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A Roma dal 30 al 31 maggio un convegno internazionale di Bioetica

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Dopo il successo delle due precedenti edizioni (2023 e 2024), che hanno riunito ciascuna 400 persone, tra cui molti giovani provenienti da Europa, Stati Uniti, Africa e America Latina, la Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune (CIBJL) vi invita al suo 3º Convegno Internazionale di Bioetica a Roma, il 30 e 31 maggio 2025, sul tema: “Lo splendore della verità nella Scienza e nella Bioetica”.
Il sostegno di numerose istituzioni accademiche internazionali (oltre 40), la partecipazione di numerosi esperti internazionali nel campo scientifico (medici, ricercatori) ed etico (filosofi, teologi), confermano che questo Convegno Internazionale di Bioetica si è imposto come un forum di primo piano per dibattere sulle questioni essenziali nel campo della Bioetica. Sarà il cardinale Willem Jacobus Eijk a farci l’onore di tenere la lezione inaugurale del Convegno 2025.

L’obiettivo del Convegno quest’anno è interrogarsi sull’esistenza della verità all’incrocio tra le scienze sperimentali e mediche (medicina, genetica, fisica, astronomia), la filosofia e la teologia, cercando di rispondere a domande come: la scienza può portarci alla verità? Esiste, al di là delle differenze culturali e personali, una legge naturale? È possibile conciliare la legge naturale con i casi particolari, specialmente in Bioetica? Cosa ci dicono le scienze, in particolare la biologia, sulla specificità umana e sul gender?
Tra gli esperti internazionali che interverranno si possono citare Emmanuel Sapin, già Capo di Chirurgia Pediatrica e Neonatale al CHU di Digione (Francia) e Robin Pierucci, Neonatologa clinica e direttrice medica di un’unità di terapia intensiva neonatale (Stati Uniti), che interverranno sul tema della Verità e Deontologia medica e, il Prof. Sapin, sulla Disforia di genere. Si citano inoltre Angelo Carfì, medico del Gemelli e dottore in astronomia (Italia) e Olivier Bonnassies, autore di Dio, la scienza, le prove (Francia) che rifletteranno su La creazione del mondo e l’apparizione dell’uomo sulla terra.
Tra i filosofi, giuristi e teologi, avremo Bernard Schumacher (Svizzera), Thibaud Collin (Francia), Michael Taylor (Stati Uniti), Juan Arana (Spagna), e molti altri. Infine, la conferenza di chiusura del Convegno sarà tenuta da Jean-Marie Le Méné, presidente della Fondazione Jérôme Lejeune, che, secondo la scuola del Professor Lejeune, rifletterà sulle condizioni necessarie affinché la scienza rimanga al servizio della verità. “L’umanità è ora confrontata al fatto che la sua sopravvivenza dipende dall’accettazione da parte di tutte le nazioni di precetti morali che trascendono ogni sistema e ogni speculazione”, come diceva Jérôme Lejeune al presidente Breznev nel 1981.
Tradotto simultanemente in quattro lingue, questo Convegno si rivolge a ricercatori, scienziati, medici, operatori sanitari. Ma anche a giovani filosofi e giuristi, insegnanti e formatori, e al pubblico interessato ai dilemmi etici che emergono e li coinvolgono nella loro vita quotidiana.

Una bioetica fondata sulla verità

Il Convegno è organizzato dalla Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune, in collaborazione con numerose istituzioni internazionali come: la Catholic University of America (USA), Università di Argentina, Messico, Kenya, RDC, Polonia, Svizzera, Italia, Spagna, e altre istituzioni come Knights of Columbus (USA), Word on Fire (USA), Fertilitas (Spagna), Ethics & Public Policy Center (USA), la Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici (internazionale), e molte altre.
La prof. Elena Postigo, direttrice accademica (sezione spagnola) della Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune, co-organizzatrice del Convegno, sottolinea: “Questo convegno esplorerà la centralità della verità morale nell’ambito bioetico e la sua ricerca attraverso la ragione pratica e la prudenza. In diverse conferenze e tavole rotonde, scienziati, filosofi e teologi internazionali affronteranno temi cruciali come il rapporto tra scienza e verità, la legge naturale, l’etica medica e l’obiezione di coscienza. Il programma, arricchito dalla visione di Jérôme Lejeune, metterà in risalto la necessità di una bioetica fondata sulla verità, sul rispetto della dignità umana e sulla difesa dei più vulnerabili. Questo incontro ha l’obiettivo di promuovere il dialogo interdisciplinare e la riflessione etica profonda, favorendo una bioetica al servizio della persona e della verità”.
La Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune è stata creata dalla Fondazione Jérôme Lejeune a Madrid nel 2009. Sulle orme del Professor Jérôme Lejeune, la Cattedra beneficia di una doppia competenza, sia medica che bioetica, che la rende particolarmente adatta a insegnare l’etica biomedica ai professionisti della salute e, più in generale, a chiunque desideri formarsi in Bioetica. La risposta che offre alle problematiche poste dalle nuove sfide della Bioetica contemporanea incarna la sua visione di una medicina totalmente dedicata al paziente, senza discriminazioni. La Cattedra svolge attività di ricerca e di divulgazione. Attualmente la Cattedra è presente negli Stati Uniti, in Europa e in Africa.

Laura Gotti Tedeschi

Nella foto, i partecipanti al convegno internazionale sulla bioetica lo scorso anno.

Pubblicato il 27 maggio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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