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«Fuori Visioni», un coro di voci per raccontare il presente

arancia

Un coro di voci per raccontare la complessità del presente in un festival artistico che diventa nel suo insieme opera d'arte. Così “Fuori Visioni”, festival internazionale d'arte contemporanea arrivato alla sua settima edizione, anche quest'anno ha preso vita a Piacenza tra il 14 e il 17 dicembre, usando la Biblioteca Passerini- Landi  come suggestivo palcoscenico dell'azione artistica.

In modo radicalmente differente rispetto agli anni scorsi, le curatrici dell'evento Sharon Carolina Moncaleano, Mariangela Vitale e Carlotta Biffi hanno deciso di non inquadrare un unico tema da scandagliare con l'arte, ma di scegliere un medium artistico dinamico come quello del collage, invitando gli artisti a portare un loro frammento di contemporaneo da inserire in questo insieme: un frammento di carta, la loro carta, analogica o digitale che fosse, portatore di tematiche percepite centrali nel flusso caotico della nostra attualità. In questo coro di sguardi diventato originalissima e variegata opera artistica, ogni singola voce ha quindi raccontato il proprio rapporto rispetto a inquietudini, contraddizioni e bellezze della contemporaneità. Fondamentale la ricerca identitaria dei singoli artisti all'interno delle questioni politiche e sociali affrontate, in un costante processo dialogico tra dimensione individuale e collettiva.

Una voce per la libertà

I due artisti iraniani Delshad Marsous e Taher Nikkhah Abyaneh hanno usato “Fuori Visioni” come cassa di risonanza per dare voce alla lotta per la libertà che infiamma il loro Paese. Marsous ha quindi tessuto la sua bandiera raccogliendo volti femminili che sorridono e si riuniscono in un disegno fatto con cura e amore, donne che nella tragedia delle violenze vissute riescono a lanciare un messaggio di speranza: alcune sono decedute, altre ancora vive, altre sparite; ma sorridono perché nonostante terrore e morte stanno vincendo, sono riuscite a far arrivare la forza della loro ribellione fino a noi. Abyaneh ha invece portato la sua attività performativa in interazione con il pubblico: steso un immenso telo con figure tratte dall'iconografia islamica nei corridoi della biblioteca, ha esortato i visitatori presenti a scucire i volti dei sovrani persiani rappresentatati. L'obiettivo? Scardinare la cultura patriarcale tassello dopo tassello, un'operazione complessa che richiede partecipazione collettiva.

Denuncia sociale attualissima anche quella dell'artista newyorchese Alexander Edwards, che si è interrogato su cosa significa esseri umani per un'umanità particolarmente soggetta ad interazione tecnologica, costretta a fare i conti con la dipendenza dalla tecnologia e dagli scarti del surplus consumistico.

Marcata dimensione sociale dunque, ma anche potenti storie umane a Fuori Visioni. Nell'opera d'arte gli artisti si raccontano e raccontandosi inseme ad altre la loro storia diventa affresco collettivo, in cui l'arte cerca di suggerire strade possibili nell'intricato scorrere del presente. La piacentina Grazia Resta si è scoperta artista in età matura e ora con le sue 'nuvole' di resina dona leggerezza e colore al mondo; i ritratti della codognese Jessica Incerti Telani sono riflesso di un'identità fluida in continuo movimento, mentre i suoi video- collage digitali esplorano “flussi resistenti” ai conflitti dei nostri giorni; inchiostro di china e rapidograph sono per l'artista piacentina Elena Groppalli strumento di scavo gestuale in un lavoro di puro pensiero denso di emozioni provate e quotidianità vissuta, ricomposto sulla carta nell'armonia estetica della materia pittorica; e i componimenti poetici per immagini di Anna Utopia Giordano, artista di Avellino milanese d'adozione, sono un viaggio da scoprire e percorrere. Poesie scritte, declamate, o stampe digitali poco importa, la poesia è sempre azione nel mondo, capace con la sua forza di incidere sull'attualità.

Chi sono io in questo mondo e perché? La domanda riecheggia sottile tra una scomposizione spaziale e l'altra di questo sfaccetto collage contemporaneo, mentre la biblioteca si fa ponte d'elezione tra patrimonio del passato e sperimentazioni future.

Non ci resta che attendere l'appuntamento con la prossima edizione di "Fuori Visioni”, consapevoli che l'arte non è fatta per dare risposte sicure ma per dischiudere orizzonti e che le vie verso la bellezza non sono mai le più facili.

Micaela Ghisoni

Nella foto, l'arancia è trapassata da una serie di minuscoli led: é lasciata a decomporsi all'interno della sua teca, prosciugata dalla tecnologia e abbandonata a sé stessa dall'impeto iperconsumistico.

Pubblicato il 22 dicembre 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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