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Notizie Varie

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Gragnano, nelle attività di cittadinanza attiva anche un corso per lavorare il legno

 gragnano

Un incontro tra generazioni diverse nell'ottica della cittadinanza attiva: questo il senso dell'incontro avvenuto nei giorni scorsi presso il municipio di Gragnano, tra gli studenti del consiglio comunale dei ragazzi del comune e Federico Cigalini, artista del legno ma anche uomo dal cuore generoso. Il signor Cigalini infatti recentemente ha provveduto al un lavoro complesso in quanto l'intervento manutentivo ha richiesto la sagomatura del legno e la realizzazione di incastri appositi per l'aggancio del corrimano alla scala per un'estensione restauro del vecchio e consunto corrimano della scala del municipio gragnanese. Un lavoro complesso in quanto l'intervento manutentivo ha richiesto la sagomatura del legno e la realizzazione di incastri appositi per l'aggancio del corrimano alla Scala per un'estensione lineare complessiva di più di dieci metri. Come ha spiegato il sindaco Patrizia Calza “era necessario l'intervento non solo per questione di decoro, ma soprattutto per sicurezza degli utenti per eliminare le pericolose schegge che avrebbero potuto ferirne qualcuno”.
Il signor Cigalini ha risposto subito alla richiesta di aiuto dell'Amministrazione e ha provveduto a risolvere il problema con sollecitudine consentendo un considerevole risparmio di denaro pubblico. Siamo particolarmente grati al signor Cigalini e al signor Sandro Pecorini, che lo ha coadiuvato nella fase iniziale. Si tratta di un esempio di quella cittadinanza attiva che arricchisce edifica la comunità ed ha un alto valore educativo. Per questo abbiamo voluto fare incontrare gli alunni del Consiglio comunale dei ragazzi con questo volontario che tra l'altro, insieme ad altri, il giovedì pomeriggio, nell'ambito dei laboratori finalizzati anche lo sviluppo della manualità, insegna agli studenti a lavorare il legno”.

Pubblicato l'8 gennaio 2020

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Un film che spiazza tutti

Il successo di “Tolo tolo” di Checco Zalone

tolotolo

Il film di Checco Zalone, alias Luca Medici, campione di incassi in questo periodo di feste, affronta, in chiave satirica, il delicato tema dell’immigrazione.
Dopo il trailer musicale della pellicola, uscito in anticipo, molti avevano gridato, scandalizzati, al pericolo del razzismo insito nel film.
La sinistra ha alzato gli scudi, la destra sembrava farci l’occhiolino, ma poi guardando il film ci si è accorti che, con la sua geniale comicità, Zalone prende in giro tutti.

“Tolo Tolo “parte e finisce in Italia, ma è in gran parte ambientato in Africa, seguendo il viaggio che il protagonista Zalone compie insieme ad alcuni migranti.
Lo fa dopo essere scappato in Africa per evitare problemi con il fisco italiano e dopo che il villaggio vacanze in cui era andato a lavorare come cameriere viene attaccato da alcuni miliziani.

Il cinema di Luca Medici, all’esordio come regista, è piacevole, divertente; presenta, attraverso se stesso, l’italiano sempliciotto e arrogante che non si accorge del dramma di chi gli sta intorno.
Sia la sinistra che la destra sono prese in giro allo stesso tempo: il fascismo come malattia, il politicamente corretto della contaminazione...

La scena della lotteria sulla nave della ONG spagnola, con la scelta, a peso, di chi spedire nei vari Paesi di accoglienza, è una trovata narrativa che usa l’arma dell’ironia per far pensare.
Anche il personaggio del politico che fa carriera rapidamente senza sapere niente, senza nessuna qualità, è una satira spassosa dell’odierna situazione.

Rimane però sullo sfondo il dramma degli immigrati che lasciano i loro Paesi sottoponendosi a viaggi estenuanti, pericolosi e mortali.
Il protagonista, Pierfrancesco “Checco” Zalone, che si trova sulla nave insieme ai suoi compagni di sventura, vuole dirci che ieri c’erano gli italiani alle prese con l’immigrazione, poi sono venuti gli albanesi, oggi gli africani e domani daccapo gli italiani...

l film, campione d’incassi al botteghino, è pieno di spunti di riflessione, di riferimenti, di sguardi diversi e scorretti su un tema così difficile come i migranti.
Il finale è veramente a sorpresa, perché non c’è fine.
La favola conclusiva sulle cicogne sembra fatta apposta per noi, non per i bambini africani a cui si rivolge: la mancanza di spiegazione del “perché a te sì e a me no” dipende dal fatto che non ce lo chiediamo.
Un destino che per molta parte dell’umanità è segnato da disperazione e miseria e che dovrebbe spingerci ad interrogarci di più.

Riccardo Tonna

Pubblicato l'8 gennaio 2020

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Il X libro di Gian Luigi Olmi sull’ultimo dopoguerra bobbiese

copertina libro Olmi

A Bobbio, nel salone di rappresentanza della Curia, il 28 dicembre, è stato presentato il nuovo libro del prof. Gian Luigi Olmi “Bobbio 1945/1970 - Dal dopoguerra all’amministrazione democristiana” (ed. Fantigrafica Cremona). L’avvicato Corrado Sforza Fogliani, mons. Pietro Coletto e l’autore stesso hanno illustrato l’opera ai tanti intervenuti, per lo più bobbiesi interessati e incuriositi per aver vissuto quel periodo.
L’autore, testimone di tanti degli eventi riportati, ha inframmezzato il racconto con spezzoni autobiografici. Scelta più che felice che dà naturalezza, vivacità e brio all’esposizione della “piccola storia” del dopoguerra bobbiese, “specchio minuscolo di una condizione che visse l’intero popolo italiano".
La lenta riconquista della normalità, pur in un contesto di forti contrapposizioni ideologiche, per fortuna immuni a Bobbio da esiti drammatici, passa attraverso le difficoltà causate dalla penuria di beni alimentari accompagnata dalla borsa nera, dai problemi della viabilità interrotta per la distruzione di vari ponti (tra cui quello del Barberino, che, ricostruito anni dopo, nuovamente crollato nella piena del 2015 non è ancora stato riedificato), dalle comunicazioni telegrafiche e telefoniche interdette, dalla mancanza di lavoro, dalle necessità della scuola, da sempre fornitrice ai bobbiesi di un buon livello di cultura. Grande spazio è dedicato alle atmosfere preelettorali e ai risultati, esaurientemente documentati, delle urne nelle elezioni di carattere locale e nazionale via via succedutesi. Gli umori della società bobbiese e le relative battaglie di penna al riguardo sono espressi dai report dei tre giornali allora stampati a Bobbio: La Trebbia (giornale clericale con direttore don Stefano Rebolini), Il Bove (foglio satirico di destra), L’Unione (di stampo social comunista).
Il libro è prezioso per chi ha caro Bobbio. Vi sono tratteggiati la vita dei ragazzi e dei pescatori sul fiume Trebbia, l’indelebile impronta lasciata dal Vescovo Pietro Zuccarino, succeduto a S.E. Bernardo Bertoglio, un accenno al mai risolto tema delle terme, i personaggi che, nel bene e nel male, hanno inciso nella vita bobbiese, i racconti di tanti eventi capaci di risvegliare moti emotivi negli animi di chi ha vissuto da bobbiese o da frequentatore estivo del borgo in quegli anni. Impossibile non ricordare che negli anni 1953/54 Bobbio cambiò volto, col sacrificio degli orti di San Colombano a favore di piazza Santa Fara (il progetto rimase in incubazione per oltre un secolo). Non è meno coinvolgente il racconto della vita del tempo libero bobbiese, delle attività culturali, delle feste danzanti, della stagione caratterizzata da “un’intelligente voglia di fare” del “Troglos”, ideato da un giovanissimo ing. Aldo Galleti, riportato in una foto con la principessa Soraya, ex moglie dello scià di Persia, di passaggio a Bobbio proprio in occasione dell’inaugurazione del locale.
Nel presentare il libro l’avvocato Corrado Sforza Fogliani ha sottolineato il pregio dei ricordi della terra bobbiese, che da sempre si è distinta nel difendere la propria identità, unico modo per affrancarsi dalla globalizzazione che tutto appiattisce. Mons. Coletto ha da parte sua rimarcato l’amore per Bobbio di Gian Luigi Olmi.
Il presente è il decimo volume che l’autore dedica a Bobbio e alla sua storia, tutti caratterizzati da una medesima attraente e curata veste grafica. L’augurio all’autore è di continuare sulla strada intrapresa.

Luisa Follini

Pubblicato il 7 gennaio 2020

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La Luce di Betlemme ha «rischiarato» la comunità di Pontenure

luceponte

La Luce di Betlemme  rischiara la comunità di Pontenure. La tanto attesa Luce della Pace ha fatto il suo ingresso nella chiesa di Pontenure prima di Natale, accolta dal parroco don Mauro Tramelli  insieme agli scout del gruppo di Pontenure e i ragazzi del catechismo.
Con la fiammella è stato acceso il cero pasquale che ha illuminato la chiesa durante l'intero periodo natalizio.
La Luce è stata accolta non solo dalla comunità parrocchiale ma anche dal coro "Perfetta Letizia" di Pontenure, dal vicesindaco Angela Fagnoni e dal maresciallo Luciano Salatino.
La Luce a Pontenure non si è fermata in chiesa, ma grazie al gruppo scout ha raggiunto gli ospiti della Casa di Riposo "Parenti". Alla consegna di questo speciale dono, simbolo di pace e speranza, che ha commosso gli anziani ospiti della struttura è seguita la celebrazione eucaristica presieduta dal diacono scout Claudio Fervari, responsabile della cura pastorale della struttura anziani.

Erika Negroni

Pubblicato il 7 gennaio 2020

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Calendasco, un libro per ogni nato

nati per leggere foto di gruppo

Un libro per dare il benvenuto a tutti i nati nel territorio di Calendasco nel corso del 2018 e del 2019. E’ l’album illustrato "Il fatto è" di Gek Tessaro il dono scelto dall’amministrazione comunale e porto in omaggio a neo mamme e papà del paese. Si tratta di un volume consegnato in una mattina in cui i genitori della borgata sono stati chiamati a raduno per presentare loro il progetto “Nati per leggere”, che ha compiuto i suoi primi 20 anni di vita e punta a promuovere la lettura ad alta voce fin dalla tenera età. A sostenerlo, su scala nazionale, è l’alleanza tra l’Associazione Culturale Pediatri, l’Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino onlus. Ai genitori è stata appositamente consegnata una dispensa con consigli utili su cosa e come leggere ai propri bambini, redatta dalla bibliotecaria Cinzia Cassinari.
“L’iniziativa rientra nel percorso già avviato dalla biblioteca di Calendasco, che intende farsi sempre più a misura dei piccoli e delle loro famiglie. Per questo sono ormai tradizione gli appuntamenti mensili con le ‘Storie a merenda’, particolarmente frequentati: occasioni in cui ai bimbi viene letta una storia tra gli scaffali, seguita poi da un gustoso spuntino”, spiega il sindaco Filippo Zangrandi.
“Nei prossimi anni continueremo a salutare tutti i nuovi nati con la consegna di un volume pensato proprio per loro: le ricerche scientifiche dimostrano che la lettura ad alta voce nella primissima infanzia influenza in modo positivo la crescita relazionale e cognitiva, contribuisce allo sviluppo del linguaggio e consolidare l'abitudine a leggere che poi il bambino porterà con sé anche da grande”. Una tesi supportata dal pediatra Antonio Galli, presente all’incontro. Quindi la parola è passata ad Anna Confalonieri Prandini, scrittrice per l'infanzia piacentina che ha illustrato uno dei suoi ultimi volumi, e all’editore che ne ha permesso la pubblicazione, il calendaschese Sandro Beretta di Piccole Pagine.

Pubblicato il 7 gennaio 2020

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