È morto Giuseppe Carini: un «escluso» fino all'incontro che gli ha cambiato la vita
Giuseppe Carini è morto nella mattinata di oggi venerdì 12 gennaio all’ospedale di Fiorenzuola.
Classe 1951, affetto da disabilità dalla nascita, Giuseppe è stato il testimone di come la fede ha potuto cambiare completamente la sua esistenza.
Nei primi anni della sua vita, Giuseppe per il suo hancicap era compatito da tutti; era sentito da tutti come un peso. Poi il cambiamento: ad un certo punto nella vita di Giuseppe Carini avviene un miracolo: un gruppo di persone della comunità di GS arrivato a Roveleto per uno spettacolo teatrale si appassiona a lui, evita di compatirlo e lo tratta come una persona normale. Queste persone gli fanno capire che il valore della vita sta tutto nell’amore gratuito di Dio, che ti vuole così come sei. E dal quell’incontro del 1969 la vita di Giuseppe si è trasformata e vivificata nella fede.
Questi amici si presero cura di lui, della sua situazione in tutti i suoi aspetti: culturali, affettivi, logistici.
La sua vita in un libro
Nel 2004, per l’editrice Berti, esce il libro “Tutto può cambiare. L’handicap, la disperazione e l’incontro con Cristo”, dove Giuseppe Carini racconta la sua straordinaria esperienza di una persona che dice "di non riuscire più a pregare il Signore perché lo faccia guarire. Non perché non vada bene chiedere anche questo: è che proprio non mi vengono queste parole. Quando riesco prego perché sia fatta la sua volontà prima della mia. Sono comunque certo di una cosa: se qualcuno per una strana magìa mi proponesse di cambiare la mia situazione di spastico in carrozzella con quella di una persona sana e ricca, francamente ci dovrei pensare due volte prima di accettare: non saprei infatti che farmene della realtà di una persona che avesse tutto, ma non possedesse il senso della vita e non avesse la fede".
La sua generosità
Nel 2022 Giuseppe, all'età di 71 anni, accolse nella sua abitazione di Roveleto due profughi ucraini: una giovane mamma con il figlio di soli 14 mesi. "Nel 2014, raccontava Giuseppe in quel periodo in una lettera a Tracce, la rivista di CL, il mio aiutante moldavo è tornato nel suo Paese e da allora ne ho uno ucraino, Yaroslav, e da qualche anno c’è anche sua moglie. Vivevano in un quartiere periferico di Leopoli. Qualche giorno fa la moglie del mio aiutante ha ricevuto una chiamata dalla Polonia da sua nipote, mamma di un bimbo di quattordici mesi. Dopo l’invasione aveva lasciato Leopoli e raggiunto la Polonia con il bambino e chiedeva se fosse possibile venire in Italia. Ho detto subito che li avrei ospitati io, nella stanza libera che avevo. La mamma non aveva il denaro per pagare il pullmino, così ho pensato che non sarei andato in fallimento per 120 euro ed ho pagato io il viaggio”.
"Avere in casa queste due persone, concludeva, mi fa rivivere l’incontro che feci con le persone del movimento nel 1969. Quell’incontro mi ha cambiato la vita allora riempiendola di frutti non immaginabili”.
I funerali di Giuseppe Carini saranno celebrati lunedì 15 gennaio alle ore 15 nel santuario di Roveleto; il rosario è in programma domenica alle ore 20.30. La salma si trova presso la Casa funeraria ”Luce nel tempo” a Fiorenzuola (orari: sabato ore 9-19 orario e domenica ore 9-12 e 14-19).
Nella foto, Giuseppe Carini ripreso alcuni anni fa con alcuni amici. (Foto Mistral)
Pubblicato il 12 gennaio 2024
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