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«Premio Valtidoncello», al via la 35ª edizione del concorso di poesia

pecorara

Il concorso di poesia Valtidoncello riapre i battenti alla 35esima edizione della rassegna, sempre fiduciosi di superare ogni difficoltà, così come è avvenuto in questi anni, in cui la manifestazione non ha mai chiuso le porte ai poeti, nonostante gli ostacoli provocati dalla pandemia.
La competizione letteraria non intende perdere un colpo, anzi, in questa edizione ha tutti i numeri per essere particolarmente ricca di adesioni e di persone che avranno il piacere di riunirsi in nome della poesia. Oltre alle liriche, sono attesi anche gli autori in numero sempre maggiore, per offrire una partecipazione culturalmente più elevata, in una dimensione paesaggistica e ambientale che ispira la scrittura in versi.
La manifestazione è promossa ed organizzata dalla Pro Loco di Pecorara, in collaborazione con il Comune di Alta Val Tidone ed il patrocinio della Banca di Piacenza, che è sempre stata al fianco dell’iniziativa nel suo lungo cammino.
Adulti e ragazzi fino a 16 anni compiuti potranno, nelle rispettive sezioni a loro riservate, concorrere alla competizione letteraria, che dalla sua nascita ad oggi si svolge in Alta Val Tidone, a Pecorara, la perla verde della valle del Tidoncello, immersa nel naturale piacere di una cornice di alta collina e montagna, dove si rincorrono le onde dei boschi.
La manifestazione e la stessa cerimonia di premiazione, presentata dal prof. Francesco Letizia, si svolgeranno domenica 10 settembre, dalle ore 15, nel campo giochi comunale “Giuseppe Luppini” di Pecorara; nel teatrino parrocchiale in caso di maltempo.

Quando si parla del Premio Valtidoncello la comunità locale ricorda Gianluigi Pizzi, scomparso due anni fa e tra i fondatori della rassegna letteraria. Del Premio Valtidoncello, Pizzi è stato prezioso e diligente segretario per anni, legato alla sua terra e ai tanti che l’hanno conosciuto e stimato. Gianluigi, è stato un appassionato e strenuo sostenitore del concorso, di questo piccolo ma estremamente significativo patrimonio in rima, che ha portato Pecorara ad esprimere un singolare e fortunato amore di poesia, una continuità che non smette di riscuotere un meritato successo. Da questa edizione, tra i dieci componimenti finalisti, oltre al vincitore, sarà selezionata anche un’altra opera, che riceverà il premio speciale, dedicato alla memoria di Gianluigi Pizzi.

Le poesie dovranno essere inviate entro e non oltre sabato 19 agosto, senza che gli autori debbano pagare alcuna tassa di iscrizione o di lettura. Un massimo di due composizioni, in italiano, inedite e scritte al computer o battute a macchina potranno essere inviate alla segreteria del concorso, presso il Comune Alta Valtidone, mail:
oppure oppure alla Pro Loco di Pecorara, Presidente Cristina Mussetti - Via Veneto 2/A, Loc. Pecorara - 29031 Alta Val Tidone.

Tra i lavori pervenuti, verranno selezionati, nella sezione adulti, i dieci giudicati migliori. Nella manifestazione conclusiva di settembre, di fronte al pubblico e alla giuria verranno presentati e letti, volendo anche dagli stessi autori, e valutati in diretta dalla commissione giudicatrice. In questa rosa delle dieci poesie finaliste, sarà scelta quella vincitrice e premiata col trofeo “Valtidoncello”, mentre un’altra poesia delle dieci finaliste riceverà il premio dedicato a Gianluigi Pizzi. Un riconoscimento, a pari merito, sarà consegnato agli altri otto finalisti.
Lo scorso anno, l’ambito riconoscimento del Valtidoncello è stato assegnato, con l’opera “Accarezzami”, ad Anna Francani, mentre il Premio Gianluigi Pizzi è stato attribuito per la prima volta ad Angelo Taioli, autore della lirica “Potrebbe anche essere maggio”. Rito più semplice per la sezione giovani intitolata ad Andrea Di Muzio, che prevede la lettura e la consegna di diplomi a pari merito agli autori dei cinque componimenti che saranno ritenuti maggiormente meritevoli. Nella valle del Tidoncello, il premio rappresenta “l’abbraccio e il bacio tra l’estate e la poesia”, come sottolinea lo scrittore Umberto Fava, presidente della giuria da oltre dalla prima edizione. Fava evidenzia che “il raduno di fine estate a Pecorara non deve essere una macchina distributrice di diplomi, ma un momento che rinfocoli l’attenzione e il desiderio di lettura verso la poesia”.

Nella foto, una veduta panoramica di Pecorara.

Pubblicato il 26 giugno 2023

  

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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