Le botteghe dell'educare
Scuola, dialogo con gli adolescenti, educazione alla sessualità, la musica
come espressione del cuore e il significato dello stare insieme a tavola in famiglia:
cinque spazi aperti al confronto tra i genitori, cinque esperienze di educazione “in atto”
Sono la novità dell’edizione 2010 della “Grande Festa della Famiglia”: cinque spazi di incontro e confronto per genitori - e non solo - a partire da esperienze di educazione “in atto”. Luoghi dove ascoltare, fare domande, esprimere dubbi, chiedere consigli, in modo da portare a casa qualche “attrezzo” in più per continuare nella vita quotidiana l’affascinante ma difficile mestiere di educare.
È questo il senso delle “botteghe dell’educare” dislocate, nel pomeriggio di domenica 19 (a partire dalle ore 15.30), tra Piazza Cavalli e Palazzo Galli, messo a disposizione dalla Banca di Piacenza.
Saranno guidate da esperti che sono prima di tutto educatori, a loro volta coinvolti a vario titolo (come genitori o insegnanti) nella crescita di bambini e ragazzi.
Gli spunti non mancheranno, né le opportunità per approfondire aspetti sui quali ci può essere difficoltà (vedi il dialogo con i figli adolescenti o l’educazione sessuale) o che sono trascurati, come la dimensione dello “stare a tavola” insieme o la musica come esperienza familiare.
Un voto alla Scuola
La bottega a cura dell’associazione professionale di insegnanti Diesse (Didattica e Innovazione scolastica) ha il provocatorio titolo “Promossa o bocciata? La famiglia dà il voto alla Scuola”. A guidarla saranno il prof. Mauro Monti, dirigente scolastico all’Istituto “Mattei” di Fiorenzuola, e il prof. Angelo Lucio Rossi, laureato in Pedagogia e Filosofia, dirigente scolastico del Liceo “Marconi” di Pescara.
L’espressione “botteghe dell’educare” prende spunto da un’esperienza nata all’interno di Diesse: una rete di pratiche e relazioni nel mondo della Scuola per rispondere all’emergenza educativa. “Le «botteghe dell’educare» rappresentano - spiega il prof. Rossi - brani di realtà in cui già si sperimenta una soggettività in azione che diventa intrapresa, formazione, aggiornamento, costruzione di rapporti tra Scuola ed espressioni della realtà civile interessate all’educazione”.
“Insegnare - sottolinea infatti il prof. Rossi - non è operazione solitaria del docente, ma impegno critico di re-invenzione solidale di una disciplina con gli alunni, in un contesto di cooperazione che è fattore imprescindibile di ogni scuola”.
“L’immagine della bottega dell’artigiano come luogo in cui l’adulto, mentre è all’opera, si tiene vicino il giovane, ci sembra adeguata per qualificare lo spazio-tempo dell’ora di lezione. Il problema - precisa il prof. Rossi - non è di trasmettere regole e contenuti, ma di com-partecipare un’esperienza di esplorazione appassionata della realtà”.
La cura per il desco
Oggi si è un po’ persa, ma è una dimensione non secondaria della vita familiare: parliamo della cura per il desco.
Andre Sinigaglia, laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia alla “Cattolica” di Milano, lavora da anni nel settore dell’enogastronomia e del turismo. Dal 2004 insegna storia e cultura della cucina italiana presso ALMA, la scuola internazionale di cucina italiana di Gualtiero Marchesi a Colorno, di cui è direttore operativo dal 2006. Sposato con Clarissa, una bimba di 1 anno e mezzo e un secondo in arrivo, sarà lui a guidare la bottega “Tutti a tavola! Il pranzo della domenica”.
“La famiglia si salva a tavola - dice deciso Sinigaglia -. Nel rapporto tra tavola e famiglia, tutti i gesti, le parole, gli atteggiamenti hanno un valore educativo e contribuiscono a costruire la famiglia. Il desco, vale a dire la tavola preparata, manifesta l’amore, il voler bene di chi se ne è preso cura nei confronti di chi si siederà attorno ad essa e ne godrà”.
“Il desco - sottolinea - diventa la sintesi di tutti i valori che sostengono la famiglia: il senso di appartenenza, il perdono, l’accoglienza, la gratuità, l’attenzione reciproca, la capacità di comunicazione tra le generazioni, il senso di gratitudine. Il mangiare insieme è un percorso educativo che rafforza nei figli la fiducia nella vita, il gusto dell’esistenza”.
“Anche il genitore che prepara - fa notare l’esperto - ne esce gratificato se è cosciente che attraverso la routine quotidiana dell’organizzazione del pranzo risponde al proprio compito: comunicare attraverso una continua tensione al bello e al buono che il senso della vita passa attraverso l’agape, parola greca che insieme significa banchetto e amore”.
La bottega sarà corredata da una piccola degustazione.
I “nuovi” adolescenti
“Adulti credibili, adolescenti possibili” è il tema della bottega affidata all’Associazione “La Ricerca” e centrata sul rapporto genitori-figli adolescenti. A guidarla saranno le psicologhe Alessandra Zioni, specializzata in psicologia cognitiva, una lunga esperienza agli sportelli d’ascolto nelle scuole, e Paola Marcinnò, specializzata in psicologia sistemica (ossia della famiglia), impegnata accanto ai genitori nei cammini di recupero dei figli con problemi di tossicodipendenza.
Il laboratorio, il più possibile interattivo, partirà da alcune sollecitazioni/provocazioni. “Proveremo a delineare insieme il ritratto della famiglia con adolescenti, indicando le risorse e le fragilità - spiega la dott.ssa Zioni -. Poi faremo altrettanto con gli adolescenti di oggi, sottolineandone i punti di forza e di debolezza. Ci concentreremo quindi sulla relazione tra genitori e figli adolescenti, a partire dalla metafora del «tiro alla fune» usata dallo psicoterapeuta Alberto Pellai. Verrà proposta la lettera che lui stesso ha scritto a sua figlia adolescente, come base per un confronto tra i partecipanti”.
La riflessione si snoderà scandagliando alcune possibili “aree di conflitto”: il corpo, la scuola, il gruppo, le trasgressioni (sostanze e non solo). “Chiuderemo con la lettura di un articolo di Charmet, dal titolo «Non sparate sui nuovi adolescenti», in modo da concludere sottolineando i punti di forza su cui far leva nella relazione educativa”.
Un’ottica propositiva, dunque, quella di questa bottega, che - sintetizza la dott.ssa Zioni - si propone quattro obiettivi: “provare a maturare una genitorialità più consapevole; confrontarsi sui modi di intendere l’educazione e sui diversi modelli educativi; offrire uno spazio per riflettere insieme; facilitare la relazione tra le varie agenzie educative”.
La musica “maestra”
“La musica maestra” è il titolo della bottega che sarà coordinata dal prof. Giovanni Grandi, musicista e docente di educazione musicale alla scuola media “Sacra Famiglia” di Cremona. Classe 1980, ha iniziato lo studio della tromba all’età di 9 anni col m° Doldi e si è diplomato al Conservatorio “Nicolini” nella classe del m° Caggiati.
“«Un oratorio senza musica è come un corpo senza anima». Questa citazione di San Giovanni Bosco si può immediatamente trasportare in ogni ambito della vita, anche e soprattutto in quello famigliare - commenta il prof. Grandi -. Se penso alla mia famiglia non posso che ricordare con gratitudine tutta la musica che vi ho trovato e che mi ha educato: dalle sinfonie di Beethoven alle canzoni di Claudio Chieffo, dai canti degli alpini alle canzoncine che mia mamma si inventava per noi bambini. Ecco da dove nasce il modo di fare musica e di ascoltarla che propongo”.
“La musica - aggiunge - ha lo straordinario potere di entrare dentro una persona, di farle compagnia, di comunicare in modo misterioso ma concreto le cose che il cuore continuamente ricerca e attende. Per questo la musica è maestra: è una continua educatrice del cuore, per tutti. Non solo per i musicisti o gli addetti ai lavori. In questo senso si inserisce questa proposta all’interno della Festa della Famiglia, affinchè si possa fare esperienza - anche attraverso l’ascolto di alcuni brani - di quanto la musica possa lasciare un segno in chi veramente l’ascolta”.
Il corpo racconta
Pur bombardati da tante sollecitazioni e informazioni sui temi della sessualità, i ragazzi spesso si rivelano confusi, disorientati. È importante che i genitori riprendano in mano il proprio ruolo educativo anche in questo campo. Per questo a guidare la bottega “Mamma, papà, mi spiegate? Un aiuto all’educazione sessuale” saranno due esperti del Centro Lombardo Metodo Billings di Milano che sono anche mamma e papà. Federica Fossati, infermiera, animatrice del laboratorio “Il corpo racconta” per mamme e figlie preadolescenti, e il dott. Lorenzo Rizzi, pediatra, che con altri sensibilizzatori del Clomb sta progettando corsi dedicati a coppie di papà e figli adolescenti.
“I cambiamenti puberali - spiegano - offrono lo spunto per cercare e trovare informazioni corrette e scientifiche, ma anche per scoprire la propria ricchezza interiore, in una fase della crescita in cui la Scuola non offre ancora le risposte ai mille perché che affiorano, mentre le trasformazioni che si osservano in sè mettono in crisi corpo, mente e cuore. Nei corsi si favorisce l’alleanza tra genitori e figli, si offrono spunti di dialogo in famiglia e si è stimolati ad accrescere la stima di sé affinché ognuno si senta in diritto di essere amato e rispettato”.
La bottega sarà basata sul dialogo: così i partecipanti saranno i registi stessi del laboratorio. La sperimentazione di alcune tecniche vissute durante i corsi e l’osservazione dei materiali utilizzati permetterà di intuire il modo con cui i ragazzi possono avvicinarsi ad argomenti che li incuriosiscono, ma di cui talvolta faticano a parlare, e di avere idee su come spiegare ai propri figli realtà tanto comuni quanto meravigliose. L’uso delle metafore è ad esempio di grande aiuto per calarsi con semplicità in concetti sovente considerati difficili. “Nulla è lasciato al caso. Gli oggetti, le immagini, i giochi hanno un significato che va oltre l’apparenza. Anche questo è fondamentale: nell’età in cui l’apparenza sembra avere il sopravvento sulla realtà, accorgersi che c’è un significato più profondo dietro ciò che appare banale può essere un passo importante verso la maturità”.
B. S.
Articolo pubblicato sull'edizione di venerdì 25 settembre 2015