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San Paolo, testimone gioioso nella comunità

 collegiata interno

“In genere, l’apostolo Paolo è autarchico, eppure nel suo epistolario la gioia è fondamentale: il vocabolario gioioso ricopre il 40% di tutto il vocabolario del Nuovo Testamento”: ha esordito così il biblista paolino don Giacomo Perego, relatore del terzo incontro del percorso biblico settimanale organizzato dalla parrocchia di Castel San Giovanni e incentrato sulla testimonianza delle figure del Nuovo Testamento “per una Chiesa lieta e coraggiosa”.
La serata di martedì 22 ottobre è stata dedicata a San Paolo, che don Perego ha presentato in quattro momenti successivi: il Mistero della Passione che è la radice, da cui sgorga la comunità cristiana, a cui Paolo cerca di far vivere l’esperienza della Croce, e infine una sintesi finale sui tratti della gioia per come viene presentata nelle lettere di Paolo. Dopo un’introduzione, accompagnata dalla lettura di un brano degli Atti degli Apostoli in cui si descrivono le prime comunità cristiane unite sotto il segno della gioia, Perego ha ricordato il primo imperativo cristiano: il “rallègrati” dell’Angelo a Maria e la centralità che l’annuncio ha per Paolo.
Nell’incipit della Lettera ai Galati infatti, sottolinea la base su cui tutto si fonda: il Mistero Pasquale di Passione, morte e resurrezione. La radice della gioia di Paolo è il Vangelo, un “vangelo in Gesù” che è lieto e gioioso perché annuncia la presenza viva di Cristo in noi. “La vita cristiana consiste quindi nel permettere a Cristo di assumere la sua vera forma dentro di noi.”
La gioia fiorisce nella comunità, che per Paolo è fondamentale: nella Lettera ai Romani, egli elenca tutti i suoi collaboratori, grazie ai quali riuscirà a non perdere nemmeno le comunità più difficili in cui ha lavorato. Persino nella Lettera ai Filippesi, scritta mentre era in prigione, il santo non abbandona mai la gioia: l’Annuncio può essere portato avanti solo con gioia e assieme.
Nelle due Lettere ai Corinzi, infatti, Paolo mostra che dal Vangelo nasce una comunità che ha come mandato quello di vivere ciò che Cristo ha vissuto sul Golgota. Il rapporto con i Corinzi è difficile, problematico, eppure le più grandi catechesi paoline riescono a fiorire proprio in mezzo a loro. La sofferenza e la debolezza quindi, se vissute con Cristo, sono benedizione per la comunità.
Infine, nella Lettera ai Galati, quando il santo descrive la legge dello Spirito contrapposta a quella della carne, mette la gioia al primo posto. Quindi, la gioia per Paolo ha tre caratteristiche: è teologale, profetica e fa parte della lotta spirituale con se stessi.
Gli ultimi due appuntamenti del Percorso biblico sulla figure del Nuovo Testamento sono in programma martedì 29 ottobre e martedì 5 novembre, sempre alle 21 in Collegiata.

Pubblicato il 25 ottobre 2019


Paolo Prazzoli

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