Il coraggio della fede nelle ferite della vita

“L’amore non muore: in cammino con il profeta Elia” è il titolo del percorso predisposto dall’Ufficio per il Matrimonio e la Famiglia della diocesi di Piacenza-Bobbio, che ha preso il via l’8 ottobre nella parrocchia di San Giuseppe Operaio a Piacenza. L’incontro inaugurale è stato guidato da don Alessandro Mazzoni, che ha tracciato il profilo del profeta Elia: un uomo che conosce l’ebbrezza del trionfo e l’abisso della disperazione, ponendolo come specchio delle nostre fragilità quotidiane.
Dal trionfo alla fuga: la parabola umana di Elia
La riflessione è iniziata con il commento del primo libro dei Re della Bibbia in cui Elia, solo contro ottocento sacerdoti di Baal, sul monte Carmelo, difende la fede del suo popolo e trionfa. È il momento della gloria, della forza, della certezza di essere nel giusto. Ma subito dopo, con la minaccia di morte della regina Gezabele, entra nello sgomento: fugge nel deserto, schiacciato dalla paura e dalla solitudine. Sotto un ginepro, stremato, Elia si abbandona a una preghiera che sa di resa: «Ora basta, Signore. Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». “È qui – sintetizziamo le parole di don Mazzoni - che la Scrittura mostra la parte più autentica del profeta: non l’eroe invincibile, ma l’uomo fragile che si scopre incapace di reggere il peso della propria missione. Anche chi ha sperimentato la potenza di Dio - ha detto - può cadere nella disperazione. È la parabola di ogni vita: dopo il trionfo, la paura; dopo la luce, il buio”.
Quando la fede incontra il deserto
Il deserto di Elia non è solo geografico: è l’immagine delle crisi che ciascuno attraversa, soprattutto quando un amore, una presenza, una certezza vengono meno. “Nella vedovanza - ha aggiunto don Mazzoni - molti sperimentano lo stesso spaesamento: la fuga interiore, la sensazione di non farcela più, il desiderio di fermarsi sotto il “ginepro” e dire: basta. Ma Dio, nella Bibbia come nella vita, non rimane lontano. Non rimprovera, non punisce: manda un angelo. Gli porta del pane e dell’acqua, segni di un amore che non toglie la fatica, ma la accompagna. È il pane per il prossimo passo: la forza per riprendere il cammino, anche quando non si vede la meta”.
Vivere nel presente: la lezione del profeta
Uno dei passaggi più significativi dell’intervento è stato l’invito a riconciliarsi con il tempo presente. “Spesso viviamo prigionieri del passato - ha detto don Mazzoni - o in ansia per un futuro che non conosciamo. Ma la grazia si gioca nell’oggi: nell’“adesso e nell’ora” che recitiamo ogni volta nell’Ave Maria. È lì che Dio parla, nel frammento quotidiano, nella fedeltà di un passo dopo l’altro”.
La vocazione che non muore
Nella seconda parte del suo intervento, don Mazzoni ha allargato l’orizzonte dal racconto biblico alla vita concreta di chi ha perso un coniuge. “La vocazione - ha spiegato - anche quando il progetto condiviso si infrange, è un cammino da percorrere, lo scopo non si spegne...”. Citando poi la preghiera del Cardinale Newman, “Guida tu, luce gentile”, don Alessandro ha ricordato che Dio non offre la visione completa del cammino, ma la luce sufficiente per il passo successivo. È così che, anche dentro la perdita, la vita può rimodularsi, assumere forme nuove senza rinnegare i desideri e gli amori di ieri.
Dal grido alla rinascita
Il percorso diocesano, per le persone in stato di vedovanza, è stato pensato proprio per essere un cammino di condivisione e di fede, per imparare a riconoscere nel dolore una possibilità di rinascita: “Dio - è stato detto - non teme il nostro pianto: lo accoglie e lo trasforma. È da quelle ferite che può rifiorire la speranza”.
Nei prossimi appuntamenti, promossi dall’Ufficio diocesano per il Matrimonio e la Famiglia, guidato da don Umberto Ciullo, i partecipanti continueranno in un itinerario di riflessione e preghiera, alla scuola del profeta Elia, per scoprire - passo dopo passo - che davvero “l’amore non muore”, ma si trasforma in cammino, memoria e promessa.
Riccardo Tonna
Nella foto, l'incontro in San Giuseppe Operaio.
Pubblicato il 10 novembre 2025
Ascolta l'audio


