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Premio CAT 2025: al via la nona edizione

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Si è tenuta nella sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano la presentazione della nona edizione del Premio Cat 2025, l’evento nato per ricordare la figura del compianto giornalista e profondo esperto di cinema Giulio Cattivelli e per promuovere la cultura cinematografica, soprattutto tra le giovani generazioni.
Il Premio Cat 2025 si aprirà l’8 settembre e si chiuderà l’8 novembre. Sono due i mesi che i partecipanti avranno a disposizione per guardare, scrivere e mandare il testo che gli consentirà di concorrere al più noto premio piacentino del settore. Oltre al concorso nazionale di critica di film e serie, ideato e diretto da Piero Verani, il Premio Cat 2025 prevede una serie di percorsi culturali dedicati al cinema: workshop nelle scuole e nelle università, presentazioni di libri, proiezioni e concerti, che costituiscono occasioni di approfondimento e incontro attorno alla settima arte. L’avvio degli eventi è previsto per la metà di ottobre.

Realizzata con il contributo di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Fondazione Donatella Ronconi ed Enrica Prati e Regione Emilia-Romagna, la nona edizione del Premio ha come focus tematico il rapporto tra cinema e sport per le recensioni lunghe. Poi, le sezioni delle recensioni di formato breve o brevissimo e la sezione riservata alla serialità. A selezionare i titoli “sportivi” e quelli delle serie sono rispettivamente Mauro Gervasini e Ilaria Feole, firme della rivista Film Tv (media partner del Cat così come Gruppo Libertà) che in giuria avranno al loro fianco esponenti della critica, del giornalismo, dell’insegnamento. Premi in denaro e pubblicazioni per gli elaborati vincitori. L’iscrizione è gratuita e aperta a giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni; poi c’è la categoria fuori concorso per gli over 26. Informazioni su requisiti, tempi e modalità di partecipazione al concorso, e il bando integrale, sono disponibili sul sito web www.cinemaniaci.org .

Piero Verani, direttore artistico Premio Cat, commenta: «Sono reduce dalla Mostra del cinema di Venezia dove ho visto molti giovani: la passione per la settima arte è viva e una iniziativa come il Premio Cat, che mette al centro l’analisi, la riflessione e la scrittura critica, contribuisce a tenere acceso il fuoco del cinema in una fase di cambiamento del formato, del racconto, della fruizione, soprattutto per le nuove generazioni. I ragazzi e le ragazze potranno recensire anche film presentati a Venezia e non ancora usciti nelle sale. Ringrazio chi crede nel progetto e lo sostiene con decisione come Fondazione di Piacenza e Vigevano e Fondazione Ronconi Prati. Adesso si apre il concorso nazionale, poi avremo una serie di attività nei prossimi mesi autunnali, percorsi di cinema nei licei Gioia e Cassinari ma anche fuori dalle scuole; invece le premiazioni del concorso si terranno come sempre all’inizio dell’anno (in gennaio o al massimo febbraio 2026). Quest’anno il Premio Cat Speciale, attribuito a figure capaci di distinguersi nel settore audiovisivo in senso generale, quindi oltre la critica cinematografica, è stato assegnato all’attore e regista Ivano De Matteo. Prima di lui sono stati premiati Michelangelo Frammartino, Kasia Smutniak e Giorgio Diritti».

Alla presentazione è intervenuta Giovanna Palladini, consigliera d’Amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha sottolineato l’importanza di ricordare le figure importanti del nostro passato: «Tenere memoria dei maestri del giornalismo è particolarmente significativo e un premio dedicato a Cattivelli appare un bel segnale, in un mondo che tende a dimenticare in fretta. Come Fondazione, rinnoviamo il sostegno a questa iniziativa che reputiamo non solo culturale, ma anche formativa».

Alessandro Miglioli, presidente dell’editoriale Libertà Spa e della Fondazione Ronconi Prati, ha sottolineato il valore del focus sullo sport introdotto per questa nona edizione: «Il premio Cat è partecipato dai giovani e oggi questo nostro mondo così inquieto e confuso ha un forte bisogno dei valori che lo sport trasmette, perché aiuta le persone a stare insieme in una maniera sana».

E in effetti lo sport è stato scelto per il forte valore formativo che riveste nella crescita e nello sviluppo fisico dei giovani. Sono stati selezionati titoli recenti, non classici, e si è inteso spaziare tra discipline diverse per rappresentare il più possibile il ventaglio di possibilità che lo sport offre alle nuove generazioni e alle loro famiglie.

In una nota, Massimo Maisto presidente Arci Emilia-Romagna sottolinea: «Come Arci Regionale siamo sempre culturalmente molto stimolati da Cat e dalle proposte, i premi ma non solo, che scaturiscono da questa iniziativa ormai consolidata negli anni grazie al lavoro di Cinemaniaci, Arci Piacenza e Ucca in collaborazione con Fondazione di Piacenza e Vigevano e Fondazione Ronconi Prati. Non è quindi un caso che da tanti anni Cat sia inserito nel circuito delle iniziative regionali Arci che proponiamo all'Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna per avere patrocinio e sostegno. Particolarmente significativa, per i nostri obiettivi associativi, è la qualità divulgativa e formativa di Cat: un contributo importante alla promozione della cultura diffusa su tutto il territorio».

Nella foto, la presentazione del premio Cat 2025.

Pubblicato il 9 settembre 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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