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Piacenza si è dotata del suo primo «Peba», il piano anti-barriere

Il primo Peba

È in fase di presentazione in questi giorni, nelle sedi politiche e in pubblico, il primo Piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche del Comune di Piacenza, definito dall’acronimo “Peba” e identificato dal simbolo delle libellule giallo-azzurre che contraddistingueranno i luoghi della città oggetto di riqualificazione all'insegna della massima accessibilità. Il Peba è frutto del percorso partecipativo avviato nella primavera 2024 con il coinvolgimento costante del tavolo disabilità e degli ordini professionali cui fanno capo architetti, ingegneri e geometri. Ha l’obiettivo di favorire il movimento in autonomia di tutte le persone, promuovendo la fruibilità degli spazi urbani e riducendo gli ostacoli linguistici, culturali o di conoscenze. Si tratta di una lunga serie di interventi, suggeriti al Comune, per rendere la città veramente inclusiva. Come, ad esempio, rivedere l’arredo urbano, come giochi nei parchi per disabili, la mancanza di segnalazioni per i non vedenti lungo le strade, dislivelli, la mancanza di corrimano lungo le scale, scivoli con pendenze eccessive, transenne-fioriere-rastrelliere-cassonetti in luoghi non consoni, pavimentazioni dissestate, mancanza di ascensori e di rampe negli edifici e tanto altro. Il documento "tocca" 90 strade del centro storico, 30 edifici pubblici e 6 parchi e piazze.

“Il primo Peba - ha spiegato Adriana Fantini, assessore all’urbanistica - per una città più inclusiva per tutti. Sicuramente è più difficile intervenire nella parte storica della città, all’interno delle mura. Il piano è la cassetta degli attrezzi che si lascia alla città, da realizzare per la nostra Giunta e per chi amministrerà Piacenza in futuro, per un cambio culturale”. “La questione sociale - ha aggiunto Nicoletta Corvi, assessore ai servizi sociali - affianca quella tecnica-urbanistica. Il piano butta un occhio sulle disabilità sensoriali, oltre che quelle psichiche, come richiedono le associazioni che rappresentano le varie disabilità. Ringrazio la garante dei disabili, Miriam Stefanoni, per l’impegno profuso”. “Ho fatto da cavia in questo piano - ha detto proprio Stefanoni - ne sono felice. Siamo andati in giro con la carrozzina a vedere gli ostacoli per capire come sorpassarli”. Del “Peba” si sono occupati i professionisti Leris Fantini, Maddalena Moretti e Cinzia Araldi. “Ogni Amministrazione - ha ricordato Araldi - dovrebbe avere un Peba dal 1986 per gli edifici, e dal 1992 per le aree urbane. La città deve essere vissuta da tutti. I rilievi sul posto sono terminati a dicembre”.

Pubblicato il 18 gennaio 2025

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