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A Lazzarello una via dedicata a mons. Attilio Balzarini

lazzarello

Lazzarello è un piccolissimo paese sulla cima di un monte, che negli anni si è progressivamente spopolato. Per letteralmente secoli è stato una destinazione non proprio popolare fra i parroci che hanno dovuto fare i conti con l’isolamento, il freddo, la mancanza per molto tempo di una canonica. Gli archivi storici sono pieni di lamentele di parroci del passato inviate ai loro vescovi. C’è però stato un parroco che ha trascorso qui ben 59 anni, restandovi per tutta la vita e prestando qui il proprio servizio sacerdotale. Mons. Attilio Balzarini è stato parroco di Lazzarello dal luglio 1939 al marzo 1998, e nel ventesimo anniversario della sua scomparsa, la comunità riconoscente gli ha dedicato la via della chiesa, apponendo una stele sulla facciata del tempio. Per ricordare questo prete gentile, umile e sempre disponibile, il vescovo Ambrosio si è recato a Lazzarello insieme a mons. Angelo Bazzari della Fondazione don Gnocchi e a mons. Mario Dacrema.
“Tutti noi abbiamo dei ricordi di don Attilio: ha accompagnato molteplici generazioni di questo paese attraverso i sacramenti e ha accompagnato tante persone nell’ultimo viaggio. Di lui ricordiamo il suo sorriso, che non ha mai abbandonato, nonostante il morbo di Parkinson che ne ha tormentato gli ultimi anni”, ha ricordato mons. Bazzari. “Ci ricordiamo dei saggi consigli che dava in riservatezza e del silenzio umile e sempre pronto ad aiutare, tipici della sua vita quasi monacale”. Il vescovo ha invitato tutti a riflettere sulle difficoltà del servizio in un paesino così isolato, durante anche gli anni dolorosi del conflitto mondiale. “Tante privazioni, tanta anche solitudine. E possiamo immaginare anche la delusione nel vedere i giovani che aveva istruito e seguito, abbandonare il paese in cerca di fortuna in città. Ha visto il paese passare da quelle magari 150 persone di un tempo alle pochissime famiglie che ancora rimangono. La sua fede è però stata costante nonostante le difficoltà”.
Viene spontaneo chiedersi come si trovi la forza per servire senza mai lamentarsi, senza mai cedere. Il vescovo ha usato il vangelo del giorno, con la manna piovuta dal cielo, per spiegare: “Chi ha fame e sete di Dio, non sente altri bisogni. E la sete di dio si estingue pregando ma anche incontrando i fratelli, perché ogni incontro è un segno prezioso. Mons. Attilio si è fatto parte della vita del paese, e in Cristo ha trovato l’acqua e il pane per andare avanti”.
La stele che lo ricorda è stata rivelata dalla nipote, alla presenza del gruppo alpini locale. Il vescovo ha benedetto la lapide, e don Villa ha voluto sottolineare ancora una volta l’esempio di umanità lasciato da mons Balzarini. Le tante persone tornate per l’occasione al paese, gremendo la chiesa e il sagrato, hanno confermato che il ricordo del vecchio parroco rimane vivo e vivido. “Io forse sono diventato parroco proprio grazie al suo esempio. Lo vedevo qui ogni giorno e alla fine mi sono accorto di ammirare la sua opera”, ha spiegato mons. Bazzari “Attraverso di lui, ricordiamo idealmente anche tutti i parroci che hanno vissuto in questo difficile ritiro”.
Anche il sindaco del neonato comune Alta Val Tidone, Franco Albertini, è intervenuto per sottolineare che “con questa targa teniamo viva la memoria di una persona che abbiamo tutti a cuore e che ci ricorda che, prima di essere qualsiasi altra cosa, siamo uomini e fratelli”.

Pubblicato il 29 agosto 2018

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