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Ottone, mostra di ricami e paramenti liturgici

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La parrocchia di San Marziano, in collaborazione con il Comune di Ottone, propone la mostra: "Tra terra e cielo", un'esposozione tra l'arte del ricamo e dei paramenti liturgici.
L'inaugurazione è prevista lunedì 15 agosto, ore 19, presso il Museo diocesano di Arte Sacra in Piazza del Municipio, 1.

Il Museo diocesano di arte sacra di Ottone

Il museo diocesano di Arte sacra di Ottone nasce da un’idea di Attilio Carboni ed è promosso e realizzato grazie alla volontà dell’Amministrazione municipale; è visitabile dal 2001. L’esposizione museale si sviluppa in tre sale situate al piano terreno e al piano rialzato del palazzo comunale. I manufatti esposti sono confluiti da chiese del territorio (specialmente da edifici isolati a rischio di furto e degrado) e anche da collezioni di privati. Volumi antichi, candelieri, crocifissi, reliquiari, stoffe, calici e argenteria (alcuni pezzi veramente belli), leggii, statue, dipinti.
Tra gli argenti e i metalli liturgici si conservano una pisside lavorata a sbalzo con motivi naturalistici datata al XVII secolo e alcuni calici ottocenteschi. Particolarmente interessante, tra i reliquiari, un esemplare a ostensorio in lamina d’argento sbalzata su supporto ligneo che documenta la produzione genovese, rintracciabile in quest’area del piacentino per motivi legati alla dislocazione geografica. E’ contrassegnato dal punzone datario raffigurante la ben nota “torretta”, marchio di garanzia di Genova, sormontato da un numero indicante la data e pertanto riferibile con certezza al 1816.
Vi sono poi alcuni crocifissi settecenteschi, che evidenziano le differenze stilistiche fra la sobria produzione piacentina e quella genovese, corredata da intagli più elaborati soprattutto nelle terminazioni dorate che solitamente contraddistinguono il braccio orizzontale della croce.  

Si può ammirare un Messale Romano stampato a Venezia nel 1728, presso Nicolao Pezzana. Contiene incisioni all’acquaforte dovute a Elisabetta Piccini, figlia dell’incisore veneto Gaetano (morto nel 1669). L’artista apprese dal padre i rudimenti dell’arte incisoria guardando in particolare a Tiziano e  a Rubens. Le immagini del messale di Ottone raffigurano Annunciazione, Crocifissione e Resurrezione. Nutrito è il nucleo dei tessuti liturgici depositati presso il museo. Di spicco un paramento a fondo grigio composto da nove pezzi, recante uno stemma identificato col  blasone della famiglia Doria. Si tratta di un insieme tessile di alta qualità manifatturiera. Il pezzo più antico è una campana bronzea proveniente dalla chiesa di San Bartolomeo presso Ottone, recante la data 1355.

Pubblicato il 13 agosto 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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