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L’ex chiesa del Carmine restituita alla città: al via il laboratorio aperto

Carmine

“Questa è una sfida vinta da tutta la città, di chi amministrava prima e di chi ha proseguito. Il futuro di questi spazi è l’innovazione e la tecnologia. Oggi abbiamo una meraviglia: la sfida passa ora in mano a chi gestirà l’immobile, che ha un passato di bellezza, cultura e fede e da adesso in poi un futuro di tecnologia”. Così il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ha salutato l’inaugurazione dell’ex chiesa del Carmine, l’edificio trecentesco tra piazza Casali e vi Borghetto, da tempo abbandonato e recuperato dal cantiere avviato nel 2017. “Ringrazio la Soprintendenza – ha detto Barbieri, che ha ricevuto il cantiere in eredità dall’Amministrazione Dosi - che ci ha sempre seguito passo a passo in questo percorso di recupero”.
La Chiesa di Santa Maria del Carmine è stata fondata a Piacenza nel 1334 dai Padri Carmelitani. L’impianto originario ha subito nel tempo numerose trasformazioni. Tra il XIV e XVI secolo nella navata di sinistra vengono aggiunte altre cappelle oltre a quelle medioevali, mentre nel XVII secolo furono apportati numerosi interventi decorativi, sulla base della volontà di adeguare la chiesa dal nuovo gusto barocco. Nel 1805, in seguito alla soppressione degli ordini, la chiesa viene prima adibita ad ospedale e poi a magazzino, mentre il vicino convento diventa prima caserma e, dal 1807, Pubblico Macello. Dal 1923 il convento diviene sede dell’organizzazione del Partito nazionale fascista e a partire dagli anni ’50 ospita uffici statali. Nel 2006 l’intero complesso è stato abbandonato. L’ex chiesa è stata restaurata (costo dei lavori, oltre cinque milioni e 600mila euro) e ora data in gestione. È diventata un “Laboratorio Aperto”, un nuovo spazio fruibile dai cittadini e dalle imprese che ospita e promuove al suo interno attività di formazione, eventi a tema, spazi attrezzati con tecnologie all’avanguardia e tanto altro. Scopo del progetto, quello di promuovere iniziative che possano apportare un tangibile cambiamento favorendo l’incontro tra domanda e offerta di soluzioni innovative, in particolare nell’ambito della mobilità sostenibile e della logistica, ma anche dell’ambiente, della cultura, del turismo e tanto altro. Il Laboratorio Aperto Piacenza è inserito nel prestigioso contesto dell’ex Chiesa del Carmine, il cui recupero rientra nel percorso di attivazione del concetto di Smart City e fa parte integrante del network di Laboratori Aperti della Regione Emilia Romagna che collaborano in materia di innovazione su tutto il territorio.
Il Laboratorio Aperto di Piacenza è un progetto nato grazie al Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale Por FESR 2014-2020, al Comune di Piacenza e all’Unione di “Fondazione Giacomo Brodolini” e “Mbs”, i soggetti gestori dello spazio. La Fondazione Giacomo Brodolini è un “Think and Do Tank” che opera dal 1971 a livello europeo, nazionale e locale nel campo delle politiche di sviluppo e del lavoro. Si tratta di un’organizzazione non profit con sede a Roma e con uffici a Milano, Torino, Bruxelles, Barcellona, e Ankara. Con uno staff di 50 persone e con più di 100 esperti e consulenti, si occupa di ricerca, consulenza, formazione e assistenza tecnica. “Mbs” è attiva nel mondo della consulenza direzionale, della formazione e della ricerca, integra esperienze e competenze diverse per supportare lo sviluppo delle organizzazioni. In particolare, oltre che a imprese e organizzazioni non profit, presta i propri servizi soprattutto alle pubbliche amministrazioni, attraverso interventi di progettazione, realizzazione, monitoraggio, valutazione e controllo delle politiche di sviluppo realizzate attraverso la gestione di progetti e programmi comunitari.

Il progetto di recupero

 Il progetto di recupero e riqualificazione dell’ex Chiesa del Carmine è stato avviato nell’autunno del 2017 e concluso nella primavera del 2019. Comprende due distinti ambiti di intervento: il recupero e il consolidamento strutturale dell’edificio e il riuso funzionale. Il progetto è infatti finalizzato all’attivazione di uno spazio urbano fruibile dai cittadini e dalle imprese che promuove e ospita attività di formazione, eventi cittadini e spazi attrezzati con tecnologie all’avanguardia, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità. Il recupero di questo prezioso patrimonio cittadino rientra inoltre nel quadro del rilancio di un’area di grande importanza strategica per la città. La zona compresa tra Piazza Cittadella e Piazza Casali infatti, per la sua valenza storica, culturale e urbanistica, giocherà un ruolo centrale per lo sviluppo della città del futuro. L’importo complessivo dell’intervento è stato finanziato in parte con contributo regionale DUP – Intesa per la Provincia di Piacenza – Obiettivo 10, in parte con fondi regionali Por Fesr 2014-2020 Asse 6 per le Città attrattive e partecipate. Durante l’inaugurazione sono intervenuti, a ricordare il lavoro svolto e le prospettive per il futuro, anche gli assessori Marco Tassi e Elena Baio. “Luoghi come questo – ha detto invece l’assessore regionale alla cultura Massimo Mezzetti - sono un laboratorio urbano che recupera la storia del passato e la mettono al servizio della contemporaneità. Credo che questo sia uno straordinario risultato per Piacenza e per la regione intera”.
Dopo il taglio del nastro del 19 dicembre, sono proseguite nella mattinata del 20 dicembre le iniziative che marcano la restituzione, alla città, del complesso del Carmine. Gli spazi della ex chiesa hanno accolto anche gli studenti delle scuole superiori per un incontro che ripercorrerà le diverse fasi, dal recupero artistico e architettonico alle attività già in programma nel nuovo Laboratorio Aperto. Ad aprire la mattinata, i saluti istituzionali del vice sindaco Elena Baio, della restauratrice Valentina Arosio e dell’architetto Franz Bergonzi, che hanno richiamato il percorso di ristrutturazione dello storico edificio e il “cantiere parlante nel cuore di Piacenza” rappresentato dal Carmine. Per i giovani partecipanti, anche la possibilità di sperimentare le potenzialità delle attrezzature tecnologiche di realtà virtuale e aumentata in dotazione al Laboratorio Aperto.

Pubblicato il 20 dicembre 2019

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