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Carnevale alla Protezione della Giovane: «festa in maschera per ritrovarsi»

Carnevale 4 

“Il Carnevale è un'occasione di festa, un momento per ritrovarsi insieme, sia con i bambini migranti e le loro mamme attualmente ospiti da noi sia con chi, dopo il nostro aiuto, è riuscito ad integrarsi nella società e a costruirsi una vita autonoma”. A parlare è Giuseppina Schiavi, responsabile della Protezione della Giovane, Associazione Cattolica Internazionale che accoglie nei propri alloggi giovani donne in difficoltà. Fondata a Piacenza nel 1912, oggi l'associazione ospita nei suoi edifici di via Tempio da un lato studentesse e lavoratrici fuori sede in cerca di una sistemazione a basso costo; dall'altro mamme migranti in fuga dai Paesi d'origine con i loro figli e in cerca di un approdo sicuro.
È sabato1° marzo, l'aria di Carnevale è arrivata anche in Via Tempio. Schiavi spiega l'importanza di quel pomeriggio in allegria mentre i piccoli ospiti festeggiano con le loro mamme, le suore e le volontarie dell'associazione.
“Abbiamo voluto dare ai bambini la possibilità di essere protagonisti in prima persona di questa ricorrenza, mettendosi in costume e facendo merenda insieme – ha detto - . È un modo per far capire loro che cos'è il Carnevale in Italia, una festa di gioco, colore e condivisione. Spesso invece nei loro Paesi le maschere sono legate ad un senso di paura e a credenze superstiziose come la stregoneria. È allora essenziale far sperimentare un altro punto di vista, stando però sempre attenti a non dare giudizi culturali o morali negativi”.
La responsabile della Protezione della Giovane ha pensato a tutto: ci sono costumi a volontà per bambini e bambine, acquistati in un grande magazzino. Non solo per chi è presente quel sabato pomeriggio, ma anche per chi non ci sarà, e potrà venire a prendere i suoi vestiti di carnevale il giorno successivo. Perfino mamme e volontarie hanno cerchietti o maschere decorati a festa. Tra i maschietti ci sono pirati e corsari, ma a tenerli a bada ci pensa un elegantissimo poliziotto in divisa. I supereroi, da batman a superman, non possono mancare. E le bambine? Una è un bellissimo angelo, l'altra la principessa di una fiaba che tutti conosco: si chiama Aurora ed è la protagonista de “La bella addormentata nel bosco”; c'è anche un'odalisca con un meraviglioso abito blu. E poi trombette e stelle filanti per tutti, e una tavola imbandita di frittelle, patatine, bibite e caramelle, per la gioia di piccoli e grandi.
“Come si vede i costumi sono tanti e molto particolareggiati – ha sottolineato Giuseppina - , senza contare quelli che devo ancora consegnare a chi oggi non ha potuto unirsi a noi. Una spesa non di poco conto quindi, ma siamo convinti che questi bambini, proprio perché provenienti da contesti meno fortunati di altri, abbiano bisogno di riappropriarsi del loro tempo e di vivere insieme momenti di spensieratezza e creatività”.
Il pomeriggio di ritrovo tra gli ospiti di oggi e quelli di ieri nella casa di via Tempio è stato anche una buona occasione per raccontare storie. Soprattutto le storie positive di chi è riuscito a costruirsi una vita autonoma nel nostro Paese, dopo un percorso di accompagnamento e integrazione. Obiettivo della Protezione della Giovane è infatti favorire in ogni modo, a cominciare dall'apprendimento della lingua italiana, lo sviluppo integrale delle donne accolte e dei loro figli. Come lo fa? Attraverso la promozione dell'inserimento sociale di queste donne in ambito lavorativo, familiare e istituzionale, per migliorare il loro rapporto con la comunità ospitante.

Fanta, una mamma eccezionale

“Oggi vorrei ricordare in particolare cinque ragazze che hanno partecipato alla festa, ospiti da noi nel recente passato – precisa Schiavi - . Sono tutte giovani donne riconosciute come rifugiate, ciò significa che hanno avuto trascorsi anche molto gravi di torture, persecuzioni e violenze. Non solo nella loro terra d'origine, ma anche durante il viaggio verso l'Italia e nelle prigioni libiche. Queste ragazze sono arrivate da noi con i loro figli e poi hanno incontrato qui in Italia ragazzi del loro Paese. Si sono innamorate ancora e con i nuovi compagni hanno costruito nel tempo una famiglia allargata, che riescono a gestire autonomamente nella propria casa”.
“Tra di loro c'è anche Fanta. Io la considero «una mamma eccezionale», un esempio di «integrazione totale»: arrivata da noi con una bambina, anche lei ha formato una nuova famiglia in Italia, ha preso casa e ha avuto una figlia dal ragazzo che ha conosciuto e sposato qui. Non solo. Quando è arrivata in via Tempio ha cominciato a studiare per diventare operatrice socio – sanitaria, e ci è riuscita: oggi è un OSS, lavora in una casa di riposo piacentina e di recente ha anche preso la patente”.
Credo sia questo il messaggio più bello e concreto che possiamo dare: si può ricominciare anche dopo aver attraversato l'inferno; nonostante il dolore e le privazioni è possibile rinascere e sentirsi di nuovo a casa”.

Micaela Ghisoni

Nella foto, il carnevale alla Protezione della Giovane.

Pubblicato il 5 marzo 2025

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