Coldiretti: via libera dell’Ue all’etichetta salva salumi italiani
Via libera dell’Unione Europea all’etichetta Made in Italy su prosciutti, salame, coppa e pancetta, con l’obiettivo di smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana. Ad annunciarlo è Coldiretti, che ha fortemente sostenuto il provvedimento, dopo la scadenza del cosiddetto termine di “stand still”, il periodo di “quarantena” di 90 giorni dalla notifica entro il quale la Commissione avrebbe potuto fare opposizione allo schema di decreto nazionale interministeriale (Politiche Agricole, Sviluppo Economico e Salute) che introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate. “Si tratta del più recente capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta da Coldiretti, che ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa - afferma Andrea Minardi, allevatore e vicepresidente di Coldiretti Piacenza -, e di una novità di fondamentale importanza per garantire trasparenza ai 35 milioni di italiani che almeno qualche volte a settimana portano in tavola salumi.
Al tempo stesso è una misura importante per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale, e salvare dunque il prestigioso settore della norcineria, che in Italia, dalla stalla alla distribuzione, vale 20 miliardi. In particolare in Emilia Romagna, patria di salumi che sono delle vere e proprie eccellenze, la ricaduta sarà molto positiva”. Per quanto riguarda i prodotti del nostro territorio, si tratta di una misura di fatto già applicata: “il disciplinare delle DOP piacentine - chiarisce Minardi - prevede già che tutte le fasi di produzione avvengano a livello territoriale; lo stesso vale, ad esempio, per il prosciutto di Parma. Molte IGP, invece, fanno uso di carni provenienti dall’esterno, e una sola fase di lavorazione avviene in Italia. Sono sempre di più i consumatori che desiderano fare scelte d’acquisto informate e sostenere le realtà produttive 100% italiane, quindi la misura, da un lato, costituisce una garanzia di maggior trasparenza e tutela per i consumatori, mentre dall’altro permette alle DOP, che già prevedevano una produzione 100% italiana, di acquisire un valore aggiunto ancora maggiore”. L’invasione di cosce dall’estero ha assunto dimensioni preoccupanti: una media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti spacciati come Made in Italy. Si stima che tre prosciutti su quattro venduti in Italia siano in realtà ottenuti da carni straniere, provenienti in particolare dai grandi mattatoi dei paesi del Nord, senza che questo sia stato fino ad ora esplicitato in etichetta. “Il decreto - spiega Minardi - prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative al paese di nascita, al paese di allevamento e a quello di macellazione degli animali”.
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine potrà apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”; “la dicitura «100% italiano», dunque - conclude Minardi - sarà utilizzabile solo nel caso di carne proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia”.
Sono milioni le firme raccolte nel corso degli anni
Grazie alla raccolta di milioni di firme Coldiretti ha ottenuto l’origine obbligatoria su un’ampia gamma di prodotti alimentari. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro è arrivato grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018 del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Qualche giorno prima, il 13 febbraio 2018, è entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso. Due momenti importanti preceduti da altri notevoli traguardi, in particolare l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di mungitura per latte e derivati (19 aprile 2017, già in vigore dal 7 giugno 2005 per il latte fresco), l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy (17 ottobre 2005) e l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro (1° gennaio 2008).
Pubblicato il 24 luglio 2020
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