ancora una nazionale di calciatori amputati, perciò ci abbiamo provato noi: l’8 dicembre 2012 è nata la Nazionale Amputati. Questa è la dimostrazione che lo sport può abbattere ogni pregiudizio: tutti riescono a esprimersi nel proprio modo, con ciò che hanno. Quando ci guardano sul campo da calcio, molti cambiano prospettiva: se prima ci osservavano per quello che ci mancava, ora ci vedono per ciò che abbiamo e per ciò che con quello riusciamo a fare. Dobbiamo fare noi il primo passo per far capire agli altri che la disabilità non è un peso per noi”.
Il Vescovo: “prima capire, poi fare”
Il vescovo Cevolotto è poi intervenuto, commentando il Vangelo e rivolgendosi direttamente ai ragazzi: “Dopo che il suo sogno si infrange, Giuseppe entra in un vortice di pensieri, tuttavia decide di conservare dentro di sé questa sofferenza. Quando non sa più come uscirne, ecco che subentra il sonno: è un momento decisivo, perché quando dormiamo non siamo più padroni di noi stessi. È lì, nella fessura di quella rinuncia a essere lui a prendere il controllo della situazione, in quella fessura sottile come il sonno di una notte, che arriva una parola. Una parola che conferma che Maria dice la verità. A loro sta accadendo qualcosa che devono rinunciare a capire, per affidarsi a qualcosa che il Signore gli farà vivere e, un po' alla volta, capire. Noi vogliamo sempre pianificare la nostra vita perché entri in schemi precisi: prima capire, poi fare. Giuseppe è invitato a fare per capire: il sogno non è un progetto che puoi controllare. E il nome che Giuseppe dà al bambino è Gesù, cioè Dio Salva: salva Maria, facendola diventare madre. Ma salva anche Giuseppe da un copione che avrebbe potuto essere non recitato, da un fallimento che solo lui poteva vivere. Dio salva Maria, Giuseppe e il mondo”.
Messori: "se ci sono momenti bui nella vita, c'è qualcuno che ci ama infinitamente”
Francesco ha poi offerto la seconda parte della sua testimonianza: “Vengo dal periodo più difficile della mia vita. L’anno scorso ho iniziato a stare male: sono caduto in depressione. Non sapevo più chi fosse il vero Francesco, se il bambino nato senza la gamba e con il sogno di giocare a calcio, o il personaggio che mi ero costruito crescendo. Mi faceva paura tutto, non riuscivo a guardarmi allo specchio: proprio in quel momento di grande dolore ho conosciuto l'amore di Dio. Quando ero in clinica, ho ricevuto una foto dei miei compagni di squadra: appena l'ho vista, mi sono sentito infinitamente grato per la vita, e ho iniziato a piangere; l’unico modo in cui oggi riesco a spiegare l'amore di Dio, è con le lacrime. Dio ha salvato il mondo e anche me: prima ero credente ma adesso sono un figlio amato, e fa tutta la differenza del mondo. Se vivrete momenti bui e difficili in cui non riuscirete ad accettarvi perché non vi piacete, sappiate che c'è qualcuno che vi ama infinitamente per quello che siete. E non ci chiede nulla in cambio, ci ama e basta. Vi auguro di trovare questo amore e di aprire il cuore, perché possa conoscervi”.
Mons. Cevolotto lo ha infine ringraziato per le sue parole: “Come abbiamo sentito, Cristo ha due nomi: Gesù, Dio che salva, ed Emmanuele, Dio con noi. Stasera ci hai mostrato davvero perché Dio salva, e perché Dio è con noi”.
Dopo la Veglia, i ragazzi sono stati invitati nel vicino cinema parrocchiale, dove don Alessandro Mazzoni, in rappresentanza della Pastorale Giovanile, ha presentato la proposta diocesana del viaggio verso la GMG, tra il 29 luglio e l’11 agosto 2023.
Paolo Prazzoli
Nelle foto: in alto il Vescovo con Francesco Messori; sopra, i giovani alla Veglia di Avvento a San Nicolò.
Pubblicato il 17 dicembre 2022
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