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Il progetto «Fata» cresce e ora coinvolge 800 studenti

Progetto Fata

La scuola non è solo a scuola. Ed è davvero emozionante vedere le bambine e i bambini muoversi tra le opere d’arte, nei luoghi espositivi, nei teatri, con la curiosità e l’entusiasmo che contraddistingue quella meravigliosa fase della vita”. Commenta così l’assessore comunale alla Scuola Mario Dadati che l’altro giorno ci ha tenuto ad essere presente di persona durante una delle mattinate di lezione che le ragazze e i ragazzi delle primarie e delle secondarie di secondo grado di Piacenza svolgono in luoghi diversi dalle rispettive classi. Parliamo della Galleria d’arte Ricci Oddi, dello spazio espositivo Xnl, del Teatro Manicomics e del Teatro Trieste 34. Luoghi d’arte, di cultura, di creatività che hanno aderito al Progetto "Fata - Scuola diffusa" promosso dal Comune di Piacenza e attuato "sul campo" dai professionisti di Coopselios. Il progetto, alla sua seconda edizione piacentina, si ispira all’esperienza di "Scuola diffusa" messa in atto dal Comune di Reggio Emilia nel periodo Covid: per dare la possibilità agli studenti di essere a lezione in presenza, erano state coinvolte realtà che mettessero a disposizione luoghi in grado di rispettare le disposizioni sul distanziamento e al contempo stimolassero l’apprendimento. A Piacenza il progetto Fata - che sta per Formazione, Aria, Terra, Acqua - si svolge da novembre ad aprile e coinvolge circa 800 studenti di 32 classi tra primarie (terze, quarte e quinte) e secondarie di secondo grado.

L’obiettivo è stimolare l’apprendimento degli alunni portandoli per una settimana a fare lezioni speciali all’interno di luoghi altrettanto speciali. Già dallo scorso anno avevano aderito all’iniziativa la Galleria Ricci Oddi e Xnl e una ventina di classi delle scuole piacentine; quest’anno le classi sono 32 e, oltre a Ricci Oddi e Xnl, si sono aggiunti il Teatro Manicomics e il Teatro Trieste 34. Gli alunni hanno dunque la possibilità di fare scuola insieme ad atelieriesti e operatori teatrali esplorandone gli specifici linguaggi e collegandoli alle varie materie. La settimana si articola in un primo momento in classe di conoscenza e "attivazione" durante il quale gli studenti sono chiamati a interrogarsi sul significato di fare scuola fuori da scuola e iniziano a costruire il loro strumento, il taccuino, che servirà ad annotare con le parole o con il disegno tutto ciò che stimola la loro curiosità e che desiderano approfondire. Dal martedì al venerdì le classi sono ospitate nei luoghi specifici e “possono esplorarli – come spiega Claudia Molinaroli di Coopselios – immergendovisi e godendo di un tempo lento che rispetta e dà spazio anche alle individualità di ogni alunno. Inoltre – prosegue Molinaroli – le insegnanti seguono il percorso passo per passo avendo così l’opportunità di vivere l’esperienza con i propri studenti e conoscerli anche sotto una nuova luce”.

Pubblicato il 18 dicembre 2024

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