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«Le Valigie della speranza», bagagli per costruire un futuro

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“Il desiderio di un futuro migliore è spesso più potente di un passato fatto di tribolazioni e violenze”. A testimoniarlo le “Valigie della speranza” consegnate da Giuseppina Schiavi a Esohe Osadolor e Vanessa Lipi alla Protezione della Giovane di via Tempio lo scorso 15 novembre.
“La determinazione e il coraggio di queste ragazze - ha spiegato Schiavi, a capo dell'istituto di solidarietà tutto al femminile di via Tempio -, ci ha spinto a dare a loro queste valigie, simbolo di sogni e rinascita”.
Copertine, lenzuolini, un bavaglino da bambino, scaldacollo, guanti e un piccolo contributo per l'affitto. “Non c'è tanto in queste valige di cartone - dice Giuseppina - , ma certamente la speranza di poter continuare a costruire il futuro desiderato”.
Siamo alla sesta edizione delle “Valigie della speranza” - continua - , che ogni anno nella casa di via Tempio (presente a Piacenza dal 1928 come presidio di aiuto e assistenza per donne in difficoltà) assegniamo alle nostre ospiti come in tutte le case della Federazione nazionale, in occasione della Giornata mondiale dei poveri celebrata domenica 19 novembre. Noi vogliamo che non sia solo una Giornata di carità e assistenza per chi ha bisogno, ma anche e soprattutto un momento di speranza per il futuro: l'aiuto è infatti necessario per rialzarsi, ma senza la speranza e la voglia di mettersi in gioco non si ricomincia a camminare da soli. Tra le ragazze che abbiamo accolto in passato, o che ancora oggi abitano con noi – ha concluso Giuseppina – scegliamo ogni anno di consegnare la valigetta a quelle che più hanno dimostrato di ricompensare l'aiuto ricevuto con il percorso di autonomia personale intrapreso e con la capacità di essere brave cittadine italiane”.

La storia di Esohe

Non solo donne migranti arrivate in Italia con i barconi, anche ragazze giunte nel nostro Paese per altre vie, ma comunque costrette a lasciare i propri luoghi d'origine per costruirsi una vita dignitosa altrove. Donne che hanno saputo superare un passato di dolore, mpegnandosi in un cammino di integrazione, realizzazione e responsabilità personali.
Esohe Osadolor, 34 anni, nigeriana è stata la prima destinataria della “valigia della speranza” di questo 2023. È arrivata dalla Libia nell'agosto del 2015 su un gommone, dopo un lungo, pericoloso viaggio attraverso il deserto del Niger e poi il Mediterraneo.
“Quando è arrivata qui a Piacenza da Lampedusa - ha raccontato Schiavi - aveva addosso solo canottiera, leggins e infradito e poteva contare solo su di noi. Ha dimostrato da subito di voler studiare l'italiano, di impegnarsi per lavorare, con turni pesanti in fabbrica e nella logistica”.
Appena ha cominciato a cavarsela con la lingua e il lavoro, Esohe ha subito avuto voglia di farsi una vita nuova, tutta sua. Nel 2019, lavorando, ha conosciuto un ragazzo nigeriano molto serio, il suo futuro marito. Dopo il matrimonio sia civile che religioso nel 2021, il frutto del loro amore è nato nel 2023: la piccola Eleora. Il nome vuol dire: “God is my light”, “Dio è la mia luce”.
“Esohe è un esempio positivo di integrazione e perseveranza che molte ragazze dovrebbero seguire, le abbiamo dato la valigia della speranza per questo motivo - ha detto la responsabile della Protezione della Giovane -. Ha dovuto affrontare molte difficoltà anche dal punto di vista del riconoscimento giuridico, ma non si è mai lasciata fermare, fino a raggiungere l'obiettivo di avere una famiglia nuova. All'inizio la Commissione di Bologna non aveva creduto alla sua storia passata, ma dopo la procedura di ricorso il giudice le ha dato ragione. A quel punto è però intervenuto il Pubblico Ministero sostenendo l'assenza di prove rispetto al pericolo esistenziale in Nigeria. Solo il successivo appello in Cassazione ha confermato lo status di rifugiata, ma ci sono voluti quattro anni”.

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Nella foto, Esohe Osadolor.

Vanessa, dall'Albania a Piacenza

Vanessa è invece di origine albanese e ha 19 anni. Presa in carico dal Servizio minori nel 2004 per problemi familiari nel Paese d'origine, è stata ospite dalle suore Gianelline: a 18 anni è uscita dalla struttura. L’abbiamo accolta in via Tempio nel marzo di quest’anno - spiega Giuseppina-, con un progetto pensato per lei insieme alla Madre Superiora delle Gianelline, che l'ha anche aiutata a trovare un lavoro. Con il passaggio ad una struttura più flessibile e autonomamente gestita come la nostra, Vanessa ha imparato in fretta a conciliare le faccende domestiche, spesa, cucina, gestione del frigorifero, della lavatrice, dello stiro, con i turni di lavoro e la sistemazione dei documenti. La ragazza ha oggi un'occupazione stabile e una casa tutta sua, dopo essersi adattata a diversi lavori saltuari”.
“Le Valige della speranza” raccontano storie al futuro, quella scritta nei grandi occhi neri della piccola Eleora, appena affacciata alla vita, o quella della nuova vita di Vanessa, solo all'inizio e tutta da scoprire. Storie di speranza per tutti i piacentini”.

Micaela Ghisoni

Nella foto in altro, Vanessa Lipi e Giuseppina Schiavi.

Pubblicato il 21 novembre 2023

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