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Per rompere il silenzio: un’intera giornata di consapevolezza negli ospedali e nelle strutture sanitarie del Piacentino

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Una giornata che ha unito gesti simbolici e linguaggi artistici per ribadire un messaggio importante. In occasione dellaGiornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, per la prima volta l’Azienda Usl di Piacenza ha proposto una serie di iniziative che hanno visto protagonisti professionisti, musicisti e cittadini, trasformando diversi luoghi di cura in spazi di consapevolezza.

La mattina si è aperta con un flash mob diffuso: in ospedale e nei servizi territoriali, da Piacenza a Bobbio, da Fiorenzuola a Castel San Giovanni, da Bettola a Monticelli, passando per tutte le Case della Comunità e diverse strutture sanitarie,decine di professionisti si sono fermati per un minuto, condividendo un semplice scatto. Foto dopo foto – pubblicate sui canali social dell’Azienda – è emersa una potente dichiarazione collettiva: il rifiuto netto della violenza contro le donne e il desiderio di rendere i luoghi di cura posti in cui ogni donna possa sentirsi accolta, ascoltata e riconosciuta. Un gesto corale che richiama l’impegno quotidiano nel cogliere anche i segnali più silenziosi e nel sostenere chi vive situazioni di fragilità.
Il pomeriggio, invece, è stato dedicato all’arte e alla musica, per dare spazio a una riflessione che non può essere episodica. Nello spazio OspedArte, al Polichirurgico di Piacenza, musicisti, volontari e professionisti sanitari hanno dato vita a un intenso intreccio di suoni, immagini e parole con lo spettacoloPer rompere il silenzio.
Eleonora Corsalini, direttore sociosanitario dell’Ausl, eValentina Ghidoni, presidente del Comitato unico di garanzia (Cug), hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di creare spazi capaci di far emergere, attraverso il linguaggio potente dell’arte, messaggi che toccano la comunità. «Non è più possibile nascondersi o abbassare la guardia», hanno ricordato, sottolineando il ruolo dell’Azienda nel promuovere consapevolezza e ascolto.
Il pomeriggio si è aperto con la presentazione di un disegno realizzato per l’occasione dall’artista (e professionista Ausl)Francesco Summo: un’opera che porta alla luce ciò che spesso resta nascosto, il vissuto silenzioso della violenza e, allo stesso tempo, la possibilità di cercare voce, sostegno e relazione.
La musica ha poi plasmato il cuore dell’evento. Gli allievi delle classi di pianoforte di Paola del Giudice e Maria Grazia Petrali delConservatorio Nicolini(Alberto Cammi, Carlotta Cabrini, Letizia Bonavita e Zhong Wanyun) hanno interpretato pagine di Beethoven, Dvořák e Bach, alternandole a brani di compositrici come Clara Schumann e Teresa Von Paradies. Di quest’ultima è stata narrata la storia straordinaria: pianista non vedente, stimata da Mozart, fondatrice di una scuola viennese che introdusse un metodo innovativo di insegnamento per persone cieche.
Tra un’esecuzione e l’altra, sotto l’attenta regia diGiuliana Biagiotti (Amici della Lirica) e diGiulia Bassi (Orchestra Dedicata), le letture hanno dato voce a donne che, attraverso la storia, hanno incarnato resistenza e ricerca di libertà. Le parole di Maya Angelou («Ogni volta che una donna lotta per sé stessa, lotta per tutte le donne») hanno risuonato insieme ai pensieri di Lucrezia e Artemisia Gentileschi.
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Sopra, nella foto, le musiciste.
Dallo spettacolo e dall’opera di Summo emerge un messaggio essenziale: la violenza non è mai davvero invisibile, se impariamo a guardarla. Può assumere molte forme – alcune evidenti, altre nascoste nelle pieghe della quotidianità – ma tutte hanno bisogno di essere riconosciute, ascoltate e credute.
Con questa giornata, i professionisti dell'Azienda sanitaria ribadiscono la volontà di continuare a promuovere iniziative per generare consapevolezza, aprire spazi di dialogo e sostenere chi vive situazioni di violenza. Un invito a non distogliere lo sguardo e a trasformare la sensibilizzazione in un impegno costante, da parte delle istituzioni come dei singoli.
Nella foto, i protagonisti dell'evento a Piacenza. 
Pubblicato il 27 novembre 2025

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