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Notizie Varie

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Nuoto paralimpico, a Piacenza il 1° Memorial Gianni Scotti

Scotti

A tre anni dalla sua scomparsa, la città di Piacenza e la Delegazione regionale Finp (Federazione nazionale nuoto paralimpico) ricordano Gianni Scotti, a lungo presidente del Cip Emilia-Romagna, promuovendo il primo Memorial a lui dedicato.

Il trofeo di nuoto, interregionale, per atleti con disabilità fisica, visiva e intellettivo relazionale, è in programma domenica 28 ottobre alla piscina comunale Raffalda di Piacenza (via Casella 1).
La manifestazione, la cui organizzazione è affidata alla società sportiva
federale Acquarello, affiliata a UISP Piacenza, è aperta a tutte le società regolarmente affiliate alla Finp.

Le gare si svolgeranno dalle ore 13.45 alle 18.
Al termine della competizione verrà stilata la classifica generale dove verranno premiate tutte le società partecipanti alla manifestazione. La classifica verrà calcolata dalla somma dei punteggi tabellari FINP di ogni singolo atleta e staffette.
Verranno inoltre premiate le migliori prestazioni maschile e femminile (migliore punteggio tabellare).

Gianni Scotti era nato a Piacenza nel 1953 e dalla metà degli anni Ottanta si è dedicato al movimento paralimpico, prima come atleta e poi come presidente della società sportiva “GS Non vedenti” di Piacenza.
Nel 1999 è stato eletto presidente regionale della FISD (Federazione italiana sport disabili) per l’Emilia-Romagna, da cui è poi passato al Cip regionale, restando fino in carica come presidente fino alla sua morte improvvisa, avvenuta nel febbraio del 2015.
Nel 2012 è stato insignito della stella d’argento al merito sportivo del Coni.


Pubblicato il 24 ottobre 2018

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Moretti (FS): “Fondamentale orientare i giovani alla cultura scientifica e tecnologica”

moretti
Mauro Moretti, presidente Fondazione delle Ferrovie dello Stato, su invito di Confapindustria Piacenza ha parlato agli studenti e agli imprenditori piacentini nell’aula Magna dell’ Isii “Marconi”.
Durante l’incontro, svoltosi nella mattinata del 23 ottobre sul tema “Gli scenari futuri, l’innovazione industriale e l’importanza della cultura tecnica”, Moretti ha incentrato i suoi interventi sul grande tema dell’educazione rispetto alle sfide del mercato globale: “L’educazione dei ragazzi deve essere di qualità – ha spiegato – adeguata a sostenere le sfide mondiali. Non abbiamo più recinti nazionali di protezione, bensì tanti concorrenti”.

L’attenzione di Moretti si è focalizzata sulla necessita di potenziare gli investimenti nell’istruzione scientifica e tecnologica, rivendicando un’inversione di tendenza rispetto ai retaggi della riforma Gentile – pur considerata un’“ottima riforma” - di stampo prettamente umanista: “Noi in Italia abbiamo una percentuale di Pil (Prodotto Interno Lordo) sull’educazione ridotto sia rispetto ai Paesi sviluppati da tanto, come noi, ma anche rispetto a quelli recentemente sviluppati. Proprio questi ultimi – ha sottolineato – stanno investendo in maniera consistente, formando milioni di persone nelle discipline scientifiche, come ingegneria, tecnologia, matematica. Il divario è drammatico, poiché molti giovani degli altri Stati, in special modo nei Paesi orientali, stanno scegliendo queste strade, con percentuali di iscrizione tra il 60% e il 90%. Al contrario, in Europa, ma anche negli Stati Uniti, questa percentuale scende al 30% o anche di meno. Per colmare questo divario è fondamentale un orientamento alla educazione scientifica e tecnologica. Bisogna fa vedere ai giovani che questo è il modo per avere occupazione, per avere buoni stipendi e grande soddisfazione personale”.

All’incontro, moderato dal giornalista Marcello Pollastri, sono intervenuti anche Mauro Monti, dirigente scolastico dell’istituto Marconi, Cristian Camisa, presidente Confapindustria e la commercialista Daniela Savi.

Federico Tanzi


Pubblicato il 24 ottobre 2018

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La biblioteca dello chef Cogny alla Scuola di cucina Alma

ALMA Georges Cogny Foto gruppo

A poche ore dall’apertura ufficiale del XV anno accademico “Alma-La Scuola Internazionale di Cucina Italiana” di Colorno (Parma) rende omaggio al genio di Georges Cogny, inaugurando una sezione a lui intitolata nella propria biblioteca, che, per numero di volumi (circa 15mila) e per pluralità di temi trattati, rappresenta la più ricca collezione in Italia di libri in ambito enogastronomico. Un corpus che ha pochi eguali anche a livello europeo, il cui nucleo originario è costituito dai 6.000 volumi della collezione privata di Marino Marini, da lui portati ad Alma subito dopo la nascita della scuola, nel 2004.
Lo chef francese Georges Cogny arrivò nel Piacentino al seguito della moglie Lucia Cavanna, nel 1965, quando già era un cuoco affermato in Francia, ebbe il merito di portare nella città emiliana la nouvelle cuisine. Si distinse prima alla “Locanda Cantoniera” nel comune di Farini, in Alta Valnure, dove proponeva una cucina tradizionale con qualche incursione francese, e poi al Ristorante “Antica Osteria del Teatro”, aperto nel 1976 e presto divenuto emblema di alta cucina (nel 1987 il Ristorante si vide assegnare dalla Michelin la seconda stella, conservata fino al 1989). Dieci anni dopo, il ritorno in Valnure, sempre alla “Locanda Cantoniera”.
Un altro merito di chef Cogny fu quello di fare da mentore a chef oggi affermati, a cominciare da Massimo Bottura, senza dimenticare i piacentini Isa Mazzocchi, Carla Aradelli, Filippo Chiappini Dattilo ed Ettore Ferri. Sconosciuta ai più è invece la grande passione di Georges Cogny per la lettura: lo chef era un grande collezionista di libri di cucina, che considerava una continua fonte di ispirazione per le sue sperimentazioni ai fornelli e che leggeva mosso, oltre che da curiosità, da spirito critico: non a caso, ripeteva che «In un libro, se va bene, vous trouvez una recette qui va bien». A distanza di oltre un decennio dalla scomparsa di chef Cogny, la moglie Lucia Cavanna ha deciso, con grande generosità, di donare la collezione di libri del marito - oltre 200 volumi - ad Alma.

Pubblicato il 23 ottobre 2018

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Fusione tra Monticelli e San Pietro in Cerro, si vota il 25 novembre

Castello San Pietro in Cerro

“Volete che il Comune di San Pietro in Cerro sia incorporato nel Comune di Monticelli d’Ongina?”. Come già avvenuto in Valnure (a Bettola-Farini-Ferriere e Pontedellolio-Vigolzone, dove sono entrambi falliti), in Valtidone (fallita anche quella tra Ziano e Borgonovo) e a Nibbiano-Pecorara-Caminata (dove invece è stato fondato il nuovo comune di Alta Val Tidone), ora anche la Bassa avrà il suo referendum di fusione dei comuni.
Il prossimo 25 novembre, dalle 7 alle 23, i residenti di Monticelli e San Pietro in Cerro voteranno per il referendum consultivo. Si voterà a favore o contro la fusione delle due realtà comunali: Monticelli ha oltre 5mila abitanti, San Pietro solo 900.
Se i precedenti referendum vedevano più realtà fondersi e dare vita a un nuovo comune con un nuovo nome, in questo caso si chiede agli elettori di dare il proprio parere sull’incorporazione del territorio di San Pietro in Cerro come frazione di Monticelli. La questione sta facendo molto discutere, soprattutto a San Pietro in Cerro: tanto che si è dato vita a un comitato “Salviamo San Pietro” che si batterà contro la fusione delle due realtà.

Pubblicato il 23 ottobre 2018

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«Colli del Nure», un paesaggio naturale e seminaturale protetto

ponte 

Via libera all'istituzione del paesaggio naturale e seminaturale protetto Colli del Nure, in provincia di Piacenza. Con i voti favorevoli in Regione Emilia-Romagna di Partito Democratico, Sinistra italiana e Misto-Mdp e le astensioni di Lega nord e Misto-Mns, la commissione Ambiente (presieduta da Manuela Rontini) ha dato il via libera alla delibera di Giunta che lo istituisce.
A differenza dei parchi e delle riserve naturali, che tutelano sistemi territoriali e ambientali di particolare pregio, i paesaggi protetti servono per tutelare aree con valori naturalistici diffusi in cui le relazioni, equilibrate e protratte nel tempo, tra attività umane e ambiente naturale hanno favorito il mantenimento di habitat e di specie in buono stato di conservazione.
Oggi sono quattro: la Collina reggiana Terre di Matilde, Colline di San Luca, la Centuriazione romana e il Torrente Conca. La proposta di istituzione nasce da una richiesta del comune di Ponte dell'Olio successivamente condivisa dalla provincia di Piacenza e dall'Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia occidentale. L'area comprende l'intero territorio del Comune di Ponte dell'Olio, si estende per 4.210 ettari e riassume i caratteri tipici del paesaggio collinare del piacentino. È caratterizzata da una notevole biodiversità botanica e faunistica e da una grande variabilità di paesaggi nella zona a ridosso del torrente Nure.
Tra gli obiettivi di gestione rientrano quelli della promozione di appropriati usi del suolo per la salvaguardia del paesaggio rurale, il recupero e il mantenimento dell'equilibrio idrogeologico e della stabilità dei versanti, la promozione turistica del territorio e il recupero e il mantenimento delle identità e delle tradizioni locali.

Pubblicato il 23 ottobre 2018

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