Se vuoi la pace conosci la guerra: i lati invisibili dei conflitti

Ogni giorno sentiamo notizie riguardanti i vari conflitti che stanno accadendo nel mondo. Tramite i nuovi medium dell’informazione riceviamo notizie in tempo reale e riusciamo così ad acquisire abbastanza elementi per comprendere i casus belli e ciò che molte persone sono costrette a subire ogni giorno. Nonostante ciò, tutto quello che recepiamo dai mass media è filtrato e influenzato dall’opinione pubblica e non ci restituisce la realtà dei fatti a trecentosessanta gradi. Questi accadimenti sono così frequenti da portarci all’assuefazione e, di conseguenza, all’indebolimento della nostra sensibilità. Per questo, per capire davvero ciò che accade, diventa fondamentale ascoltare le esperienze di chi ha toccato con mano la realtà dei conflitti: solo attraverso queste testimonianze possiamo costruire una visione più completa.
Noi ragazzi del Respighi abbiamo avuto l’opportunità e la fortuna di confrontarci, durante un incontro a Palazzo Gotico, con Nico Piro, giornalista e inviato di guerra del TG3, oltre che scrittore, che ha documentato a lungo il conflitto in Afghanistan anche dal punto di vista dei cittadini di Kabul. L’evento, moderato dalla professoressa Tiziana Albasi e organizzato dal professor Carlo Colombini, ha visto anche la partecipazione dell’assessore alla cultura di Piacenza, Christian Fiazza, e della nostra direttrice, la professoressa Elisabetta Ghiretti. Durante l’incontro, ho avuto l’opportunità di leggere ad alta voce un passo del libro di Piro, Se vuoi la pace conosci la guerra, condividendo così con i presenti le parole che descrivono le vite spezzate dai conflitti. Questo momento ha reso ancora più concreto il racconto del giornalista e ci ha permesso di entrare in contatto diretto con le esperienze dei civili in Afghanistan.

Grazie alle riflessioni di Piro, abbiamo potuto ascoltare un punto di vista interno ai conflitti. Come scrive nel suo libro: “In guerra i bambini devono rinunciare alla scuola, quindi ai loro sogni di diventare, da grandi, medici, professori, calciatori, disegnatori di moda, artisti.” Questa frase riassume il fulcro del suo discorso. Nico Piro ha sottolineato come le vere vittime della guerra siano i civili, in particolare i più deboli, le cui vite vengono spezzate e, in troppi casi, interrotte. Pensiamo ai bambini che hanno visto i loro sogni andare in frantumi per colpa di eventi di cui non hanno alcuna responsabilità. Inoltre, Piro ha evidenziato che chi combatte la guerra spesso non crede davvero in ciò che sta facendo. Sono altri (governi, leader e chi detiene il potere) a dirigere i conflitti, perseguendo i propri interessi e rimanendo dietro le quinte senza sporcarsi le mani. In molti casi, la guerra diventa uno strumento per distogliere l’attenzione dai problemi interni dello Stato, mentre le vite dei civili e dei soldati restano esposte alle conseguenze delle decisioni altrui.
L’incontro con Piro e le testimonianze riportate nel suo libro ci hanno mostrato che la guerra non è soltanto un flusso di notizie o immagini sui media: dietro ci sono persone reali, vite spezzate e sogni infranti. Se vuoi la pace conosci la guerra ci insegna quanto sia fondamentale ascoltare chi vive questi eventi in prima persona. Ma non basta conoscere: il vero cambiamento dipende da noi, giovani, che possiamo rifiutare l’assuefazione all’orrore e impegnarci a costruire una società più consapevole e attenta ai diritti di tutti. Solo così possiamo sperare di invertire le tendenze che rendono la guerra una realtà accettata.
Alessandro Bernazzani
Arianna Paganini
Pubblicato il 25 novembre 2025
Nelle foto, l'incontro del giornalista Piro con gli studenti del Respighi.
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