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Monumenti narranti, conversazioni con Lisa Parola ed Emmanuele Curti

Emmanuele Curti

Cosa è oggi monumento, cosa è stato, come muore? E come si riattiva la narrazione di un territorio attraverso i suoi simboli? Se ne parlerà a Monumenti narranti, talk in programma presso XNL Piacenza, il Centro di arte contemporanea, cinema, teatro e musica di Fondazione di Piacenza e Vigevano, venerdì 18 novembre alle 18.30.
L’evento vede protagonisti
Lisa Parola, storica dell’arte, e Emmanuele Curti, ex-archeologo e manager culturale (da Veleia Romana a Matera 2019); modera Claudia Losi, artista e co-fondatrice di EN Laboratorio Collettivo, associazione culturale che ha ideato la conversazione e che concorre alla costruzione del programma Education di XNL Arte.

Monumenti narranti è inquadrato, non solo metaforicamente, nella cornice della mostra di Francesco Simeti Come un limone lunare; si terrà nello “spazio-aula” allestito all’interno del percorso espositivo e prende spunto dal titolo dell’esposizione, che riporta a Danilo Dolci e al suo modo di rapportarsi al territorio e di ascoltare chi lo vive. Per questo si parlerà di monumenti e di come il loro significato sia oggetto di una rinegoziazione continua.

I relatori

Lisa Parola racconterà quanto questo tema sia ancora rilevante nell’attualità e nella narrazione del potere, partendo dal suo recente libro Giù i monumenti? Una questione aperta, edito nel 2022 per i tipi di Einaudi. Storica dell’arte, Lisa Parola ha curato progetti di arte pubblica, mostre, campagne fotografiche, workshop e conferenze promuovendo la relazione tra arte, territorio e cittadinanza. È socia fondatrice di a.titolo: un’organizzazione non profit attiva dal 1997 con lo scopo di indagare e sperimentare le potenzialità dell’arte contemporanea nell’ambito della sfera pubblica e sociale. È stata tra i consulenti culturali per la candidatura di Matera Capitale della Cultura 2019. Negli anni ha inoltre collaborato con istituzioni quali la Fondazione Sardi per l’Arte, la Fondazione Merz e l’Università di Torino.

Emmanuele Curti, partendo dal lavoro di archeologia sociale svolto a Velleia Romana durante scavi di qualche decennio fa, metterà in luce come – “per colpa” di un monumento fuori posto – fu possibile coinvolgere la comunità locale. Curti ha insegnato agli University and Birkbeck College di Londra, dal 1992 al 2003, e successivamente all’Università della Basilicata fino al 2015. Si è occupato per anni di processi di acculturazione nell’antichità fra mondo greco, romano ed indigeno. Attualmente si occupa di progetti sul ruolo della cultura come strumento di welfare (imprese creative e culturali, beni culturali, aree interne, turismo di comunità). Consulente di Matera 2019, è socio fondatore di Lo Stato dei Luoghi e scrive per varie testate.

Come partecipare

La partecipazione al talk è a ingresso libero, così come la mostra Come un limone lunare di Francesco Simeti (Palermo, 1968), che ha inaugurato ufficialmente il programma Arte di XNL Piacenza, sotto la direzione Artistica di Paola Nicolin e sarà allestita fino al 29 gennaio 2023 (da mercoledì a domenica dalle 12.30 alle 19.30; venerdì dalle 12.30 alle 21.00). Il prossimo 24 novembre XNL Arte inaugurerà un altro progetto espositivo in contemporanea, nella galleria al piano terra, con le artiste internazionali Ulla Von Bandenburg e Meris Angioletti e incentrato sulla figura di Sonia Delaunay. 

Nella foto, Emmanuele Curti, ex-archeologo tra i relatori dell'incontro in programma presso XNL Arte.

Pubblicato il 17 novembre 2022

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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