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No alla violenza di genere, Fiorenzuola in campo

Comunicato stampa. No alla violenza di genere Fiorenzuola dArda in campo


 
Fiorenzuola celebra la Giornata Internazionale contro la violenza di genere, fissata venerdì 25 novembre, con una performance urbana in programma alle 18.30 della stessa giornata in Piazza Caduti: sarà il culmine del progetto “La fanciulla educata”, che ha visto l’artista Clara Scola protagonista nel centro della Città nel mese di ottobre. Il progetto, curato da Sofia Baldi Pighi; patrocinato dal Comune di Fiorenzuola d’Arda e sostenuto da BNBIZ - Coworking hotel, comprende due diverse azioni: “Lenzuola in fiore”, operazione di comunicazione visiva mediante l’affissione di manifesti già distribuiti in Città, e l’azione performativa “La buona Ernestina, ovvero la fanciulla educata”.
Il progetto è stato presentato nella Sala dell’Orologio del Municipio di Fiorenzuola d’Arda, da Clara Scola e Sofia Baldi Pighi, intervenute insieme al Sindaco Romeo Gandolfi; al Vicesindaco Paola Pizzelli ed agli Assessori Massimiliano Morganti, Elena Grilli e Franco Brauner.


Il progetto “La fanciulla educata”
“La fanciulla educata” è incentrato sul tema dell’educazione domestica impartita alle ragazze già dagli anni Venti del Novecento – in cui le bambine venivano obbligate ad imparare come prendersi cura della casa e della famiglia – sino all’attuale immaginario collettivo, in gran parte caratterizzato da pubblicità, riviste e programmi televisivi che vedono donne in azione nella pulizia della casa. Nelle due fasi del progetto Clara Scola prova a mettere in scacco il ruolo femminile sensibilizzando le azioni, estraendole dal contesto domestico ed inserendole nel contesto pubblico della Città.
“Nel 2021 – ha spiegato Sofia Baldi Pighi - secondo il “Gender Equality Index”, indice elaborato annualmente dall’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere, solo il 18% degli uomini italiani si è preso cura della casa, in Europa solo il 34%. L’arte contemporanea non possiede certo una bacchetta magica per risolvere all’istante questioni storiche e connaturate nel contesto culturale, ma ha comunque il dovere di sollevarle. Insieme a Clara Scola abbiamo deciso di operare direttamente nello spazio pubblico di Fiorenzuola d’Arda per favorire la democratizzazione dell’arte e per valorizzare l’idea che la città e il cittadino siano due organismi simbionti, capaci di influenzarsi e di crescere l’uno con l’altro”.
“La triste attualità, le cui cronache troppo spesso sono cariche di notizie luttuose che attengono alla violenza sulle donne, hanno reso doveroso di immaginare delle iniziative importanti come quelle previste nella giornata di venerdì”, secondo l’Assessore alla Cultura del Comune di Fiorenzuola d’Arda, Massimiliano Morganti. “”La Fanciulla educata” ha da subito incontrato il mio entusiasmo ed il mio sostegno, perché consentirà di mettere in luce una serie di vessazioni, apparentemente minori, a cui sono quotidianamente sottoposte le donne”.


I protagonisti del progetto
Clara Scola (nata a Lecco nel 1994) è un’artista visiva e curatrice indipendente, laureatasi nel 2021 al biennio di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali presso l'Accademia di Brera di Milano. È co-fondatrice di AWI - Art Workers Italia, associazione che dal 2020 si occupa di tutelare i diritti dei lavoratori dell’arte contemporanea.
Sofia Baldi Pighi (nata a Fidenza nel 1995) è una curatrice italiana freelance: insieme a Valentina Buzzi e a Elisa Carollo curerà il prossimo Padiglione Italia per la Biennale di Corea 2023 - Gwangju. Dal 2017 organizza mostre d’arte contemporanea, public program e laboratori di arte terapia ad hoc per diverse istituzioni pubbliche e private.
Il progetto è inoltre sostenuto da “BNBIZ - Coworking hotel”, spazio multifunzionale di Fiorenzuola d’Arda, che dal 2017 sostiene progetti artistici sul territorio piacentino.


Nella foto: da sinistra Elena Grilli, Franco Brauner, Paola Pizzelli, Romeo Gandolfi, Sofia Baldi Pighi, Clara Scola e Massimiliano Morganti.

Pubblicato il 24 novembre 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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