"Facciamo appello al senso civico". Così Marco Bricconi, primo cittadino dì Cadeo ha presentato il bando che punta alla realizzazione di un nuovo "elenco volontari" del Comune di Cadeo, "intercettando" cittadini che intendono prestare parte del proprio tempo ad attività di volontariato a servizio del territorio e dei propri concittadini. "Cerchiamo persone che desiderano dare tempo e competenze a favore della comunità - continua Bricconi -. Un dare che è segno di civiltà, di un sentirsi parte attiva di un "noi" che va costruito insieme". "L'Amministrazione si spende per rispondere ai diversi bisogni del territorio, ma le esigenze sono tante e servono nuove forze per poter far loro fronte - spiega il vicesindaco Marica Toma -. Ciò che chiediamo agli aspiranti volontari è di segnalare le competenze che vogliono mettere in gioco e l'ambito in cui si propongono, come ambiente, sport, sicurezza della mobilità". Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, educazione alla pratica sportiva e attività ricreativa, tutela e valorizzazione di Servizi Sociali, educativi e amministrativi e supporto alla sicurezza della mobilità nell’ambito delle attività scolastiche, sportive e ricreative, sono gli ambiti per cui è possibile proporsi. Per informazioni o inoltrare la domanda di partecipazione, occorre presentarsi all' Ufficio Protocollo o contattare il numero 0523 503306. "Abbiamo realizzato un bando pubblico in nome della massima trasparenza - conclude Toma -. Desideriamo raggiungere tutti, perché tutti possano parteciparvi".
Sabato 7 settembre nel santuario dedicato a Sant’Antonio di Padova sito nel cuore della frazione arquatese denominata Sant’Antonio di Costa Orzata, ha avuto luogo una solenne celebrazione liturgica che ha inteso ricordare e riconoscere i 70 anni di professione religiosa, i 65 di ordinazione sacerdotale ed i 45 anni di parrocchialità di padre Angelo Marcandella dell’ordine religioso dei Padri dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Una solenne funzione liturgica che ha coinvolto le comunità parrocchiali di Sant’Antonio, di San Lorenzo, dei Doppi e di Ricò. Dopo l’introduzione melodica eseguita dal Coro Montegiogo di Lugagnano, hanno accompagnato il festeggiato all’altare maggiore del piccolo santuario i confratelli padre Alberto Tuotin, cileno, superiore generale della Congregazione dei Padri dei Sacri Cuori presso la casa generalizia di Roma, padre Jean Blaise, congolese R.D.C., consigliere generale pure arrivato da Roma, don Cesare Lugani parroco a Bacedasco Basso, don Alfonso Calamari già missionario in Brasile e, monsignor Gianni Vincini il quale, Vicario Pastorale della Valdarda che ha sottolineato come " la presenza dei Padri dei Sacri Cuori e la loro disponibilità nelle attività pastorali nel vicariato sia sempre apprezzata da tutto il clero locale ". Tra i vari interventi che si sono via via succeduti non è ovviamente mancato quello di padre Tautin che ha evidenziato l'importante presenza e l’impegno dei Padri dei Sacri Cuori nelle parrocchie loro affidate e, nel caso specifico, la disponibilità di rimanere a Sant’Antonio di Costa Orzata. Inoltre non ha mancato di ringraziare i parrocchiani per la loro simpatia, per la straordinaria cerimonia religiosa insistendo anche sulla collaborazione nelle attività pastorali e nella evangelizzazione delle famiglie. Tra i presenti sono stati notati il cavalier Giuseppe Frepoli, rappresentante della frazione in seno al consiglio comunale arquatese, e la rappresentanza delle Suore Maestre di Santa Dororea che operano nel capoluogo della media Valdarda. Al termine della funzione liturgica padre Angelo ha ricordato la preziosa collaborazione che offrono alla parrocchia i membri del Circolo A.N.S.P.I. i cui volontari sono sempre a disposizione in ogni particolare ricorrenza. Un caloroso applauso è stato infine dedicato al coro Montegiogo che, sotto la direzione del maestro Paolo Burzoni, e dopo particolari interventi (come la Preghiera di Padoin, l’Alleluia di Haendel, l’ave Maria di Renato Passera, il Padre Nostro gregoriano e l’Agnello di Dio pure gregoriano,tanto per citarne alcuni) ha concluso la funzione liturgica con il “Panis Angelicus” di C. Franck.
Nel 2019 Giulio Cattivelli avrebbe compiuto cento anni: firma storica del quotidiano Libertà, preside e professore in diverse scuole piacentine, fu la sua attività di critico cinematografico a renderlo conosciuto e stimato a livello nazionale. Per tracciarne un ritratto, in occasione di questi cento anni di “Cat”, abbiamo chiesto una mano a Mauro Molinaroli. Il giornalista piacentino iniziò a collaborare con Libertà nel 1982, poco più che ventenne, e in redazione conobbe Cattivelli, che all’epoca era già un critico affermato.“Però al giornale nessuno lo chiamava Giulio o Cat. Lì, per tutti era «Il Professore»”, precisa Molinaroli. “Noi giovani cronisti non gli davamo mai del tu, perché avevamo un atteggiamento di deferenza e rispetto nei suoi confronti. Del resto, allora era normale mantenere una certa distanza tra persone di generazioni diverse. Comunque tra di noi si era creata una bella amicizia: tutte le sere, dal giornale, l’accompagnavo a casa in macchina – Cat non prese mai la patente – e a volte andavo con lui al cinema Jolly”.
— Andava spesso al cinema anche da solo, vero? Il ricordo di Cat che assiste a una proiezione in qualche sala cinematografica cittadina, fa tuttora parte della memoria di tanti piacentini. Sì, sì, in genere andava solo, era il suo lavoro. Andava sempre al primo spettacolo, alle matinée o alle 14, si sedeva sulla destra nella fila di mezzo, con la sua borsa, e guardava il film… “Com’è, professore?” – gli chiedevamo. E lui, “Mah, insomma, non è un granchè…”, racconta Molinaroli sorridendo. “Dopo, realizzava il pezzo - tutti lo aspettavamo con grande curiosità – e ogni volta era una sorpresa. Scriveva molto bene, davvero. Alcune delle sue critiche più belle le ho raccolte, con Stefano Pareti, nel libro “Al cinema con Cat”.
— Che persona era Giulio Cattivelli? Come lo ricorda? Era molto ironico, aperto e disponibile. Posso dire di aver avuto la soddisfazione e il piacere di frequentare un critico cinematografico di levatura nazionale. Nonostante tenesse molto alla famiglia, viaggiava spesso per lavoro: girava i vari festival di cinema (Venezia, Cannes, Locarno, il piccolo Festival di Levanto,…) e faceva anche parte del Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici. Ci teneva ad essere sempre presente sul campo, a vivere quel mondo in prima persona. Cat conosceva registi, attori, ed era amico dei grandi critici di allora, dei quali anche lui faceva parte.
— C’è un insegnamento di Cat che conserva, qualcosa in particolare che le ha trasmesso professionalmente? “Il rigore e l’onesta intellettuale: lui scriveva in modo molto arguto, pungente, non te le mandava certo a dire… Una volta”, Molinaroli ricorda la scena divertito, “l’esercente di un cinema piacentino lo prese da parte e gli disse, scherzando (ma neanche troppo): “Giulio, ti prego… smettila di smontarmi tutti i film, che poi la gente non viene più al cinema! Lassa lè!”. E Cat: “Ma come faccio?!? Dai delle robe che non si possono vedere!”.
— Quali film e quali attori amava? Beh, il grande Cattivelli è quello legato ai film di Fellini, di Visconti, al neorealismo… Il film per lui più bello in assoluto, almeno fino agli anni Ottanta, era “Ossessione” di Visconti. Cat amava molto anche la commedia all’italiana: tra le attrici, la sua preferita era Laura Antonelli. Quando doveva recensire un film in cui compariva lei, chiudeva sempre il pezzo così: “Laura Antonelli, da sola, vale la pena di fare il biglietto”.
— Oggi, il mondo del cinema è molto diverso, a partire dalla fruizione: la gente guarda i film sul telefonino o al computer, e va sempre meno al cinema… Secondo lei, Cat che ne penserebbe del cinema di oggi? Cat era uno che poteva scrivere qualsiasi cosa, ma credo che faticherebbe a inserirsi nei meccanismi del cinema odierno. Lui fu un grandissimo fino agli anni Settanta, poi negli anni Ottanta, tra la prima grossa crisi del cinema e le nuove tecnologie, si trovò un po’ in difficoltà. Non fu l’unico, anzi, quel periodo spiazzò tutti quanti. Secondo me, comunque, gli autori di oggi che adorerebbe sarebbero Sorrentino, Garrone, Virzì… Ha sempre amato profondamente il cinema italiano. E di una cosa sono sicuro al cento per cento: Cat, al cinema, ci andrebbe ancora.
Un “contest” per ricordare Giulio Cattivelli
Nel centesimo anno dalla nascita di Giulio Cattivelli (15 marzo 1919 – 10 agosto 2017), l’associazione culturale Cinemaniaci ha indetto la terza edizione del Premio Cat 2019. Il “contest di recensioni e lezioni di cinema” è nato nel 2017, da un’idea di Piero Verani, in omaggio al giornalista e critico cinematografico piacentino, ed è poi proseguito grazie alla collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano e Libertà.
Il progetto, alla sua terza edizione, si compone di un concorso nazionale di recensioni cinematografiche (rivolto a giovani dai 16 ai 26 anni) e un ciclo di workshop di cinema a cura di esperti del settore, che si svolgeranno a Piacenza. Piero Verani di Cinemaniaci ci spiega le novità di questa edizione 2019. “Abbiamo rinnovato il concorso con una nuova sezione dedicata alle opere prime: ci sembrava opportuno, data l’attenzione speciale che Cat, sia come professore che come giornalista, ha sempre rivolto ai giovani e agli autori esordienti. Poi abbiamo rinnovato anche la sezione del saggio breve: quest’anno, anziché essere su opere generiche, è su opere molto amate da Giulio Cattivelli”. È possibile iscriversi al Premio Cat 2019 fino al 1° ottobre (tutto le informazioni su www.cinemaniaci.org).
Le domande di sovvenzione per i progetti andranno presentate on line
Presentato dal presidente dott. Massimo Toscani (nella foto), nella mattina del 12 settembre, nella sede della Fondazione in via S. Eufemia a Piacenza, il nuovo sito della Fondazione di Piacenza e Vigevano è parso da subito semplice e intuitivo. La novità fondamentale è la richiesta, da realizzarsi ora esclusivamente on line, da parte degli enti no profit per la presentazione di progetti con domanda di sovvenzione. Nella fase di accreditamento l’ente dovrà indicare tutte le informazioni: la natura giuridica, la composizione degli organi, il nominativo del rappresentante legale, l’e-mail etc., allegando altresì l’atto costitutivo, lo statuto, e le scadenze delle cariche sociali. Saranno poi utilizzati tre moduli differenti, uno per i progetti il cui costo è inferiore ad euro 5mila, uno per progetti il cui costo è superiore ad euro 5mila e l’altro per progetti il cui costo è superiore ad euro 50mila.
Il presidente Toscani ha evidenziato l’impegno profuso nel territorio della Fondazione che, nel corso degli anni, ha sostenuto progetti nei vari ambiti che sono: Arte, Attività e Beni culturali; Educazione, Istruzione e Formazione; Ricerca Scientifica e Tecnologica; Assistenza agli Anziani; Volontariato, Filantropia e Beneficenza; Famiglia e Valori Connessi.
Da sottolineare la proficua collaborazione con la Chiesa locale che ha visto in questi ultimi tempi la realizzazione di importanti iniziative come il progetto “Casa tra le case”, nato dalla volontà di sostenere le famiglie in situazione di disagio abitativo e l’Emporio Solidale, da settembre avviato a pieno regime, con la piena collaborazione della Caritas diocesana. Attività – come ha evidenziato Toscani – che mettono in primo piano la Mission della Fondazione che è quella di dare un contributo concreto al miglioramento e alla crescita sociale ed economica del territorio.
Tutte le domeniche di settembre il castello di Gropparello ospita la Festa delll'uva, un simaptico momento di condivisione e di divertimento dedicato ai novelli piccoli vignaioli. Saranno infatti proprio i bambini a schiacciare con i loro piedi i grappoli appena vendemmiati e a cimentarsi nella nobile attività che trasforma la fine dell’estate in uno dei periodi più divertenti dell’anno. Quella proposta dal Castello è un’esperienza unica, che unisce didattica e svago alla possibilità, con lo stesso biglietto, di visitare la maestosa fortezza e partecipare alle fantastiche avventure in costume nel Parco delle Fiabe, il primo parco emotivo d’Italia. E mentre i piccoli si cimentano nella pigiatura – sapendo che il loro premio sarà quello di portare a casa il mosto con le vinacce - i genitori soddisfano le esigenze del palato con degustazioni di vini dei Colli Piacentini abbinati a vari menu. Il prezzo del biglietto – a 18 euro per i bambini e a 22 per gli adulti – comprende le Visite guidate al Castello, il percorso misterioso nel bosco attraverso luoghi popolati da personaggi fantastici e perfide creature, con un’incredibile avventura al seguito di cavalieri impegnati a difendere la pace del regno, la bellissima esperienza di pigiatura dell’uva nei tini e le degustazioni di vini doc dei Colli Piacentini per gli adulti. È consigliata la prenotazione per chi volesse pasteggiare alla Taverna con il menu Festivo Settembre-Ottobre composto da piatti tipici piacentini o ispirati allo street food reinterpretati dallo Chef Alessandro Folli, innaffiando il tutto con generoso gutturnio o birre artigianali alla spina o in bottiglia. È altrimenti possibile improvvisare un pic-nic libero sui prati, approfittare delle strutture dedicate presso il Padiglione delle Rose (riservabili in biglietteria) o pranzare al Loco Tipico di Ristoro, magari acquistando il Cestino del Pellegrino (salumi, Torta tipica di patate, 1 panino, 1/2 lt di acqua) oppure il Cestino del Pastore (formaggi, confettura di frutta da degustazione, pane carasau, 1 panino, 1 bottiglietta d’acqua) al prezzo di 13 euro ciascuno. La prenotazione è sempre consigliata: 0523 855814 oppure info [AT] castellodigropparello [DOT] it Nell’Enoteca è infine proposto lo sconto del 20% sull’acquisto di minimo 6 bottiglie di vino.
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