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L'80° della Liberazione. Le iniziative del 25 aprile

Cerimonia 25 aprile festa della liberazione 2024 FotoDELPAPA 81

Venerdì 25 aprile è la festa della Liberazione. È una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra per commemorare la liberazione dall’occupazione nazista e dal fascismo del 1945. Quest’anno si celebra l’80° anniversario.
A Piacenza sono previsti diversi appuntamenti.

Si ricordano i partigiani
Nella mattinata di venerdì 25 sono previsti tre cortei in “rappresentanza” delle tre Divisioni Partigiane  piacentine giunte a liberare Piacenza con l’apporto delle Squadre di Azione Patriottica della città (S.A.P.).
Alle 9.40 è fissato il raduno e alle 10 la partenza contemporanea dei cortei verso piazza Cavalli dai seguenti punti della città:
●  giardino all’incrocio fra via Roma e via Alberoni, per i partecipanti dai comuni della val d’Arda e val d’Ongina.
●  piazzetta antistante la chiesa di S. Sepolcro in via Campagna per i partecipanti dalla val Trebbia e val Tidone;
●  piazzale Genova per i partecipanti dalla val Nure e per i residenti a Piacenza (che potranno in alternativa unirsi al corteo di passaggio nel loro quartiere).
Ogni corteo sarà accompagnato da una o più bande musicali.
Alle ore 11 in piazza Cavalli l’orazione ufficiale sarà tenuta dal vicepresidente nazionale dell’ANPI Carlo Ghezzi.

Grande concerto bandistico
Le manifestazioni, gestite dall’Anpi e sostenute da Comune e Fondazione di Piacenza e Vigevano, proseguono in piazza Cavalli e in piazzetta Pescheria con questo programma.
Alle ore 12 inizio della ristorazione. Apertura della mostra “1944’-‘45. Gli antifascisti avviano la costituzione del sistema democratico”. Dalle 14.30 alle 19.30 “Grande concerto bandistico con majorettes”.
Sempre sulla piazza prevista un’area per i bambini con giochi di un tempo.
Esibizione del Coro Voci Bianche di Piacenza. Spettacolo musicale con l’Orchestra Matteo Bensi.

Il 22 messa in San Vittore per i cattolici nella Resistenza
Martedì 22 aprile, alle ore 18 nella chiesa di San Vittore alla Besurica, si tiene l’annuale celebrazione a suffragio di don Giuseppe Borea, di Francesco Daveri, di don Giuseppe Beotti, di Giuseppe Berti, di Nato Ziliani, di Pino Fumi e di tutti coloro che si sono battuti per il conseguimento ed il mantenimento della libertà e della democrazia nel Paese. La celebrazione è in occasione delle celebrazioni della Liberazione.

L’iniziativa è a cura dell’Associazione nazionale partigiani cristiani presieduta da Mario Spezia.

Trekking urbano il 27 aprile
Il Museo della Resistenza piacentina di Morfasso ha organizzato per domenica 27 aprile il “Trekking urbano della Liberazione”, che  si inserisce nelle celebrazioni organizzate dal Comune di Piacenza per l’80° della Liberazione. Consiste in una  camminata aperta al pubblico sul percorso cittadino che tocca i luoghi salienti della Liberazione di Piacenza. Il trekking urbano vede la partecipazione e l’intervento narrativo dal vivo degli attori Letizia Bravi e Riccardo Cursi e il commento storico di Iara Meloni. La partenza è prevista per le ore 9, da Barriera Genova, ed aperta a tutti.

Il 25 a Sperongia apertura del museo
A Sperongia venerdì 25 aprile sarà aperto il “Museo della Liberazione”: apertura straordinaria della sede museale, con visite guidate e attività di intrattenimento dalle ore 10.30 alle 21 con ingresso libero. Le visite si focalizzeranno sulla Resistenza piacentina e sui suoi protagonisti: Le Donne della Resistenza, La nascita delle formazioni Partigiane,  Il Clero e la Resistenza, Gli Stranieri nelle formazioni Partigiane.
È prevista nel pomeriggio un’attività ludica rivolta ai bambini mentre la serata sarà allietata dalle musiche popolari del gruppo musicale Enerbia.
Per informazioni: info @resistenza piacenza.it

Nella foto di Del Papa, la celebrazione del 25 aprile in Piazza Cavalli a Piacenza.

Pubblicato il 16 aprile 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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