Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

«L’uccello di fuoco», un successo

teatro2


Spettacolo interessante perché è riuscito ad equilibrare musica, ombre e danza in modo molto attraente. L’attrazione nasce dalla collaborazione armoniosa tra Teatro Municipale di Piacenza e Teatro Gioco- Vita di ombre, per la prima volta sul palcoscenico del Municipale, con la collaborazione dal vivo dell’orchestra Arcangelo Corelli, diretta dal maestro Jacopo Rivani, molto richiesto e apprezzato.
Poi, ballerini in vivo e figure del teatro ombra in proiezione, disegnate dall’artista Enrico Baj.
Allora, è iniziata la rappresentazione. Musica di di Stravinskij, introduttiva di un lirismo delicato e saltellante con la presenza in palcoscenico di tre bravi ballerini Deniz Azhhar Azari, Gloria Dorliguzzo e Tiziano Ferrari. Molto brava Gloria Dorliguzzo che interpreta l’uccello di fuoco con coinvolgenti movimenti e che dona al principe Ivan una sua penna d’oro e gli dice che in caso di pericolo verrà aiutato. Poco dopo Ivan si trova di fronte ad un castello da cui provengono lamenti. Vi è  imprigionata la principessa amara da Ivan che lo scongiura di allontanarsi per non essere catturato. Ivan comunque cerca di liberarla, ma viene catturato dal Mago proprietario del castello, forza del male. Ivan sventola la penna d’oro ed appare l’uccello di fuoco che trascina i demoni in una danza che li sfinisce. Muore anche il Mago del castello e  si scioglie il sortilegio che lo circondava. Ivan e la principessa si  ritrovano felici, l’uccello di fuoco li unisce e i due volano via.
Una fiaba russa molto semplice, tuttavia animata dal susseguirsi frenetico delle ombre che attraggono gli spettatori. Anche la musica suona a toni alti e persistenti. Riappaiono in scena Ivan e la principessa ed i due  spariscono.
Chiude il sipario. Le forze del bene hanno trionfato sul male.
Tanti gli applausi calorosi, soprattutto di tanti giovani che gremivano la platea.

Luigi Galli

Pubblicato il 15 novembre 2022

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente