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Logistica a Piacenza: problema o opportunità?

logistica


Le riflessioni di Giovanni Leonida, noto esperto del settore, raccolte in occasione dell’uscita del suo Dizionario di Logistica

Del bobbiese Giovanni Leonida, il noto esperto di logistica che dopo aver girato il mondo si è ritirato in pensione nella sua casa di Vaccarezza dove è nato, è appena uscito, per Editoriale Delfino, il libro “Logistica e supply chain – Dizionario”, che segue a distanza di circa un anno la sua “Storia della logistica e di un logistico”. L’incontro con l’autore ha offerto l’occasione per una riflessione sull’economia piacentina in generale, sempre più interessata da questo tema.

Perché un “Dizionario”?
Credo torni utile a chi si interessa di logistica direttamente (acquisti, produzione, vendita, trasporti, magazzinaggio, distribuzione fisica, ecc.) o in attività confinanti (commercio internazionale, dogane, ecc.), oltre che agli studenti della materia. Con le sue 1.400 voci è di gran lunga il più completo esistente, inclusivo anche di moltissime voci in inglese, la lingua del commercio internazionale.

La logistica può essere un motore di sviluppo del territorio?
Negli ultimi anni la logistica ha assunto un ruolo centrale nello sviluppo economico del Nord Italia, in particolare nell'area di Piacenza. Ha contribuito a una significativa creazione di occupazione compensando il declino di settori tradizionali come meccatronica e produzione di macchine utensili, un tempo pilastri dell'industria locale.

Perché proprio Piacenza?
È abbastanza ovvio. Basta guardare una cartina notturna dell’Italia: la densità di luci è proporzionale a popolazione (consumi) e industria (produzione). La logistica, quale raccordo fra le due fasi, si colloca idealmente a metà. Quindi Milano, con le propaggini a cavallo della A4 verso Venezia e della A1 verso Bologna. Però già con quasi 5 milioni di metri quadri di magazzini conto terzi, carenza di aeree (quindi alti costi degli spazi) e strade molto intasate. Piacenza, vicina a Milano e ottimo nodo sia stradale (intersezione A1 con A21) che ferroviario (intersezione linee Milano-Roma e Torino-Bologna) è l’alternativa ovvia.

La logistica dunque come alternativa alla meccatronica?
Oltre all’alimentare (soprattutto conserve di pomodoro), per decenni Piacenza ha avuto nella meccatronica la sua principale industria, trainata dalla domanda di macchine utensili di precisione per l'industria e in particolare per il settore oil & gas, sviluppatosi a traino della scoperta nel 1949 del (piccolo) giacimento di petrolio leggero a Cortemaggiore, che darà il nome alla benzina Supercortemaggiore dell’Agip.
Il progressivo spostamento della produzione industriale verso l’estremo oriente e la crescente digitalizzazione hanno ridotto le opportunità di crescita in questo comparto.
Al contrario, la logistica è in continua espansione, spinta dall'aumento dell'e-commerce e dalla ricerca di una distribuzione più efficiente delle merci. Le aziende logistiche stanno investendo in automazione e nuove tecnologie per ottimizzare i flussi di lavoro, creando nuove figure professionali come ad esempio tecnici specializzati nella gestione della supply chain (catena di approvvigionamento), nella manutenzione dei sistemi automatizzati, nell’impatto ambientale, ecc.

Le retribuzioni medie sono più basse della meccatronica, ma si tratta pur sempre di posti di lavoro, del relativo indotto e – soprattutto – di un settore non  toccato dalla globalizzazione che sta gradualmente uccidendo l’industria europea.

Come è valutato l’impatto ambientale della logistica?
Purtroppo è notevole. In parte lo si sta riducendo con magazzini nuovi e più efficienti, l’uso di autocarri Euro 6, ecc.
Un appunto va anche a noi consumatori che vogliamo “tutto subito” anche per piccole quantità, senza contare che questo rende inefficiente la logistica stessa.

Che cosa dovrebbe fare Piacenza?
Per passare dai molti magazzini di oggi a più centri direzionali, cui competerebbero retribuzioni più elevate, occorrono figure professionali dedicate. Ovvero formazione. Molto positivo è il corso di logistica istituito da anni all’Itis Marconi. Credo che si dovrebbe chiedere al Politecnico di Milano di aggiungere la laurea in logistica nella sua sede di Piacenza.
E forse avere anche un atteggiamento meno critico nei confronti della logistica, sempre ritenuta “inferiore” all’industria. Tutti vorrebbero avere industrie ad alta tecnologia, ma nel mondo c’è ancora un miliardo di persone disposte a lavorare per meno di 2 euro al giorno e tutte in concorrenza con noi. Scordiamoci quindi l’industria di massa e concentriamoci su poche solide nicchie.

In conclusione, la logistica rappresenta oggi una delle principali leve di sviluppo economico per Piacenza e il suo hinterland, offrendo un'alternativa concreta alla crisi dei settori industriali tradizionali. 

Luisa Follini

Pubblicato il 10 marzo 2025

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