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Quando la nostra memoria si intreccia con la memoria della storia

teatro

“Noi siamo la nostra memoria, né più né meno” e solo quando la nostra memoria si intreccia con la Memoria della storia, solo allora siamo davvero capaci di ricordare. Questo è il cuore di “Altre memorie”, spettacolo organizzato dal gruppo teatrale Quarta Parete in occasione della Giornata della Memoria. La sera di martedì 28 gennaio, gli spettatori presenti al teatro San Matteo di Piacenza hanno potuto toccare con mano l’esperienza di alcuni personaggi vissuti nel secolo scorso. Questo reading teatrale, scritto appositamente da Giovanni Zilioli e animato dalle musiche dal vivo di Francesco Bonomini e Vincenzo Torricella, ha avuto inizio nell’oscurità, a sipario chiuso, mentre alcune sagome vestite con abiti d’epoca si sedevano in mezzo al pubblico.
Poco dopo, un narratore, alter ego in scena dell’autore Zilioli, ha cominciato a raccontare della sua famiglia, evocando quelle figure scure, quelle “ombre del passato” che sono salite sul palco e una a una hanno narrato la loro storia. Erano tutte persone legate al protagonista e a lui profondamente care: il bisnonno Casimiro e sua moglie Enrichetta, il nonno Primo, il padre Pino. Una serie di fantasmi, quindi, ma più che mai vivi e desiderosi di raccontare, di “fare memoria”. Proprio l’ultimo di loro, Pino, segnato dalla diretta esperienza dell’Olocausto, è stato protagonista di un momento particolarmente intenso insieme al narratore suo figlio. Quelle figure non erano solo ombre però, ma persone vere, vissute, che noi “dobbiamo mantenere vive con il nostro fedele e premuroso ricordo".
Ecco spiegato quindi il perché della grande commozione di Zilioli, evidente quando, a spettacolo concluso, è salito sul palco: il testo del reading era autobiografico e l’autore ha voluto riflettere sul valore del ricordo. Infatti, come ha sottolineato prima di ringraziare i presenti, le “piccole memorie”, i ricordi dei momenti che sembrano meno importanti, sono in realtà le fondamenta su cui costruire la Memoria con la M maiuscola, quella collettiva della storia.
“Non serve a niente ricordare i grandi stermini, se non facciamo memoria ogni giorno, con le persone che ci sono più care. Tutti facciamo esperienza di una piccola Auschwitz e di una piccola Betlemme sempre, in ogni istante, nella nostra vita quotidiana".  Dobbiamo ricordarcene, prendendoci cura delle nostre “piccole memorie” e ricordando i momenti vissuti con i nostri cari.

Pubblicato il 29 gennaio 2020

Paolo Prazzoli

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