Aumento servizi socio-sanitari, la Fondazione Pia Pozzoli scrive al sindaco
"L’applicazione della nuova disciplina prospetta per alcune nostre famiglie un carico economico francamente insostenibile, ponendole nella drammatica alternativa di privare i loro 'ragazzi' di un servizio ad oggi fondamentale ed insostituibile, ovvero di mettere in seria difficoltà gli enti che gestiscono i servizi stessi. In alcuni casi, infatti, la nuova quota di compartecipazione risulta maggiorata di oltre cinque volte quella attuale e, nella maggioranza delle situazioni, l’aggravio risulta comunque significativo". La Fondazione Pia Pozzoli-Dopo di Noi con una lettera sottoscritta da oltre cento familiari di persone con disabilità si rivolge al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri per chiedere un confronto sull'annunciato nuovo sistema di tariffazione dei servizi sociosanitari del Comune per il triennio 2020-2022. Ad essere contestata non è tanto la novità del principio di compartecipazione progressivo in funzione dell’ISEE - resa necessaria dalla sentenza del Consiglio di Stato del 13 novembre 2018, che afferma l’illegittimità di una tariffazione fissa non legata all’ISEE stesso, così come invece previsto dal Regolamento comunale rimasto finora in vigore - ma la modalità scelta per la sua concreta attuazione, che comporterebbe elementi di iniquità. Il rischio è che le famiglie e le persone con disabilità - già provate dalla situazione di restrizioni legate al Covid - si sentano ancora più sole, se non trascurate.
"Il problema che vogliamo rappresentarle, oggi tocca in modo grave ed urgente alcune delle nostre famiglie, ma, più in generale, coinvolge tutto il settore della disabilità e, crediamo, interpelli fortemente l’intera comunità piacentina", precisa la lettera della Fondazione Pia Pozzoli, presieduta da Vittoria Albonetti, che riassume le principali criticità riscontrate nel provvedimento.
"Innanzitutto va rilevato un problema di metodo: la nuova disciplina è stata 'calata dall’alto', senza l’avvio di un percorso preliminare di discussione e concertazione con i fruitori dei servizi e le loro famiglie e con gli enti gestori dei servizi sul territorio i quali svolgono la funzione di esattori delle somme dovute dagli utenti stessi a titolo di compartecipazione: in altri termini 'ci mettono la faccia'. Ciò in palese contrasto con i principi di concertazione e co-programmazione sanciti dalla Legge Quadro nazionale in materia di servizi socio-sanitari (L.388/2000) e dai successivi provvedimenti attuativi a carattere nazionale e regionale".
"Venendo poi al merito ed ai contenuti del provvedimento - prosegue il testo - appare molto discutibile l’introduzione di un meccanismo di compartecipazione basato sulla percentuale del costo di riferimento dell’utente e non su valori e cifre assolute, in quanto lo stesso genera un legame di proporzionalità diretta tra quota a carico dell’utente e livello di gravità dello stesso; in altri termini a parità di ISEE, l’utente che esprime un maggior bisogno assistenziale, paga di più! Ciò a fronte di un preciso orientamento regionale di segno contrario, laddove nello stesso 'Sistema di remunerazione dei servizi socio-sanitari accreditati', approvato con Giunta Regionale del 29 febbraio 2016, si afferma, testualmente che «..nei servizi per disabili CSDR e CSSR la diversa valutazione dei bisogni assistenziali ed educativi non può essere elemento di differenziazione dei criteri e della quota di compartecipazione della spesa a carico degli utenti che pertanto deve rimanere la medesima per i vari livelli assistenziali»".
Altri elementi di forte iniquità denunciati dalla Fondazione Pia Pozzoli sono racchiusi "nelle fasce ISEE adottate e nella loro combinazione applicativa: si prevede infatti un massimale di importo molto basso (8.000 €); manca un ragionevole tetto massimo di contribuzione, si prevede una compartecipazione dell’utente anche per un valore di ISEE pari a zero; nella mancanza di modularità: non si fa chiara distinzione tra i servizi effettivamente fruiti dall’utente (servizio mensa, trasporto, ecc..); nella generazione di un effetto di disparità territoriale tra utenti di Piacenza ed utenti con medesime disponibilità economiche, frequentanti lo stesso Centro e che fruiscono degli stessi servizi ma che risiedono in Comuni diversi da Piacenza, ai quali si applicano discipline tariffarie di compartecipazione alla spesa significativamente più favorevoli".
Infine, nel mirino c'è la condizione di “retroattività”, ovvero - citiamo ancora la lettera - "la richiesta di corrispondere le quote stabilite con i nuovi criteri a partire dal mese di gennaio del 2020, termine di decorrenza previsto dalla delibera di Giunta. Richiesta quanto mai inopportuna, in generale, se non addirittura viziata da illegittimità, nei casi in cui essa è pervenuta in termini molto differiti. Infatti, è bene sottolineare che la comunicazione della modifica della disciplina delle tariffe – a causa della sospensione e ritardi del servizio di Poste italiane durante l’emergenza Covid del 2020 – non era stata recapitata a tutte le famiglie interessate, le quali hanno ricevuto notizia della predetta solo alla fine dello scorso anno, quasi senza preavviso".
Per la Fondazione Pia Pozzoli l'aumento tariffario va a colpire le famiglie in una congiuntura socio-economica pesantemente segnata dal Covid. "Al di là dell’aspetto economico, certamente importante, vorremmo esternarle anche il nostro forte disagio, a livello psicologico, nel sentirci trascurati se non addirittura penalizzati dalle istituzioni, proprio in un momento in cui avremmo particolare bisogno di protezione e vicinanza - rilanciano i firmatari -. Certamente Le è noto quanto i soggetti più fragili e con essi i loro caregivers abbiano sofferto e continuino a soffrire le privazioni ed i limiti imposti dall’emergenza Covid".
La Fondazione chiede pertanto un incontro con il Sindaco per poterle spiegare le ragione della loro presa di posizione, "nella prospettiva - auspicano - di giungere ad un’ immediata revisione della nuova disciplina, eliminandone gli effetti distorsivi prima menzionati, pur mantenendo il condivisibile principio della progressività".
Pubblicato il 13 aprile 2021
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