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Gramizzola, la chiesa ritorna ai suoi splendori originali

la chiesa di gramizzola comune ottone


Gramizzola, in comune di Ottone, ai confini con la provincia di Genova  è un antico borgo, rifiorente tra fasce amene e vaste; prati, pascoli; generosi castagneti. Il monte Dego tutto e tutti abbraccia affettuoso: mitiga l’inclemenza dei venti, dona abbondanza di acque, limpide e feconde. Protegge, asseconda, sostiene. Il fiume a valle, pigro e tortuoso, nei suoi tranquilli laghetti, rispecchia il verde intenso di quella terra benedetta; esalta cieli azzurri; sereni, soavi, che la sovrastano; la incoronano. Il duro lavoro dei campi ripagava le famiglie con un mare di grano, oro flessibile, biondo; vigneti gentili, delicata fragranza d’uve. Eccellente raccolta di tuberi, molto apprezzati.

Dalla chiesa, dedicata a San Martino, massima espressione dell’accoglienza e della condivisione, ogni giorno, salivano al cielo preghiere di cristianità compatta e coerente. Esemplare. Salivano e si diffondevano intorno, lieti e gioiosi, i canti di lode e gloria a Dio, guidati e sostenuti dall’indimenticabile parroco don Attilio Biggi (1919/2006), tenorile voce di noto pregio. Il paesaggio di Gramizzola incanta e commuove. Rasserena l’animo; lo predispone al trascendente; lo indirizza ai “Massimi Problemi”. Suggerisce e orienta verso soluzioni in cristiana prospettiva e fatto. La gente del luogo può, a pieno titolo, salire su alta cattedra di lavoro instancabile e grande umanità. Profondità di pensiero ed azione.

La grande generosità dei fratelli Carraro
Tra i figli di un ambiente tanto prodigioso vengono particolarmente ricordati i quattro fratelli Carraro: Maria Grazina (1907/2011), Vittorio (1910/2010), Luigi (1911/2012), Maria Rosa (1913/2003). Dopo una vita dedicata al lavoro nei campi o in lontane sofferte città, ultracentenari o quasi, hanno lasciato Gramizzola,  pienamente ritrovato dopo la pensione, chiamati in Cielo al premio eterno. Le loro ultime volontà, stabilite per unanime, convenuta decisione, hanno reso disponibile somma cospicua, destinata alla chiesa, per indispensabili lavori di manutenzione al tetto e all’edificio nel suo complesso.  Un’epigrafe, pubblico riscontro, sarà presto affissa nel piano plebano della chiesa. I fedeli, nei secoli, elevino grata prece e mai sia dimenticato il nome di questi generosi. Con il forte contributo dei fratelli Carraro la chiesa di San Martino è tornata splendida e sicura, come gli “Antichi Padri” l’avevano concepita.
La chiesa di S. Martino vescovo, ricostruita nel XX secolo, ha la facciata in stile settecentesco, interno ad unica navata con decorazioni di Vittorio Pittaco del 1912.
Sul monte Dego (1427 mt.) si trova l'oratorio della B.V. Immacolata del 1920, costruito su un antico lazzaretto.

Attilio Carboni

Pubblicato il 13 agosto 2020

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