Piacenza ha il suo primo Peba contro le barriere architettoniche
“Una novantina di strade, una trentina di edifici e sei spazi aperti tra piazze e parchi urbani; per un totale di circa 30 km percorsi. Due libellule, una gialla e una azzurra, rappresentano l’accessibilità degli spazi”. Sono questi luoghi, distanze e simboli oggetto di analisi del Peba, il primo Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche di Piacenza che prossimamente sarà portato in Consiglio Comunale per la discussione e il voto finale. A spiegarlo Adriana Fantini, assessora alla Pianificazione per lo sviluppo urbano sostenibile e senza barriere del Comune di Piacenza, durante la presentazione pubblica del Piano tenutasi lo scorso 17 gennaio. L'incontro è avvenuto nell'ambito di Laboratorio Aperto – ex Chiesa del Carmine – e ha visto una nutrita partecipazione. .Frutto della sinergia tra regione Emilia Romagna e giunta comunale, con la partecipazione del Tavolo Disabilità e degli ordini professionali di architetti, ingegneri e geometri, il PEBA è infatti il risultato di un lungo percorso ancora in divenire, reso possibile grazie al coinvolgimento della cittadinanza. La compilazione di questionari e una passeggiata urbana” in sedia a rotelle (svoltasi lo scorso giugno) per capire sul campo le difficoltà di spostamento e di fruizione degli spazi pubblici urbani da parte delle persone con disabilità sono gli atti fondanti del Piano piacentino.
“Mi piace descrivervi il PEBA come una cassetta degli attrezzi – riprende Fantini – , che ha l'obiettivo finale di rendere la città più inclusiva per tutti: non solo sotto il profilo della mobilità fisica, ma anche per chi ha disabilità sensoriali o psichiche. Con questo Piano Piacenza dispone oggi di un catalogo digitale e costantemente aggiornabile (gestito da un software sempre consultabile da tecnici, professionisti e pubblica amministrazione), che fornisce un metodo per ogni tipo di intervento: dalla messa a norma degli elementi già esistenti alle nuove costruzioni”.
“Non si tratta quindi di un progetto – ha sottolineato l'assessora in chiusura -, ma di uno strumento di pianificazione che permette di agire in maniera mirata per rendere Piacenza una città per tutti. Gli ostacoli da rimuovere e i miglioramenti da apportare sono molti, ma la direzione intrapresa è quella giusta”.
Grande soddisfazione per questo primo traguardo è stata espressa anche dalla sindaca Katia Tarasconi. “Questo è un piccolo – grande passo verso una città più accogliente e inclusiva – ha detto -. Piacenza è antica, perciò la sfida che abbiamo davanti è complessa e deve essere combattuta prima di tutto sul piano culturale”.
Lo sa bene Miriam Stefanoni, garante per i diritti della persona con disabilità del Comune di Piacenza. Ringraziando per l'opportunità di aver partecipato all'elaborazione del Piano ha infatti sottolineato: “professionisti e cittadini sono scesi in campo con le loro competenze, ma soprattutto con il cuore, con il desiderio e l'impegno di mettersi nei panni delle persone disabili provando a vivere sulla propria pelle le difficoltà che incontrano quotidianamente. A partire da questi presupposti fondamentali dare vita ad una città per tutti diventa possibile. Rivolgo quindi ai presenti un invito importante - ha detto -: ciascuno provi a credere in questa sfida”.
A confermare l'impronta sociale del Peba ci ha pensato subito dopo Nicoletta Corvi, assessora alle Politiche per l’infanzia, la solidarietà, l’abitazione e l’inclusione sociale. “Il nostro Peba supera la dimensione prettamente tecnica e urbanistica– ha spiegato -, mettendo al centro del proprio interesse il vissuto delle persone con disabilità. Sotto il profilo tecnico il contributo degli esperti è stato essenziale, ma il Piano va ben oltre il concetto di norma preoccupandosi soprattutto del benessere dei cittadini. In una città inclusiva funzionalità e bellezza devono crescere insieme. Il mio augurio è allora che ognuno di noi leggendo il Peba abbia voglia di chiedersi: io nel mio piccolo, cosa posso cambiare della mia città?”
A entrare nei particolari, confrontandosi anche con il pubblico, sono stati poi l'architetta Alessandra Bonomini dell'Ufficio Sostenibilità del Comune di Piacenza, il presidente dell’ordine degli ingegneri, Alberto Braghieri, e gli estensori del Peba Leris Fantini, Cinzia Araldi e Maddalena Moretti; quest'ultima in collegamento da remoto.
Bonomini ha accompagnato il pubblico in una guida alla lettura, utile ad orientarsi tra atti ed elaborati relativi al Piano. I documenti sono interamente consultabili sul sito web comunale, al link diretto comune.piacenza.it/peba.
Esempi pratici degli ostacoli urbani riscontrati sono invece toccati a Leris Fantini e Cinzia Araldi.
Il primo ha evidenziato la capacità del Peba di fornire una fotografia microscopica dei problemi della città e ha posto l'attenzione su strade e spazi aperti. L' assenza di corrimani e di dispositivi utili all'orientamento e la presenza di ostacoli mobili, pendenze, piccoli gradini, sconnessioni, raccordi e impiantistica sotterranea evidenziano come il concetto di accessibilità implichi non solo la rimozione delle barriere architettoniche, ma anche la messa in sicurezza del territorio urbano.
Sulla stessa linea si è mossa Cinzia Araldi, focalizzandosi però sugli edifici; e in particolare su Palazzo Gotico. Come gli altri edifici pubblici della città anche questo è esternamente accessibile, ma presenta una serie di criticità interne che compromettono accessibilità e benessere ambientale del luogo. In quest'ottica l'accoglienza facilitata degli utenti, e soprattutto di chi ha difficoltà motorie, sensoriali e psichiche, costituisce un primo parametro essenziale per l'effettiva agibilità del luogo.
Resta urgente da affrontare il nodo della sensibilizzazione degli enti privati (negozi, bar, ristoranti e attività commerciali in genere), nella prospettiva di un'accessibilità urbana complessiva. Intanto però l'iter per giungere all'approvazione del nuovo Piano non si ferma. L’avviso di adozione del Peba del Comune di Piacenza è stato infatti pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Emilia-Romagna il 29 gennaio.
Da tale data sono scattati i 60 giorni entro i quali è consentito a tutti i cittadini presentare eventuali osservazioni, con scadenza il prossimo 31 marzo. Le osservazioni possono essere inoltrate via posta elettronica certificata – anche da casella ordinaria – all’indirizzo :, o recapitate personalmente presso gli Sportelli Polifunzionali Quic negli orari di apertura: lunedì, martedì e giovedì dalle 8.15 alle 17; mercoledì e venerdì dalle 8.15 alle 13.30; sabato dalle 8.15 alle 12.15. Le stesse saranno quindi oggetto d'analisi e possibile accoglimento nei documenti che verranno poi sottoposti all'approvazione del Consiglio Comunale.
Micaela Ghisoni
Pubblicato il 4 febbraio 2025
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