Successo per il Falstaff di Verdi al Municipale
Composizione verdiana insolita, a dire che per la sua ultima opera lirica, il Cigno di Bussseto ha lasciato lo stile ottocentesco per inaugurare un nuovo modo di comporre musica. Falstaff, infatti, è stato composto in maniera discorsiva, ossia a ogni atteggiamento o canto degli attori in scena la vicenda è anticipato oppure seguito subito da un commento musicale. Musica spesso breve ma incisiva, ad arricchire di pathos la vicenda.
Così è stata posta in scena la strampalata storia di Falstaff, frequentatore assiduo di osterie, buon bevitore di vino, chiacchierone e capace di vanto specie per avventure amorose. Addirittura ne tenta una cercando di conquistare due donne maritate. Le quali scoprono l’inganno e fanno in modo di punire il farfallone amoroso con una giusta punizione. Il corpulento Falstaff ci casca e rimane gabbato. Giochi sottili di tentazioni attraverso lettere amorose, di gelosie accanite, di prese in giro, il tutto presentato con gusto, ilarità e controllo, sino a trasmettere tre ore di lieve, sorridente armonia.
Ottimo tutto il cast canoro, dal baritono, eccezionale interprete di Falstaff, Luca Sali, all’altro baritono Vladimir Stoyanov, voce e presenza scenica. Bravissimo pure Marco Ciaponi, nei panni del giovane Fenton. Coinvolgente tutto il cast femminile e il coro di Piacenza diretto da Corrado Casati. Perfetta l’Orchestra”Toscanini” diretta da Jordi Benàcer e ottima la regia di Leonardo Lidi. Calorosi e prolungati applausi d’alto gradimento.
Pubblicato il 30 gennaio 2020
Luigi Galli
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