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Il Festival di Teatro Antico di Veleia: artisti d'eccezione da Bergonzoni a Marcoré

presentazioneveleia

É stato presentato  nel Salone d’onore di Palazzo Rota Pisaroni a Piacenza, sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano, il programma dell’edizione 2025 del Festival di Teatro Antico di Veleia che ritorna nella suggestiva cornice dell’area archeologica di Veleia Romana (Lugagnano Val d’Arda) dal 21 giugno al 22 luglio prossimi.
Un’edizione in cui trovano spazio prime nazionali, anteprime ed eventi speciali, tra epica classica, tragedia, commedia, storia, musica e mito, a costruire una programmazione che resta fedele all’identità artistica e culturale che il Festival ha costruito negli anni, pur nel continuo rinnovamento. Un rinnovamento caratterizzato quest’anno non solo dal ritorno degli spettacoli nel foro, ma soprattutto dall’apertura del raggio del Festival a due luoghi d’arte vicini all’area archeologica: i borghi altomedievali di Castell’Arquato e Vigoleno, in alta val d’Arda, che ospiteranno gli spettacoli d’apertura e chiusura.

Il Festival un luogo d'eccezione

«Il Festival negli anni – ha esordito Paola Pedrazzini, direttrice artistica – ha saputo costruire un rapporto speciale con artisti e artiste straordinari che lo scelgono oggi come spazio d’elezione dove tornare per presentare progettualità pluriennali o sperimentare nuove creazioni, spesso ideate ad hoc. Edizione dopo edizione, il Festival è così diventato un luogo d’eccezione in cui il pubblico non ha solo l’opportunità di assistere a bellissimi spettacoli, ma ha anche la straordinaria occasione di seguire i percorsi pluriennali di ricerca di grandi artisti e, in un certo senso, “crescere” insieme».


Le novità

Essenziale la collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano che, ha commentato il suo Vicepresidente Mario Magnelli, «continua ad affiancare il Festival, manifestazione che arricchisce l’attrattività culturale del territorio piacentino. Ed è con soddisfazione che la nostra Fondazione sostiene, non soltanto economicamente, e vede crescere il progetto di alta formazione “Bottega XNL-Fare Teatro”, che in questi giorni anima gli spazi del Centro per le Arti Contemporanee XNL in vista della messa in scena a Veleia del lavoro realizzato dai giovani allievi: l’appuntamento è, infatti, il 27, 28 e 29 giugno con la ormai consueta prima nazionale dello spettacolo guidato quest’anno dal Maestro Leonardo Lidi. La novità 2025 dell’apertura ad altre realtà del territorio fa, inoltre, capire quanto il progetto sia capace di espansione e si sviluppi anno dopo anno, sia per la qualità della proposta sia per la capacità di ampliare il perimetro di coinvolgimento. Non vi è dubbio che la cultura elevi lo spirito ma, al contempo, muove anche valori più concreti: tutti insieme, dunque, facciamo uno sforzo per far diventare sempre più quest’area un luogo attrattivo ed accogliente sotto ogni punto di vista».

E' l'evento più importante del nostro territorio

Plauso e sostegno anche da Antonio Vincini e Ivan Leppini, rispettivamente sindaco e assessore alla cultura del Comune di Lugagnano, secondo i quali «questo è l’evento culturale più importante del nostro territorio, che si può svolgere grazie agli importanti contributi della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione di Piacenza e Vigevano. La collaborazione dei nostri comuni è un passo molto importante per rendere la Val d’Arda una importante realtà del nostro panorama culturale, grazie all’impegno di tutti e, in particolare di Paola Pedrazzini, il cui competente lavoro ci porta presenze artistiche di eccezionale valore».
Secondo Gianluigi Molinari, sindaco del Comune di Vernasca (di cui il borgo di Vigoleno è frazione) «Veleia è il miglior festival della provincia e, anche a livello regionale, sono pochi gli eventi di qualità paragonabile: è per questo che abbiamo voluto far parte di questo progetto, condividendone il senso culturale ed il valore per la programmazione dell’attività turistica di un territorio eccezionale come la Val d’Arda». Affermazioni condivise da Umberto Boselli, assessore alla Cultura del Comune di Castell’Arquato, anch’egli convinto sostenitore della virtuosa collaborazione artistica che apre Festival al territorio: «un festival importante come quello di Veleia è giusto che possa utilizzare un patrimonio storico e artistico, piccolo ma importante come quello che il nostro comune e Vernasca mettono a disposizione per renderlo ancora più ricco. Per noi è una priorità animare la cultura i nostri piccoli, ma meravigliosi, borghi storici».

Ringraziato da tutti i presenti Stefano L'Occaso, direttore del Complesso monumentale della Pilotta (che si occupa della gestione dell’area archeologica di Veleia Romana) ha espresso con una nota la sua soddisfazione per «un’operazione culturale di alto profilo come il Festival di Veleia, che restituisce a un luogo di immenso interesse storico e artistico antiche dimensioni – di aggregazione, di ritualità condivisa – ridisegnando virtualmente, con uno stimolante dialogo tra archeologia e teatro, tra contemporaneità e mondo classico, un vero e proprio “paesaggio culturale”. Il Festival per Veleia è dunque un importante mezzo per portare alla ribalta un’area archeologica che merita di essere conosciuta da un pubblico sempre più vasto».
A inizio conferenza stampa, l'intervento video dell’Assessora alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, Gessica Allegni: «quello di Veleia è un Festival importante per la Regione, diventato ormai identitario per la sua capacità di tenere insieme la bellezza dei luoghi del patrimonio artistico con l’eccellenza della proposta culturale. Credo davvero che Veleia dimostri come la cultura sia un elemento fondamentale di crescita e di evoluzione delle nostre comunità. Investire in cultura, teatro e socialità sotto il segno dell’alta qualità è una delle priorità che, come Regione, ci siamo dati».

Neri Marcore

Gli appuntamenti e gli artisti

Ad aprire l’edizione 2025 del Festival, sabato 21 giugno, sarà Alessandro Bergonzoni, che nel 2024 proprio a Veleia aveva presentato l’anteprima del suo lavoro e che quest’anno torna con l’atteso nuovo spettacolo “Arrivano i dunque. Avannotti, sole Blu e la storia della giovane Saracinesca” ospitato nel borgo di Castell’Arquato; il 27, 28 e 29 giugno la scena si sposta nell’area archeologica di Veleia per il blocco centrale del Festival: è l’ora di “Baccanti”, diretta da Leonardo Lidi e portata sulla scena dai quindici giovani attori e attrici di Bottega XNL – Fare Teatro, il progetto di alta formazione e perfezionamento teatrale in procinto di ripartire tra pochissimi giorni a XNL Piacenza, di cui Lidi è Maestro per il 2025.

Domenica 6 luglio il Festival accoglie per la prima volta Neri Marcorè con un concerto-spettacolo in cui l’artista andrà alla ricerca dell’ispirazione classica dei grandi cantautori in “Un classico concerto”, mentre lunedì 7 luglio è il giorno dell’atteso ritorno dello storico Alessandro Barbero – che proprio a Veleia nel 2023 aveva girato la prima puntata del programma di La7 “in viaggio con Barbero” – con una conferenza scenica inedita, “In pace o in guerra”, un affascinante viaggio che, partendo dall’antichità, arriverà fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa. Giovedì 10 luglio è il momento di un altro debutto, quella dell’attore Andrea Pennacchi, che, per la sua prima volta a Veleia, porta la “Piccola Odissea”, rappresentazione intima a più voci in cui l’attore – noto al grande pubblico anche per il fortunato personaggio del “Pojana” – mette tutto il suo mondo, ritrovando, a partire dal capolavoro omerico, i ricordi dell’infanzia, nucleo rovente in cui ha preso forma l’amore per il racconto. Sabato 12 luglio la scena è tutta di Lella Costa, che si mette in gioco aggiungendo al catalogo delle figure femminili a cui ha dato voce Lisistrata, l’iconico personaggio di Aristofane che guida lo “sciopero del sesso” delle donne ateniesi, in “Lella Costa racconta Lisistrata”.
Gli ultimi appuntamenti del Festival trovano collocazione ideale nel borgo perfettamente conservato di Vigoleno: venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 luglio, in doppia replica (alle 21.00 e alle 23.00), il celebre attore, regista e drammaturgo argentino César Brie presenta in prima nazionale il nuovo, immaginifico, itinerante spettacolo “Esodi”, produzione del Festival, terza tappa del progetto iniziato nel 2023 e ispirato all’Eneide; gran finale martedì 22 luglio con il pluripremiato autore Stefano Massini, che regala al pubblico del Festival “Il corrotto”, un’esclusiva narrazione civile che parte dagli archetipi eterni di Catilina e Verre, raccontati da Cicerone, e ispirata, tra storia e attualità, dai fantasmi dell’antichità.
«Un grazie a tutti loro – ha concluso Pedrazzini – ai meravigliosi attori, attrici, registi, drammaturghi, studiosi che hanno aderito al mio invito e che tornano al Festival, per proseguire il dialogo con la comunità degli spettatori di Veleia. E un grazie per l'importantissimo sostegno alla Fondazione di Piacenza (al suo vicepresidente Mario Magnelli e al presidente Roberto Reggi), al Ministero e alla Regione Emilia Romagna e all'Assessora Allegni, al Complesso Museale della Pilotta (e al suo direttore Stefano L'Occaso), agli amministratori di Lugagnano, Castell'Arquato e Vernasca presenti oggi e agli sponsor privati che sostengono il Festival».
Tutte le informazioni su www.veleiateatro.com

Info Biglietteria
Biglietto posto numerato: 10 euro
In vendita:
online veleiateatro.com
a XNL Piacenza (Via Santa Franca, 36 – Piacenza)
da giovedì 29 maggio fino a venerdì 20 giugno
dal lunedì a sabato dalle 10.00 alle 15.00 e dalle 18.00 alle 20.00
la domenica dalle 10.00 alle 13.00
da sabato 21 giugno e fino a fine Festival
solo nei giorni di spettacolo dalle 10.00 alle 13.00
Per info:
cell.  3249297592

Nelle foto, in alto, la presentazione del Festival Teatro Antico di Veleia e Neri Marcoré tra gli artisti del Festival.

Pubblicato il 28 maggio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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