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Il tutto esaurito al concerto di Pasqua della Banca di Piacenza

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Una Santa Maria di Campagna gremita in ogni ordine di posti ha fatto da cornice alla 37ª edizione del Concerto di Pasqua, offerto alla comunità piacentina dalla Banca di Piacenza e nato nel 1987 da un’idea del compianto presidente Corrado Sforza Fogliani. Il tradizionale appuntamento rientrava, anche quest’anno, nel programma delle celebrazioni dei 500 anni dalla posa della prima pietra della Basilica di piazzale delle Crociate, eventi promossi dalla Comunità francescana e dal popolare Istituto di credito, che si concluderanno il 23 aprile.

Affidato, come sempre, alla direzione artistica del Gruppo strumentale Ciampi, il concerto (presentato da Robert Gionelli) è stato diretto dal maestro Mario Pigazzini ed eseguito dall’Orchestra Filarmonica Italiana. Ha visto altresì la consueta partecipazione del Coro Polifonico Farnesiano (voci bianche, giovanili e miste). Solisti, Margherita Lazzarotti, Maria Dal Corso, Erika Dilger (soprani); Samantha Ferrari (contralto); Mario Visentin (tenore); Alessandro Molinari (basso). All’organo Federico Perotti. Tutti molto applauditi, con bis finale del canto Alleluja da “Il Messia” di G. F. Haendel.

Questo il programma eseguito: Malcolm Archer Rejoice in the Lord (per coro di voci bianche e organo); Lorenzo Perosi Ave Maria (per coro di voci bianche e organo); Giuseppe Zanaboni In manus tuas (per coro di voci bianche e organo); Johann Michael Haydn Tenebrae factae sunt (per coro a tre voci bianche e organo); Felix Mendelssohn Laudate pueri (per soli, coro a tre voci pari e organo); Dietrich Buxtehude Jesu, meine Freude BuxWV 60 (per soli, coro e orchestra), Der Herr ist mit mir BuxWV 15 (per coro misto e orchestra); Wolfgang Amadeus Mozart Sonata da chiesa 4 KV144, Sonata da chiesa 14 KV278 (per orchestra), Regina coeli KV276 (per soli, coro misto, orchestra e organo); Domenico Cimarosa Magnificat (per coro misto, orchestra e organo).

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Nelle foto, il concerto della Banca di Piacenza nel santuario di Santa Maria di Campagna.

Pubblicato il 4 aprile 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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