Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

«La crisi economica rischia di ampliare le disuguaglianze sul lavoro tra donne e uomini»

 presidente petitti in assemblea

È notizia di questi giorni che, nel 2019, si sono dimesse dal lavoro, in Italia, 37 mila neo mamme. "Ancora una volta un dato preoccupante, come accede ormai quasi sempre quando escono analisi statistiche relative alla situazione donne e lavoro, che fanno suonare più campanelli d'allarme". Questo il commento di Emma Petitti, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. "Una tendenza dalle dimensioni già di per sé preoccupanti- prosegue la presidente- che con la crisi socio-economica legata al coronavirus rischia di aggravarsi enormemente. Perché, a differenza di una prima lettura semplicistica circolata all'inizio della pandemia, sappiamo bene una cosa: con le crisi a rimetterci sono sempre le persone già più in difficoltà, a partire in questo caso dalle donne lavoratrici, per non parlare poi delle madri che lavorano".
"Viviamo in un Paese per molti aspetti ancora arretrato per quanto riguarda la cultura e le misure che rendono effettiva la parità di genere, in tutti gli ambiti, da quello lavorativo, familiare e sociale. Riconoscere l'esistenza di questa ferita, di questa profonda diseguaglianza in termini di opportunità tra donne e uomini, è il primo passo da compiere per combatterla. Differenze di salario rispetto ai colleghi uomini, maggiori ostacoli nel far carriera e ricoprire ruoli di vertice, più difficoltà nel far conciliare la vita lavorativa con quella familiare, un tasso di disoccupazione ancora troppo elevata se paragonato a quello maschile. Una oggettiva discriminazione nell’accesso al mondo produttivo confermata puntualmente, come un orologio svizzero, da dati pochi rosei che fanno emergere un contesto in cui purtroppo le Pari opportunità hanno ancora molta strada da fare", commenta la presidente del Parlamento regionale.

La Regione Emilia Romagna ha investiro su smart working


"In Emilia-Romagna possiamo dire di trovarci in un’isola felice con un’occupazione femminile di oltre 10 punti superiore alla media nazionale e oltre 85 mila imprese femminili. Si tratta di un risultato frutto di una grande attenzione sul tema e di un corollario di misure e interventi volti a favorire l’ingresso e la permanenza femminile nel mercato del lavoro, su cui però, anche nella nostra regione, bisogna continuare a insistere. Il percorso, di certo, non si può dire concluso. Quando parliamo di donne e lavoro non possiamo non parlare di smart working, su cui come Emilia-Romagna abbiamo sempre creduto investito. Quando ero assessora alle risorse umane siamo stati la prima Regione a sperimentarlo sugli impiegati dell’ente per poi farlo entrare a pieno regime già l’anno scorso. Questa pandemia ha rappresentato un grande laboratorio per testare la sua reale efficacia e le sue potenzialità".
"Parliamo di una forma di lavoro - evidenzia Petitti - che non guarda alle scadenza e alle timbrature, ma agli obiettivi, ai progetti. Non importa il "dove", se a casa o in un altro luogo, ma il "come".
Tra i molteplici vantaggi ha quello di rispondere, per la sua flessibilità negli orari, al grande tema della conciliazione vita e lavoro, che come sappiamo riguarda soprattutto le donne, sui cui ancora nella maggior parte dei casi grava il lavoro di cura. Uno strumento a mio avviso molto utile, su cui però c'è un "ma". Serve infatti un intervento complessivo perché in assenza di regolamentazioni a rimetterci sono sempre i lavoratori meno tutelati, ovvero coloro ad esempio che non hanno la possibilità di esercitare il “diritto alla disconnessione" e quindi lavorano molto di più, o chi al contrario non può avvalersi del "diritto alla connessione" perché non è in possesso degli strumenti tecnologici adeguati o vive in una zona in cui persistono maggiori difficoltà di connessione". "Quello del rapporto tra donne e lavoro è un tema da cui partire, con ancora più convinzione oggi. Un Paese diseguale è un Paese più povero, più debole. Soprattutto quando si parla di un Paese in cui una buona parte della popolazione (le donne) non lavora ed è vittima di ingiuste discriminazioni", conclude la presidente dell'Assemblea legislativa.

Pubblicato il 5 luglio 2020

Ascolta l'audio   

Terzo settore, come abbattere i costi dell’accesso al credito

terzo settore regione emilia romagna

Un fondo dedicato al mondo dell’associazionismo e del terzo settore per abbattere i costi sostenuti per l’accesso al credito e ai finanziamenti di breve periodo; un sostegno concreto, dunque, per superare le difficoltà conseguenti all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Lo ha stanziato la Giunta della Regione Emilia-Romagna, mettendo a disposizione 1,5 milioni di euro: la prima tranche di un pacchetto di risorse che complessivamente ammonteranno a 2,5 milioni. Il provvedimento è destinato alle associazioni di promozione sociale, alle organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali previsti dalla normativa e agli enti religiosi civilmente riconosciuti che svolgono attività di interesse generale - a cui viene riservato 1 milione di euro della dotazione complessiva - oltre alle associazioni sportive dilettantistiche con sede in Emilia-Romagna, cui andranno 500mila euro.
“L’Emilia-Romagna ha deciso di sostenere il Terzo settore, che fornisce un tessuto prezioso e imprescindibile in regione e ha dimostrato la sua capillarità e importanza anche aiutando a gestire i bisogni nella crisi - spiega la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein -. Con questo provvedimento, grazie alle risorse messe a disposizione, le associazioni e il mondo del volontariato possono contare su un sostegno concreto per accedere al credito senza costi aggiuntivi e quindi poter riprendere le attività sul territorio in questo difficile momento”.

Come aderire

Le risorse saranno trasferite dalla Regione al consorzio fidi o aggregazione temporanea di Confidi che presenterà domanda nei termini e che abbia dichiarato il maggior numero di operazioni di garanzia effettivamente erogate a favore di beneficiari in Emilia-Romagna nell’ultimo anno. La domanda per la gestione del fondo dovrà essere inviata con posta elettronica certificata a partire dal 29 giugno 2020 ed entro il 9 luglio 2020 all’indirizzo strumentifinanziaridgcli [AT] postacert [DOT] regione [DOT] emilia-romagna [DOT] it. Sarà il consorzio fidi ad assegnare i contributi, fino ad un massimo di 9mila euro, per coprire il costo degli interessi e della garanzia su finanziamenti fino a 50mila euro e di durata fino a sei anni a favore dei beneficiari. Questi ultimi, per presentare domanda per l’agevolazione al consorzio fidi selezionato, dovranno attestare di avere sede legale o operativa in Emilia-Romagna, essere iscritte nei registri pubblici previsti dalle leggi regionali e nazionali, non essere in stato di liquidazione volontaria o in procedura fallimentare. Sarà il confidi a verificare il possesso dei requisiti, mentre la Regione si riserva la facoltà di svolgere in ogni momento controlli a campione per verificare il possesso dei requisiti e il corretto utilizzo dei contributi.

Pubblicato il 3 luglio 2020

Ascolta l'audio   

Centri per le famiglie e comunità di accoglienza: linee guida per la riapertura

 minori-centro accoglienza-famiglia

Gradualità e prudenza per garantire, nella massima sicurezza, la riapertura verso l’esterno delle Comunità di accoglienza di bambini e ragazzi in difficoltà, donne con bambini e Centri per le famiglie dell’Emilia-Romagna. A partire dalle attività e dai sevizi di sostegno, socializzazione e incontro con le famiglie naturali di minori in accoglienza. Questo l’obiettivo delle Linee guida messe a punto dalla Regione e inviate - con una nota della Direzione generale Cura della Persona, Salute e Welfare - ai Dipartimenti di sanità pubblica, Servizi sociali territoriali, Coordinamenti regionali di comunità educative per minori, gestanti e madri con bambino, famiglie affidatarie di tutto il territorio. Tra le indicazioni fornite, la necessità di diversificare la ripresa dei servizi in base al target di utenza e al relativo grado di rischio di contagio; la riorganizzazione degli spazi interni, il rispetto delle norme igieniche e di sanificazione, l’utilizzo delle mascherine e i test sierologici.
“Nelle strutture che ospitano bambini, ragazzi, gestanti e madri con minori che non possono più vivere nelle proprie famiglie, l’emergenza Coronavirus ha determinato difficoltà serie, di cui si deve tener conto - sottolinea la vicepresidente e assessora al Welfare, Elly Schlein -. L’abbiamo fatto a partire dal nuovo Fondo sociale regionale 2020, prevedendo un fondo finalizzato di 500.000 euro dedicato al sostegno alle comunità per minori rispetto alle difficoltà e maggiori costi che hanno avuto durante la fase uno dell’emergenza. Ora, in fase due, anche se in modo graduale per garantire la sicurezza di utenti, famiglie e operatori, possono riaprire e riprendere le consuete attività. Queste indicazioni, che abbiamo elaborato raccogliendo sollecitazioni e richieste provenienti da diversi ambiti territoriali, non hanno l’obiettivo di essere esaustive, ma di fornire un quadro di riferimento utile alla ripresa di quegli interventi che era stato necessario sospendere o limitare. Interventi- spiega la vicepresidente- che devono tener conto del contesto locale attraverso un’attenta valutazione che coinvolga i Servizi sociali e sanitari, gli Enti locali titolari dei Centri per le famiglie, i soggetti gestori delle strutture di accoglienza e le famiglie affidatarie, i dipartimenti di Sanità pubblica e l’autorità giudiziaria, ove necessario”.
È consentito l’accesso di nuovi ospiti nelle strutture di accoglienza per bambini e ragazzi in difficoltà, gestanti e donne con bambini, con l’obbligo di effettuare il tampone naso-faringeo per il Covid-19 prima dell’ingresso, e una valutazione clinica preventiva per verificare l’assenza di segni o sintomi di malattia. Inoltre, per i nuovi ingressi di minori in attesa dell’esito del test è necessario mantenere i più giovani in una situazione di preventivo isolamento dal resto del gruppo, all’interno della struttura di accoglienza. Tale precauzione è particolarmente indicata per le comunità di pronta accoglienza, ma è buona norma che sia applicata anche all’interno delle altre strutture. Le persone accolte nelle strutture potranno uscire per motivi di lavoro o studio se previsti nel progetto educativo concordato con i servizi sociali oppure, nei casi specifici, con l’autorità giudiziaria, e solo se non è prefigurabile lo svolgimento di queste attività con modalità a distanza. L’eventuale trasporto delle persone dovrà essere effettuato in sicurezza, a partire dalla sanificazione dei mezzi.

 Si riapre con gradualità

Le attività e gli interventi educativi rivolti a bambini e ragazzi accolti in comunità o in affidamento semiresidenziale presso famiglie possono riprendere gradualmente, nel rispetto dei principi di prudenza e sicurezza ed essere svolti, individualmente o in piccoli gruppi, anche con più utenti contemporaneamente. È requisito fondamentale per la ripresa delle attività in ambito semiresidenziale che gli spazi fisici a disposizione possano essere rimodulati per garantire il rispetto delle norme di sicurezza e anche in questo caso l’accesso dovrà essere preceduto da una valutazione clinica epidemiologica preventiva, per verificare l’assenza di segni o sintomi di malattia.
Le Linee guida regionali per la ripresa delle attività prevedono la riorganizzazione degli spazi interni, il rigoroso utilizzo delle mascherine da parte degli operatori, adulti e bambini di età superiore ai 6 anni, se le attività si svolgono in locali chiusi o all’aperto, qualora non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza. Nel caso degli affidi famigliari si consiglia la rimodulazione del progetto di affido, con particolare attenzione alla situazione della famiglia affidataria per quanto attiene, ad esempio, la presenza di parenti anziani conviventi, componenti o minori accolti con quadri clinici a rischio per il Covid-19, tipologia di lavoro svolto dai componenti del nucleo affidatario che li esponga a possibili contagi. Il Servizio sociosanitario, anche nell’ambito delle équipe sociosanitarie, dovrà assicurare una valutazione delle singole situazioni, predisponendo, nel rispetto di eventuali indicazioni della Autorità giudiziaria, una pianificazione degli incontri con la famiglia d’origine - condivisa, dove possibile, con il minore - la famiglia naturale e quella affidataria o con la comunità, sulla base dei bisogni e delle risorse disponibili. I rientri in famiglia dei minori sono comunque possibili in modo graduale e programmato e si suggerisce ai Servizi sociali responsabili dei casi di affidamento di raccogliere, anche attraverso apposito questionario o autodichiarazione, le necessarie informazioni per accertare che il nucleo familiare sia in buona salute, che nessun componente abbia sintomi riconducibili all’infezione o abbia avuto contatti con persone contagiate nei 14 giorni precedenti all’incontro, né sia sottoposto a quarantena.
Le frequentazioni ‘protette’ tra genitori e figli in luogo neutro possono riprendere solo se strettamente necessarie e disposte dall’Autorità giudiziaria. In caso contrario, dovranno essere garantiti i contatti, comunque espressamente autorizzati, di video-chiamata, al fine di tutelare anche la riservatezza dei luoghi. Potranno ripartire le consulenze tematiche, il counseling a singoli o a coppie di genitori, le mediazioni, le richieste di orientamento e di contributi economici in presenza, solo su appuntamento e per le situazioni in cui la presenza fisica sia ritenuta necessaria. In caso contrario si consiglia il proseguimento di tali attività per via telematica, come già avvenuto nella fase più critica dell’emergenza sanitaria. Tra le principali misure indicate dalle Linee guida regionali per la riapertura, la riorganizzazione degli spazi interni, il rispetto delle norme igieniche e di sanificazione, l’utilizzo delle mascherine. Quanto allo svolgimento delle attività rivolte a piccoli gruppi di adulti o bambini, potranno gradualmente ripartire nel rispetto del distanziamento fisico, potenziando al massimo l’utilizzo degli spazi all’aperto presenti presso molti Centri per le Famiglie e prestando particolare attenzione alle attività svolte al chiuso, per le quali è necessario garantire sempre il distanziamento fisico e spazi ampi e ben areati.

Pubblicato il 3 luglio 2020

Ascolta l'audio   

Il Sentiero del Tidone sempre più online

cartelli-val tidone

In questa estate in cui sempre più persone partiranno alla scoperta di luoghi immersi nella natura lontani dalle mete turistiche più battute, è apparsa chiara la necessità di comunicare al meglio la storia e il percorso del Sentiero del Tidone e dell’associazione omonima. Il potenziamento della comunicazione si avvarrà di un nuovo ingresso nell’associazione: Greta Cavallari - consulente di comunicazione e fondatrice di TravelValTidone - che in qualità di volontaria metterà le sue competenze al servizio dell’associazione. La rinnovata presenza online si rivolgerà in primo luogo ai tanti turisti che ogni giorno cercano informazioni sulla percorribilità del Sentiero, punti di accesso e luoghi d’interesse. Sarà inoltre utile ai tanti cittadini e volontari per rimanere informati sulle iniziative promosse dall’associazione, assemblee e comunicazioni importanti.
“Come associazione siamo molto contenti di questa new entry che si occuperà del potenziamento della comunicazione – afferma il presidente del sodalizio Daniele Razza a nome del Consiglio Direttivo e degli associati – Greta conosce già bene la nostra realtà e, in generale, quella del turismo. La sua esperienza nel campo della comunicazione ci permetterà di fare un ulteriore passo avanti e siamo certi che il suo contributo, come quello degli altri nostri associati, sarà prezioso per raggiungere quei traguardi ambiziosi che da sempre ci poniamo. Le poche entrate che abbiamo vengono spese per la manutenzione ma siamo consapevoli come anche la comunicazione sia importante: gli strumenti attuali come il nostro sito www.sentierodeltidone.it e la nostra pagina Facebook ‘Sentiero del Tidone’ necessitano di un supporto adeguato per poter essere più ‘accattivanti’ in un periodo in cui, come il percorso, vengono frequentemente visitati. Per molti, soprattutto per chi viene da fuori provincia e fuori regione, è il nostro primo biglietto da visita e come tale deve essere chiaro, completo e ‘accattivante’: siamo sicuri che il supporto di Greta sarà utilissimo per questo obiettivo”.

Pubblicato il 3 luglio 2020

Ascolta l'audio   

Gragnano, è tempo di lavori di manutenzione sul territorio comunale

 lavori messa in sicurezza 2.7.2020 5

“Le opere di manutenzione ordinaria sono fondamentali per conservare il patrimonio immobiliare ed evitare il peggioramento delle condizioni di ammaloramento, foriere di disagi e problemi oltre che di costi aggiuntivi più ingenti a carico delle casse comunali. Per questo ci siamo attivati appena le restrizioni anticovid si sono allentate per procedere in tal senso”. Così commenta il sindaco del Comune di Gragnano Patrizia Calza insieme all’assessore Cristiano Schiavi. “Abbiamo messo mano a diversi interventi – aggiunge - per lo più riguardanti gli edifici scolastici, per un importo complessivo di circa 20mila euro”. Presso l'edificio che ospita la scuola media si è svolto l’intervento più consistente. Si è provveduto ad eliminare una infiltrazione che partendo dal terrazzo frontale rischiava di danneggiare alcuni spazi interni attraverso la rimozione della guaina esistente, l’impermeabilizzazione doppio strato con guaina ardesiata e la realizzazione di un nuovo pluviale esterno in lamiera riverniciata. Presso la scuola elementare si è provveduto alla sistemazione del tetto al fine di prevenire infiltrazioni così come presso l’edificio che ospita la scuola dell’Infanzia.

Lavori anche a Campremoldo Sopra

Si sono svolti altresì lavori di messa in sicurezza del cornicione e del tetto della palazzina di proprietà comunale di Campremoldo Sopra dove oltre ad alcuni nuclei familiari è ospitata anche la sede della Polisportiva locale. Infine presso la cappella comunale del cimitero di Campremoldo Sopra con opportuni lavori di lattoneria e muratura, sono state eliminate pericolose infiltrazioni: un intervento molto atteso dalla comunità particolarmente legata a questa cappella che, nel tempo, è stata oggetto anche di lavori di decorazione. Nel frattempo si sono svolti e, in parte, sono ancora in corso lavori di manutenzione del patrimonio arboreo, in particolare sulle piante del bel viale che attraversa il paese per consentire una buona visibilità da parte di chi accede dalle vie laterali sulla provinciale. “A proposito di verde e ambiente – conclude Calza - colgo l’occasione per ringraziare una concittadina che a nome della Ditta Lattoneria 2 S ha donato al Comune una pianta da posizionare nel parco giochi della frazione di Gragnanino per creare uno spazio d’ombra attualmente non previsto. Un gesto che dà il senso dell’appartenenza alla comunità”.

Pubblicato il 3 luglio 2020

Ascolta l'audio   

Ascolta l'audio   

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente